Pakistan: cresce la tensione dopo l'espulsione dell'ex premier Sharif
Giornata ricca di tensione, quella di ieri, anche in Pakistan, dove ha tentato di
ritornare, Nawaz Sharif. L’ex premier, bloccato all’aeroporto di Islamabad per alcune
ore, è stato costretto a ripartire, alla volta di Gedda, in Arabia Saudita. Sono 7
anni che Sharif vive in esilio, dopo che era stato costretto alla fuga in seguito
al golpe messo a punto dall’attuale presidente Musharraf. Il servizio di Maria Grazia
Coggiola:
Ma come si
può leggere questo rientro improvviso e inatteso dell’ex premier Sharif, a suo tempo
esautorato dal golpe di Pervez Musharraf? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Stefano
Vecchia, giornalista esperto dell’area.
R. – Potrebbe
essere interpretato in due modi. Come una prova di forza: Shrif comunque è leader
di una parte dell’opposizione pakistana in esilio. Secondo, invece, potrebbe essere
un tentativo di delegittimare Musharraf, che appunto ha rimandato all’esilio un primo
ministro che a suo tempo era stato liberamente eletto e che poi è stato mandato in
esilio nel ’99, dopo il colpo di Stato militare di Musharraf.
D. – Sharif probabilmente
ha qualche alleato anche all’esterno del Paese...
R. – Questo è possibile e
solleva una serie di interrogativi, in quanto formalmente sia gli alleati occidentali
di Musharraf, sia la stessa Arabia Saudita, che l’ha ospitato per questi sette anni
di esilio, l’avevano sconsigliato di tornare in patria. L’interrogativo quindi è se
Sharif può avere un sostegno internazionale, di quale entità, di quale carattere può
essere. Perché il timore potrebbe essere che si tratti di un sostegno del fondamentalismo
islamico, anche in Arabia Saudita stessa, che ha in lui l’unico possibile interlocutore
in Pakistan.
D. – Un pericolo questo che, tuttavia, non sembra avere favorito
nel partito che sostiene Musharraf un accordo con l’ex premier Bhutto per stringere
un’alleanza in vista delle prossime elezioni...
R. – Sì, però i giochi sono
ancora aperti. La Bhutto sta giocando una carta diversa, che è quella di un tentativo
di compromesso, di un’alleanza che eviti una spaccatura nel Paese e che eviti soprattutto
che Musharraf abbia la possibilità di riprendere in pieno il potere con l’appoggio
dell’esercito.
D. – Musharraf da solo per quanto potrebbe continuare a reggere
un Paese di questo tipo?
R. – Musharraf dovrà comunque farsi da parte. La questione
è di capire con quali tempi. Lui vorrebbe guidare questa transizione ed eventualmente
avere il ruolo in un nuovo governo liberamente eletto.