Suor Ilia Mittone rieletta superiora generale delle Suore Ancelle Missionarie del
Santissimo Sacramento
Le Suore Ancelle Missionarie del Santissimo Sacramento hanno appena tenuto il loro
capitolo generale con la rielezione a superiora generale di suor Ilia Mittone. Fondate
nel 1923 a Venezia da Madre Caterina Zecchini, sono oggi un centinaio di religiose
che svolgono attività di evangelizzazione e promozione umana ponendo l'Eucaristia
al centro della loro vita spirituale. Ma sul carisma di questa congregazione ascoltiamo
la stessa suor Ilia Mittone, al microfono di Giovanni Peduto: R.
- Il nostro carisma è nato per la Chiesa universale. Come diceva la nostra Fondatrice,
tutte le missioni, nessuna esclusa, avranno il sostegno della nostra preghiera, sacrificio
e lavoro. Il nostro impegno è coinvolgere le Chiese locali dove siamo presenti e
tutti i cristiani affinché si sentano parte attiva e responsabile della missione di
tutta la Chiesa.
D. - Quali difficoltà incontrate
oggi nell'annunciare il messaggio di Gesù Cristo non solo nei Paesi di missione ma
nella stessa Italia?
R. - In Italia già sappiamo
quali sono le difficoltà più forti. Sono quelle che il Papa stesso evidenzia nel messaggio
per la Giornata Missionaria Mondiale: la cultura secolarizzata, la crisi della famiglia,
la diminuzione delle vocazioni e il progressivo invecchiamento anche della nostre
comunità religiose. Nei Paesi di missione la gente è più aperta, disponibile, ma gravano
i problemi della povertà e ingiustizia sociale. Anche in questi Paesi si comincia
poi a notare la diffusione della mentalità consumistica, con le conseguenze che comporta.
Il nostro tempo esige serenità e coraggio per accettare la realtà com’è senza critiche
depressive e senza utopie, per amarla e salvarla, cogliendo il positivo e la ricchezza
in essa presente. Siamo più che coscienti che alcune attività in Italia le dovremo
lasciare, per raggiunti limiti di età e mancanza di personale. Questo però non ci
impedirà di continuare, in forme diverse, soprattutto con la nostra testimonianza
a promuovere lo spirito missionario tra il Popolo di Dio. Per gli altri luoghi dove
siamo presenti, possiamo prevedere uno sviluppo e la possibilità di aprirci ad altri
Paesi e attività secondo il nostro carisma.
D. -
Agli inizi del terzo millennio il vostro Istituto cosa vuol dare alla Chiesa e al
mondo?
R. - Uno dei compiti significativi per tutta
la vita consacrata è quello di leggere i segni dei tempi, e aprire percorsi di santità
per gli uomini e le donne del nostro tempo, promuovendo la vita in tutti i suoi aspetti.
Per noi oggi, accettando la nostra piccolezza e nello stesso tempo aprendoci alle
sfide, ciò significa proiettarsi nel futuro secondo la logica dei piccoli passi e
delle priorità che ci siamo date nel Capitolo: condividere le ricchezze della nostra
spiritualità e carisma con i laici , collaboratori e tutti i nostri destinatari, in
particolare le Ancelle Missionarie Secolari e gli aderenti all’Ora di Preghiera Missionaria
in Famiglia; crescere nella dimensione della interculturalità e internazionalità che
richiedono coraggio sia per chi va come per chi viene, sostenute dal carisma, dalla
mutua conoscenza e dal rispetto delle varie culture.
D.
- Qualche episodio significativo della sua esperienza religiosa e missionaria?
R.
- Più che un episodio, varie istantanee. L’incontro e la relazione con tante persone
di diversi Paesi, culture, confessioni cristiane e anche religioni, mi ha offerto
la possibilità di crescere non solo nella conoscenza, ma soprattutto nella scoperta
e nell’apprezzamento dei valori umani e spirituali presenti in ciascuno. Come non
ricordare, soprattutto tra i più poveri, il senso della fede semplice, della fiducia
in Dio nonostante tutto, dell’ospitalità cordiale, di chi condivide con te quel poco
che ha (un pesce, qualche frutto…), la spontaneità dei bambini che sanno gioire con
poco e ti insegnano che la speranza è sempre possibile. Come è successo ad altri,
all’inizio della mia vita religiosa e missionaria sono partita con l’idea di fare
qualcosa per Dio e per gli altri poi, con il passare degli anni, mi sono resa sempre
più conto che quello che ho ricevuto è più di quello che ho dato.