2007-09-10 14:15:59

"L'Austria contribuisca, con la sua eredità storica e spirituale, alla costruzione di un'Europa della comprensione fra i popoli": così il Papa al termine del suo viaggio nel Paese


Un Benedetto XVI grato e commosso si è congedato ieri sera dall’Austria al termine di una giornata cadenzata da molti appuntamenti. La terza e ultima tappa del suo settimo viaggio apostolico internazionale si è conclusa alle 20.20, quando il volo papale è decollato dall’aeroporto di Vienna per giungere verso le 21.40 all'aeroporto romano di Ciampino, da dove il Papa si è recato nella sua residenza di Castel Gandolfo. Nel suo discorso finale all’aeroporto viennese, il Papa ha auspicato che l’Austria contribuisca con la sua eredità storica e spirituale alla costruzione di un’Europa della comprensione fra i popoli. Riviviamo allora i momenti salienti di questa lunga giornata, nella cronaca del nostro inviato a Vienna, Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


(musica organo)

Dall’“ora” di S. Benedetto - che le antiche pietre di Heiligenkreuz riverberano con forza da quasi nove secoli - al “labora” testimoniato dal mondo del volontariato austriaco, cattolico e civile. Si è snodato idealmente tra queste due “sponde” il lungo pomeriggio conclusivo del pellegrinaggio austriaco di Benedetto XVI. Dopo la Messa della mattina nel Duomo viennese di Santo Stefano, nel primo pomeriggio il Papa si è diretto in auto verso l’Abbazia cistercense di Heiligenkreuz, situata a una trentina di km. dalla capitale e sede di un’Accademia teologica che dal febbraio scorso porta il nome di Benedetto XVI. Circa 15 mila persone attendevano tra l’esterno e l’interno del grande chiostro l’arrivo del Papa che, dopo aver salutato la folla, ha fatto ingresso tra le mura altissime e spoglie del tempio risalente al XII secolo, accompagnato dal canto corale dei monaci. Visibilmente colpito e immerso nell’intensità spirituale del luogo, Benedetto XVI ha affermato:

“Kern des Mönchtums ist die Anbetung – das Sein nach der Weise der Engel. …
Il nocciolo del monachesimo è l’adorazione - il vivere alla maniera degli angeli (...) Non è davvero temerario se in una liturgia totalmente centrata su Dio, nei riti e nei canti, si vede un’immagine dell’eternità”.

 
Citando il doppio senso contenuto nel termine “Klösterreich”, che definisce l’Austria “regno di monasteri e ricca di monasteri”, Benedetto XVI ha riaffermato che “come oasi spirituale” un monastero “indica al mondo di oggi la cosa più importante, anzi, la sola cosa decisiva: esiste un’ultima ragione - ha detto - per cui vale la pena vivere, cioè Dio e il suo amore imperscrutabile”. “E chiedo a voi, cari fedeli - ha esortato - considerate le vostre abbazie e i vostri monasteri quello che sono e sempre vogliono essere: non soltanto luoghi di cultura e di tradizione o addirittura semplici aziende economiche. Struttura, organizzazione ed economia sono necessarie anche nella Chiesa, ma non sono la cosa essenziale. Un monastero è soprattutto questo: un luogo di forza spirituale”. Prima di lasciare l’Abbazia - dove Benedetto XVI ha potuto salutare anche un anziano monaco scampato alla persecuzione nazista – il Papa ha ricevuto in dono un ponderoso libro del Salterio utilizzato dai monaci per il loro canto corale e un quadro, ornato da un cristallo realizzato da un religioso, raffigurante il fondatore di Heiligenkreuz, Leopoldo III.

(musica Konzerthaus)

Un’ora più tardi, tornato a Vienna, Benedetto XVI è stato accolto da un caloroso applauso nella celebre “Konzerthaus”, la Casa dei concerti viennese, dove prima due giovani e quindi l’arcivescovo di Salisburgo, Alois Kothgasser, hanno presentato a Benedetto XVI il lavoro degli uomini, le donne e i ragazzi che in Austria hanno fatto la scelta di impegnarsi in opere di solidarietà. Un impegno quantificabile in 17 milioni di ore in un anno, per un controvalore di 3 miliardi e mezzo di euro, secondo uno studio citato da mons. Kothgasser. Il Papa ha incoraggiato con calore i volontari a proseguire su questa strada, che in un’ottica cristiana contribuisce a costruire la “civiltà dell’amore”:

“Ohne freiwillinges Engagement konnten, können und werden Gemeinwohl…
L’amore del prossimo non si può delegare; lo Stato e la politica, con le pur giuste premure per il sollievo in casi di bisogno e per le prestazioni sociali, non possono sostituirlo. Esso richiede sempre l’impegno personale e volontario, per il quale certamente lo Stato deve creare condizioni generali favorevoli. Grazie a questo impegno, l’aiuto mantiene la sua dimensione umana e non viene spersonalizzato. E proprio per questo voi volontari non siete ‘tappabuchi’ nella rete sociale, ma persone che contribuiscono al volto umano e cristiano della nostra società”.

Il Papa ha preso a modello dei volontari Cristo stesso, che non ci insegna - ha detto - “una ‘mistica dagli occhi chiusi,ma una ‘mistica dello sguardo aperto’”, che guarda diritto ai bisogni dei più poveri e disagiati come segno di amore per Dio, ma che, in questo modo, incide positivamente anche nelle pieghe più difficili del tessuto sociale, come ha riconosciuto nel suo intervento alla Konzerthaus lo stesso presidente austriaco, Heinz Fischer. “Senza impegno volontaristico - ha asserito Benedetto XVI - il bene comune e la società non potevano, non possono e non potranno perdurare. La spontanea disponibilità vive e si dimostra al di là del calcolo e del contraccambio atteso; essa rompe le regole dell’economia di mercato. L’uomo, infatti, è molto più di un semplice fattore economico da valutare secondo criteri economici. Il progresso e la dignità di una società dipendono sempre di nuovo proprio da quelle persone che fanno più del solo loro stretto dovere”.

(musica Konzerthaus)

I concertisti della “Wiener Philarmoniker” hanno inframezzato i discorsi ufficiali con l’esecuzioni di tre brani di musica classica. E queste arie di Mozart e Bruckner hanno idealmente scortato Benedetto XVI al suo congedo dall’Austria. Con un auspicio, espresso dal Pontefice nel discorso allo scalo viennese: che questa terra così ricca di spirito e cultura, costruita sui bimillenari valori del Vangelo e baciata nell’oggi da un benessere diffuso lasci ispirare la sua “politica nazionale e internazionale” dalla “ricerca di una comprensione vicendevole” e dalla “formazione creativa di sempre nuove vie per favorire la fiducia tra gli uomini e i popoli”, a partire dal suo “cuore” nazionale:

“Wien kann im Geiste seiner historischen Erfahrung und seiner Stellung in der …
Vienna, nello spirito della sua esperienza storica e della sua posizione nel centro vivo dell’Europa, può recare a ciò il suo contributo, favorendo conseguentemente la penetrazione dei valori tradizionali del Continente, permeati di fede cristiana, nelle istituzioni europee e nell’ambito della promozione delle relazioni internazionali, interculturali ed interreligiose”.







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