I vescovi venezuelani esaminano la riforma costituzionale del presidente Chávez, ispirata
al socialismo
E’ in preparazione un messaggio dell’episcopato venezuelano che sarà reso pubblico
a fine ottobre al termine cioè dell’Assemblea plenaria straordinaria nella quale la
riforma del trattato costituzionale, ipotizzata dal presidente Chávez, verrà analizzata
in tutti gli aspetti giuridici, etici e politici. La commissione episcopale che ha
il compito di esaminare il nuovo testo è nata, lo scorso 5 settembre, per volere del
Comitato di presidenza della Conferenza episcopale del Venezuela ed è composta dall’arcivescovo
di Caracas, cardinale Jorge Urosa Savino, dall’arcivescovo di Cumanà, Diego Padròn,
di Valencia,Reinaldo Del Prette Lissot e dal vescovo di San Carlos, Jesùs Zàrraga.
In un comunicato, i vescovi esortano ad un dibattito approfondito “affinché la Costituzione
nazionale sia un trattato di pace e non di guerra” e che rispetti tutte le opinioni
perché “deve essere di tutti e non di alcuni gruppi in particolare”. I cambiamenti
nel nuovo progetto di Chávez sono sostanziali: l’intenzione dichiarata del presidente
venezuelano è di allineare il Paese “con il socialismo del XXI secolo”. La riforma
prevede, per il capo dello Stato, tempi più lunghi sul limite di rieleggibilità,
ora fissato a due mandati consecutivi, mentre la presidenza si dovrebbe prolungare
dai sei a sette anni. Provvedimenti che per essere approvati presuppongono la riduzione
dei compiti per i governatori ed i sindaci. Nel nuovo testo, verranno modificati 33
articoli sui 350 che costiuiscono la Costituzione già cambiata da Chávez nel 1999.
Tra le misure in esame anche l’organizzazione politico-territoriale del Venezuela
da dividere in “comuni” e, in ambito economico, le nazionalizzazioni dei settori petrolifero,
elettrico e delle telecomunicazioni. Più interesse statale anche nella gestione delle
risorse monetarie; si profila inoltre una riduzione a sei ore dell’orario massimo
di lavoro giornaliero. “Un ampio consenso nazionale” è l’auspicio dei vescovi per
quel che riguarda il nuovo testo costituzionale: “la riforma – si legge nel comunicato
- deve rispettare tutti i grandi principi nonché i diritti già consacrati nella costituzione
vigente”. (A cura di Benedetta Capelli)