2007-09-11 15:35:56

Nuovo messaggio di Bin Laden in occasione del sesto anniversario dell’11 settembre – Attentati in Afghanistan, con due morti, e in Pakistan, dove le vittime sono almeno 16 sedici


E' solo audio il messaggio di Osama Bin Laden nel filmato uscito oggi su internet in occasione del sesto anniversario dell'11 settembre 2001. Si tratta infatti di un’immagine fissa che lo ritrae con la barba ''tinta'', com'era apparso nel video precedente del 7 settembre, con sullo sfondo l'elaborazione di una foto che ritrae uno dei due aerei che sta per impattare le Torri Gemelle. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Il video dura poco più di 47 minuti, il messaggio dura circa 14-15 minuti. Bin Laden, loda le gesta che definisce eccezionali di uno dei kamikaze degli attacchi che fecero negli Stati Uniti oltre tremila morti. "E' giunto il momento di fare il nostro dovere”', afferma Bin Laden, lanciando un appello ai giovani affinché seguano l'esempio del kamikaze ''fino alla vittoria di dio”. Il resto della registrazione propone il 'testamento' dello stesso attentatore al Shehri. La rete televisiva del Qatar al Jazeera ne ha trasmesso solo pochi secondi. L'unico riferimento temporale è la morte del leader di al Qaeda in Iraq Abu Musab al Zarqawi, ucciso in un raid americano nel giugno 2006. L'uomo più ricercato del pianeta, con una taglia sulla sua testa raddoppiata a luglio a 50 milioni di dollari, negli ultimi tre anni, fino a venerdì, aveva diffuso solo messaggi audio. Nell'ultimo video, Bin Laden esortava gli americani a convertirsi all'islam. Intanto, il ministro degli Esteri afghano, Rangeen Dadfar Spanta, afferma che il capo di al Qaeda non si nasconde in Afghanistan. E c’è da dire che si sta svegliando solo ora la città di New York per questa giornata dell’11 settembre che segna il sesto anniversario dal tragico attentato. Guardando all’Europa, sia in Germania che in Francia in momenti di commemorazione delle vittime è stato sottolineato che la minaccia terroristica è permanente. In Italia il ministro degli Esteri D’Alema l’ha definita “una data tragica di scontro di civiltà” per poi aggiungere che “la migliore risposta ai profeti della guerra di religione sarebbe avere nella UE un grande Paese democratico, islamico come la Turchia”. Intanto, le forze americane in Germania hanno detto di prendere “molto sul serio” le minacce di un attentato alla base Usa di Spangdahlem, nell'ovest del Paese, e di avere per questo rafforzato le misure di sicurezza.

- Ma tornando al nuovo messaggio di Bin Laden, si può parlare ormai di una vera e propria strategia mediatica adottata da al Qaeda? Stefano Leszczynski ne ha parlato con la collega Loretta Napoleoni, autrice di vari saggi sul terrorismo di ispirazione qaedista:RealAudioMP3


R. - Sicuramente si tratta di un’operazione mediatica che è stata preparata in anticipo e che si aggancia agli ultimi avvenimenti. Dal 2004 fino ad oggi Bin Laden è rimasto in silenzio, non si è fatto vedere, ha fatto alcuni video, solamente vocali, e adesso torna per dire eccomi qui, sono stato io che ho organizzato tutto, cosa che non è assolutamente vera.

D. - Qualcuno ha avanzato sospetti sull’autenticità di questi video?

R. - Credo sia possibile che i video siano stati manipolati, però penso sia irrilevante. Bin Laden è una figura iconica, dietro di lui c’è un’ideologia che ormai ha una vita propria.

D. - L’ambasciatore afghano sostiene che Bin Laden non si trovi in Afghanistan, anche se non ha la più pallida idea di dove si possa trovare…

R. - Non darei molto peso a queste dichiarazioni dell’ambasciatore afghano, né tanto meno a quelle dei pakistani. E’ chiaro che tutti cercano di nascondere la realtà, anche perché molto spesso non la conoscono.

D. - Bin Laden è solo un ispiratore di possibili attentati o può disporre di una forza che metta in atto delle strategie di terrorismo?

R. - Lui è solamente un ispiratore, l’ideologia è un’ideologia che ormai si è sviluppata indipendentemente dalle decisioni di Bin Laden. Io penso che un elemento importante sia il ruolo di Al Zawahiri. L’uomo che ha creato il concetto del martirio attraverso le bombe suicide e poi, più in là, anche il concetto dell’attività terrorista quale attività rivoluzionaria e liberatoria delle masse musulmane oppresse, è sicuramente Al Zawahiri.

- Intanto attentati in Afghanistan e in Pakistan: in Afghanistan un terrorista suicida alla guida di un'autobomba si è fatto esplodere uccidendo almeno due autisti afghani e ferendo altre persone nella insanguinata provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. In Pakistan un attentato suicida in una città delle zone tribali pachistane, nel nord-ovest del Paese, ha provocato almeno 16 morti. L'attentato è avvenuto a Dera Ismail Khan, città non lontana dalla frontiera con l'Afghanistan, ed ha ucciso un numero alto di persone ancora non definite nei pressi di un autobus. Secondo un poliziotto, ''il kamikaze era dentro un bus quando si è accorto di essere seguito da poliziotti. Si e' preparato a scendere e si è fatto esplodere appena il bus si e' fermato. Inoltre sette persone, tra soldati, ribelli e civili, sono state uccise in scontri tra esercito pachistano e combattenti filo-talebani nel sud Waziristan, regione tribale del Pakistan, dove da agosto i ribelli hanno tenuto e tengono prigionieri 240 soldati pachistani rapiti in varie ondate. Intanto stanno continuando, secondo quanto riferito dai media pachistani, i negoziati per il rilascio dei soldati catturati nella zona di Ladha. I ribelli chiedono che l'esercito si ritiri dalla zona e che vengano liberati 15 loro compagni. Il Waziristan è considerato il retroterra dei Talebani afghani e una zona dove il controllo dello Stato pachistano è quasi nullo.

- Sempre in Pakistan, una petizione alla Suprema Corte pachistana contro la decisione del governo di rimandare in esilio l'ex primo ministro Nawaz Sharif, espulso ieri in Arabia Saudita poco dopo il suo atterraggio all'aeroporto di Islamabad, è stata presentata dal partito dell'ex premier. A firmarla tra gli altri altri anche il primo ministro dello Stato del Punjab, Chaudhry Pervez Elahi. Alla petizione si allega anche una denuncia per oltraggio alla giustizia nei confronti del premier e del primo ministro attuali, accusandoli di aver ignorato la decisione della stessa Corte Suprema di consentire a Sharif di tornare in patria senza che il governo lo potesse impedire. Si chiede inoltre di permettere all'ex primo ministro di rimettere piede ad Islamabad per difendersi dinanzi al tribunale dalle accuse di corruzione. Dopo sette anni di esilio, ieri Nawaz Sharif era tornato in patria, ma dopo appena quattro ore trascorse in una saletta dell'aeroporto di Islamabad è stato rimandato in esilio in Arabia Saudita.

- Per quanto riguarda l’Iraq, il governo iracheno ''accoglie con favore'' il rapporto sulla situazione nel Paese presentato ieri al congresso a Washington dal generale David Petraus, comandante delle forze Usa in Iraq, e da Rayan Crocker, ambasciatore americano a Baghdad. Il generale Petraeus ha ieri affermato che una riduzione delle forze Usa in Iraq è prevedibile dall'estate prossima, mentre un ritiro ''prematuro'' sarebbe ''una catastrofe”. Ma ci sono state anche voci diverse: un deputato della lista dell'ex premier Allawi, ha detto che il rapporto ha trascurato la pessima situazione che l'Iraq si trova ad attraversare. Ci sono poi le dichiarazioni dagli Emirati Arabi Uniti: Dubai fa sapere che l’atteso rapporto sull’Iraq non ha offerto nuove idée per mettere fine al massacro e ha confermato che Washington perderà la Guerra indipendentemente dalla data del ritiro. Intanto sul campo a Baghdad si registrano morti e feriti in almeno due operazioni di forze statunitensi contro insorti, nel quartiere di Saadr City e in una zona del sud: almeno 15 i morti in totale e decine i feriti. Altri feriti in due esplosioni a nord ovest della capitale.

- Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha convocato per oggi il Consiglio di difesa per decidere la risposta israeliana all'odierno attacco con razzi Qassam su una base militare vicino a Gaza, nel quale una settantina di soldati sono stati feriti. Alcuni dei feriti versano in condizioni gravi. L'attacco è stato rivendicato dalla Jihad islamica. Nel frattempo una deflagrazione, di natura ancora ignota, è avvenuta nel nord della striscia di Gaza, a Beit Lahya, nella zona da dove in precedenza sono stati sparati i razzi in direzione di Zikim. Una donna palestinese ed una bambina sono rimaste ferite, secondo quanto si è appreso da fonti locali.

- Il governo colombiano non considera possibile un incontro in Colombia fra il presidente venezuelano Hugo Chavez e una delegazione delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) per discutere di un accordo umanitario. Lo sostiene Radio Caracol di Bogotà. Al riguardo l'Alto Commissario per la pace Luis Carlos Restrepo ha chiarito che fino ad ora il governo non ha ricevuto da parte di Chavez alcuna richiesta in questo senso ma che comunque ''neppure considera praticabile una eventuale proposta di questo genere''. Unica ipotesi un incontro nel Paese vicino. Nel corso della sua trasmissione ‘Alo Presidente’, Chavez aveva rivelato domenica di aver ricevuto un messaggio del leggendario leader delle FARC, Manuel Marulanda Velez, aggiungendo che se il presidente colombiano Alvaro Uribe lo avesse autorizzato non avrebbe avuto problemi ad entrare nella selva colombiana per incontrarlo.

- Un gruppo internazionale di esperti guidato da un funzionario del dipartimento di Stato americano, Sung Kim, è giunto oggi in Corea del Nord per colloqui sullo smantellamento degli impianti nucleari disattivati in luglio in base all'accordo di disarmo firmato a Pechino in febbraio. Del gruppo, incaricato di definire le modalità tecniche di una disattivazione irreversibile, fanno parte anche esperti di Cina e Russia. L'accordo del 13 febbraio era stato sottoscritto dalle due Coree e da Usa, Cina, Russia e Giappone: le sue clausole prevedono un percorso di disarmo in cambio di aiuti energetici e assistenziali. In concomitanza con la missione di Sung, Washington ha riaffermato di essere disposta a importanti contropartite anche sul piano bilaterale, a cominciare da una rimozione di Pyongyang dalla lista americana dei cosiddetti 'Stati canaglia'. C’è poi la precisazione del presidente sudcoreano Roh Moohyun che smentisce l’intenzione attribuitagli da voci di assumere iniziative unilaterali a proposito del disarmo atomico di Pyongyang in occasione del vertice che avrà con il leader nordcoreano Kim Jongil all'inizio di ottobre.

- Il re del Marocco, Mohamed VI, inizierà nei prossimi giorni una serie di consultazioni con i partiti politici, dopo le elezioni legislative dello scorso 7 settembre, per nominare poi il nuovo primo ministro. Le elezioni di venerdì scorso hanno confermato la coalizione che appoggiava il governo di Driss Jettou come principale gruppo nella Camera dei Rappresentanti, e il partito dell'Istiglal come prima forza politica. Secondo la Costituzione marocchina, però, il sovrano può nominare il primo ministro a suo piacimento, anche se non è eletto e non ha alcuna appartenenza politica, come appunto nel caso di Jettou. Il candidato considerato come il più idoneo a riprodurre il profilo del governo Jettou è appunto Al Himma, ex numero due del potere che si è presentato alle politiche nella testa di una una lista senza etichetta politica ed ha raccolto un importante successo. Ma lui stesso ha negato che possa essere il prossimo premier.

- In Russia, il leader dell'Unione popolare democratica, l'ex premier Mikhail Kasianov, ha annunciato che per le presidenziali del 2 marzo il fronte dell'opposizione ''avrà tre candidati entro fine settembre” ma che l'obiettivo finale sarà concordarne uno unico. Kasianov ha ricordato che il partito liberale Iabloko concluderà le sue procedure per nominare il leader Grigori Iavlinski e che Altra Russia farà altrettanto per la nomina dell'ex campione di scacchi Garry Kasparov, candidature che si affiancheranno alla sua. Kasianov ha escluso candidature da parte di altre due forze dell'opposizione, il partito repubblicano e l'Unione delle forze di destra. ''L'obiettivo dei leader di queste cinque organizzazioni dell'ala democratica è di mostrare volontà politica, sedersi ad un tavolo e concordare un candidato comune'', ha detto. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 254

 
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