2007-09-09 15:27:55

Marocco: inattesa sconfitta per il partito filo-islamico nelle elezioni politiche - Algeria in piazza contro il terrorismo dopo gli attentati rivendicati da al Qaeda


Netta l’affermazione del partito nazionalista “Istiqlal” nelle elezioni politiche in Marocco. Una vittoria inattesa visto che gli esperti prevedevano l’ampio successo del “Partito della Giustizia e lo Sviluppo” d’ispirazione filo-islamica. Gli osservatori internazionali hanno definito le elezioni regolari e trasparenti. Bassissima la partecipazione: ha votato il 37% degli aventi diritto. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Sono due i dati che emergono dalle elezioni in Marocco: la mancata vittoria dei filo-islamici, favoritissimi alla vigilia del voto, ed il disinteresse della popolazione verso queste consultazioni. Solo 5,7 milioni di elettori su circa 15,5 milioni di aventi diritto si sono recati ai seggi. Affermazione netta per i nazionalisti di “Istiqlal”, il più antico partito marocchino ed ora anche il primo del Paese, la cui storia si intreccia con la lotta per l'indipendenza del Marocco. Al Parlamento hanno ottenuto 52 seggi, 4 in più rispetto a quelli che aveva in precedenza. Più indietro il “Partito della Giustizia e dello Sviluppo” seguito dal “Movimento Popolare” di origine berbera, i centristi della “Riunione Nazionale degli Indipendenti”. “Elezioni regolari e segnate dalla totale trasparenza” è quanto hanno fatto sapere gli osservatori internazionali che hanno di fatto smentito gli islamici moderati. Subito dopo la chiusura delle urne, infatti, avevano parlato di una diffusa pratica di compravendita dei voti avvenuta nelle case, per le strade e nelle medine: l’unica motivazione per giustificare l’inaspettata battuta d’arresto. Attesa ora per la scelta del premier che sarà designato dal re Mohamed VI e che, in base alla Costituzione marocchina, può ricadere su una personalità al di fuori dei partiti e del Parlamento.

- E’ giunta la rivendicazione per i due attentati avvenuti in Algeria in soli tre giorni e costati la vita ad oltre 50 persone. Dietro gli attacchi c’è l’Organizzazione al Qaeda nel Maghreb Islamico che, su internet, si è attribuita la paternità delle azioni criminali. Il presidente algerino Bouteflika ha ribadito l’intenzione di andare avanti nel programma di “riconciliazione nazionale”, avviato lo scorso anno per mettere fine alle violenze che per molto tempo hanno insanguinato il Paese. A sostenere questa politica e contro il terrorismo, sono scese in piazza ad Algeri migliaia di persone in una manifestazione indetta dai partiti, dai sindacati e dalle associazioni. Sono molte le attestazioni di solidarietà giunte a Bouteflika come quella del re del Marocco, Mohamed VI, che ha sottolineato in un messaggio la volontà di proteggere tutta l’area dal terrorismo.

- Tensione a Kabul dove il presidente afghano Karzai ha abbandonato lo stadio della città mentre stava tenendo un discorso e dopo aver udito numerosi colpi d’arma da fuoco. Secondo un portavoce del governo, si è trattato di tafferugli provocati dalla gente che spingeva per entrare; di diverso avviso l’agenzia afgana Pajhwok che ha parlato di uomini non identificati che hanno sparato contro il ritratto di Massud, il leader della resistenza afghana ucciso sei anni fa, al quale Karzai stava dedicando il suo discorso. Sul terreno prosegue la violenza: 30 i talebani uccisi in un raid aereo delle forze della coalizione nella provincia di Helmand; nella stessa zona ieri hanno perso la vita due soldati britannici del contingente NATO.

