2007-09-08 10:51:51

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella XXIII Domenica del Tempo ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù, vedendo che in molti andavano da lui, dice:


“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”.

Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3
 
Da tre ordini di cose Gesù chiede il distacco: prima dalle relazioni più forti, in secondo luogo dalla propria vita e, quindi, in terzo luogo dalla proprietà, dai beni materiali. L’ordine è decrescente. Infatti la persona sana tiene di più alle relazioni fondamentali che non alla propria stessa vita; lo stesso dicasi della vita rispetto ai beni materiali. Gesù chiede di odiare, seguendo il senso greco, o di amare di meno, seguendo il senso aramaico, tutte e tre questi ordini di cose rispetto a Lui. Allora si potrà passare dall’andare con Lui e verso di Lui all’andare dietro Lui: il discepolo vero va dietro a Cristo. La rinuncia che Cristo chiede è reale e non simbolica. A nulla serve cercare di addolcire queste parole. Dure suonano e dure sono. Ma chi ha iniziato a farle proprie sa che non sono le ultime: in Lui tutto viene ridonato, ma in un secondo momento. I tempi non sono nostri.







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