Non esiste libertà senza perdono: è il messaggio rivolto ai giovani riuniti a Loreto
da parte di un sopravvissuto alla guerra del Rwanda
“Dopo i momenti difficili è possibile ricominciare e rifarsi una vita. Ma con l’aiuto
del Signore, non alimentandola con l’odio e la vendetta”. È il messaggio che Efrem
Musundi, sopravvissuto alla guerra del Rwanda, ha inviato alle persone riunite a Loreto
in occasione dell’Agorà dei giovani del Mediterraneo. Durante gli scontri tra
hutu e tutsi nel 1994, Musundi vide morire suo padre e i suoi nonni. Inoltre, per
molti anni, non ebbe notizie degli altri familiari: madre, 4 fratelli, 2 sorelle e
diversi cugini. “La notte in cui uccisero mio padre – ha detto – scappai nella campagna,
dove rimasi nascosto per un mese”. Ora è convinto che non esista libertà senza perdono:
“I responsabili della morte di mio padre erano in prigione, ma mia madre ne ha chiesto
la liberazione. Ora lavorano nella sua fattoria”. Oggi, Musundi vive in Francia e
lavora nel settore del commercio equo e solidale: “Un modo per ringraziare il Signore
di ciò che mi ha concesso, – ha continuato – permettendo ad altre persone di avere
una vita dignitosa”. Nella parte finale del suo discorso, Musundi afferma con convinzione
che “la speranza di un futuro migliore, dove non ci sia la guerra, passi dal riconoscimento
degli errori e soprattutto dal perdono”. Anche se sono molte le difficoltà, ha detto,
“Sono sicuro che Dio mi aiuterà”. (B.B.)