- Il responsabile dell’attentato più sanguinoso avvenuto in Iraq, il mese scorso, è stato ucciso. Il comando americano ha diffuso la notizia solo oggi ma il raid aereo, nel quale il terrorista ha perso la vita, risale al 3 settembre scorso nei pressi di Mosul. L’agguato del 14 agosto a Kahtaniya provocò oltre 400 vittime, 500 secondo fonti ospedaliere, in maggioranza appartenenti alla minoranza religiosa yazidi di fede pre-islamica. Quel giorno, 4 autocisterne cariche di carburante si lanciarono contro alcuni palazzi provocando una strage. Vittime ieri sera anche a Sadr City, quartiere di Baghdad, dove l’esplosione di un’autobomba ha provocato 15 i morti.

- Notevoli i disagi a Gaza dove le scuole ed i negozi sono chiusi, le università ferme, gli ospedali lavorano a singhiozzo. E’ alta, infatti, l’adesione allo sciopero indetto dall’OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, in risposta alle violenze di venerdì scorso quando la polizia di Hamas ha vietato la preghiera collettiva. Nei disordini seguiti, si sono avuti decine di feriti ed anche numerosi arresti di dirigenti di al-Fatah. Per il movimento integralista, l’agitazione di oggi rappresenta un tentativo di riportare la città nel caos. Secondo Hamas, si potrebbe in questo modo incoraggiare Israele a compiere ulteriori aggressioni contro Gaza. Intanto al posto di blocco di Beit Iba, in Cisgiordania, i soldati dello Stato ebraico hanno sventato un attacco suicida, fermando un giovane che aveva indosso dell’esplosivo. A livello politico, dovrebbe svolgersi domani o al massimo martedì un nuovo incontro tra il premier israeliano Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen. Sul tavolo di discussione la bozza di un accordo in vista della conferenza internazionale sul Medio Oriente, prevista per la metà di novembre negli Stati Uniti.

- L’Eta, l’organizzazione separatista basca, ha annunciato, in un comunicato, di voler continuare la sua lotta fino a che non saranno raggiunte “condizioni democratiche” tali da portare all’indipendenza della regione. L’indice viene puntato in particolare contro il premier spagnolo Zapatero, responsabile del fallimento dei negoziati e della fine della tregua. Nel messaggio, l’Eta rivendica gli ultimi attentati di Durango contro una caserma della Guardia Civil e Castellon, dove un'autobomba esplose senza conseguenze gravi, provocando due feriti. Il movimento indipendentista sottolinea inoltre che saranno le strutture dello Stato ad essere colpite “su tutti i fronti”.

- Con l’impegno a riprendere i negoziati di Doha sul commercio globale si è chiuso a Sidney, in Australia, il vertice dell’Apec, il Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico. I 21 Paesi partecipanti hanno anche ribadito l’intenzione di rafforzare i legami economici regionali, ad investire nell’agricoltura e nei prodotti industriali ma anche a collaborare per fronteggiare alcune evidenti minacce alla crescita economica come i disastri naturali, la contaminazione delle forniture alimentari e le pandemie in particolare l'influenza aviaria. Nel documento finale si rende nota la creazione di una task force, presieduta da Cina ed Australia, sulla sicurezza dei cibi.

- Atteso per domani il ritorno in Pakistan dell’ex premier Nawaz Sharif, esiliato dal Paese nel 1999 dopo il colpo di Stato che portò al potere l’attuale presidente Pervez Musharraf. Circa 2 mila sostenitori, secondo fonti vicine a Sharif, sono stati arrestati nel Punjab dalla polizia che invece sostiene di aver fermato soltanto 250 persone. Il ritorno dell’ex premier rappresenta un duro ostacolo per il capo dello Stato in vista delle elezioni fissate per la fine dell’anno. Musharaf ha perso consenso popolare dopo il duro scontro con un giudice costituzionale che metteva in discussione la possibilità per lui di detenere contemporaneamente le cariche di presidente e di capo delle forze armate.

- Sono stati rinvenuti tra gli Stati di Cauca e Narino, nel sud della Colombia, gli undici cadaveri appartenenti ad altrettanti deputati, sequestrati nel 2002 dalle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. I parlamentari erano poi morti, il 18 giugno scorso, durante la loro detenzione. A comunicare il ritrovamento dei corpi è stata la Croce Rossa Internazionale. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 252

 

 
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