"L'Austria contribuisca, con la sua eredità storica e spirituale, alla costruzione
di un'Europa della comprensione fra i popoli": così il Papa al termine del suo viaggio
nel Paese
Un Benedetto XVI grato e commosso si è congedato ieri sera dall’Austria al termine
di una giornata cadenzata da molti appuntamenti. Il volo papale è decollato dall’aeroporto
di Vienna dopo le 20 per giungere all'aeroporto romano di Ciampino verso le 21.40:
poi il Papa si è trasferito in automobile nella sua residenza di Castel Gandolfo.
Nel discorso finale all’aeroporto, il Papa ha auspicato che l’Austria contribuisca
con la sua eredità storica e spirituale alla costruzione di un’Europa della comprensione
fra i popoli. Riviviamo allora i momenti salienti di questa lunga giornata, nella
cronaca del nostro inviato a Vienna, Alessandro De Carolis E’ l’abbraccio
delle 20 mila persone, fra le quali molti gruppi di bambini, a bagnare l’inizio dell’ultima
giornata del pellegrinaggio austriaco di Benedetto XVI. Diverse centinaia raccolte
nel celebre “Stephansdom”, il Duomo di Santo Stefano, la chiesa gotica più famosa
del Paese. Altre migliaia - nonostante l’immancabile pioggia - stipate fuori fra le
transenne, con gli occhi sui maxischermi a seguire la celebrazione eucaristica, in
attesa di poter vedere più da vicino il Papa, uscito all’esterno dopo la Messa per
recitare l’Angelus. L’omelia del Pontefice è stata una riflessione sul valore della
Domenica come giorno privilegiato, per i cristiani, di contatto con Cristo Risorto,
ma anche di riposo dalle fatiche settimanali. Gran parte dell’Occidente, ha osservato
Benedetto XVI, ha smarrito il concetto cristiano della Domenica, che per secoli ne
aveva orientato le abitudini:
“PAROLE IN TEDESCO… La
Domenica, nelle nostre società occidentali, si è mutata in un fine-settimana, in tempo
libero. Il tempo libero, specialmente nella fretta del mondo moderno, è certamente
una cosa bella e necessaria. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da
cui proviene un orientamento per l’insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che
non ci rinforza e ricrea. Il tempo libero necessita di un centro - l’incontro con
Colui che è la nostra origine e la nostra meta”. L’accoglienza festosa al
Pontefice con la quale si era concluso l’Angelus è proseguita all’Abbazia cistercense
di Heiligenkreuz, situata a una trentina di Km. dalla capitale. Circa 15 mila persone
hanno acclamato il Papa che, verso le 17, ha fatto ingresso tra le mura altissime
e spoglie del tempio risalente al 1135, accompagnato dal canto corale dei monaci.
Visibilmente colpito e immerso nell’intensità spirituale del luogo, Benedetto XVI
ha affermato:
“PAROLE IN TEDESCO… Il nocciolo del monachesimo
è l’adorazione - il vivere alla maniera degli angeli (…) E chiedo a voi, cari fedeli,
considerate le vostre abbazie non soltanto luoghi di cultura e di tradizione o addirittura
semplici aziende economiche (…) Un monastero è soprattutto questo: un luogo di forza
spirituale”.
(canto monaci)
Dall’“ora” di S. Benedetto - che
le antiche pietre di Heiligenkreuz riverberano con forza da quasi nove secoli - il
Papa è idealmente passato, un’ora più tardi, al “labora” testimoniato dal mondo del
volontariato nazionale, cattolico e civile. Nella celebre “Konzerthaus”, la Casa dei
concerti viennese, il Papa ha incoraggiato con calore i volontari a proseguire nella
loro scelta di servizio ai più poveri, che incide positivamente anche nelle pieghe
più difficili del tessuto sociale:
“PAROLE IN TEDESCO… L’amore
del prossimo non si può delegare; lo Stato e la politica, con le pur giuste premure
per il sollievo in casi di bisogno e per le prestazioni sociali, non possono sostituirlo
(...) E proprio per questo voi volontari non siete ‘tappabuchi’ nella rete sociale,
ma persone che contribuiscono al volto umano e cristiano della nostra società”.
(musica
Konzerthaus)
I concertisti della “Wiener Philarmoniker” hanno inframezzato
i discorsi ufficiali con l’esecuzioni di tre brani di musica classica. E queste arie
di Mozart e Bruckner hanno idealmente scortato Benedetto XVI al suo congedo dall’Austria.
Con un auspicio: che questa terra così ricca di spirito e cultura lasci ispirare
la propria “politica nazionale e internazionale” - ha detto il Papa - dalla “ricerca
di una comprensione vicendevole” e dalla “formazione creativa di sempre nuove vie
per favorire la fiducia tra gli uomini e i popoli”.
Ma per un primo bilancio
del viaggio del Papa in Austria, ascoltiamo il commento del direttore della Sala Stampa
Vaticana, e nostro direttore generale, Padre Federico Lombardi. L'intervista è di
Davide Dionisi: