Ballottaggio presidenziale in Sierra Leone: il messaggio dei vescovi
“Le elezioni sono il terreno di prova per vedere quanto abbiamo saputo coltivare la
cultura della pace, della non violenza e del rispetto della legge”. A scriverlo sono
i vescovi della Sierra Leone in un messaggio pastorale in vista dell’odierno ballottaggio
elettorale nel Paese africano. Condannando fermamente “ogni forma di violenza tra
i sostenitori dei partiti politici”, incluso il fomentare di sentimenti tribali, i
vescovi chiedono ai cittadini di pregare e sostenere la pace e la stabilità, votando
secondo coscienza e rispettando i processi elettorali. La memoria degli scontri che
hanno dilaniato la nazione, sottolineano i presuli, impone la responsabilità collettiva
di rispettare il processo democratico. “Le elezioni – prosegue il messagio – sono
il mezzo attraverso il quale le nazioni civilizzate scelgono coloro che dovranno governare
e guidare il futuro del loro Paese”. Il plauso internazionale in occasione del primo
turno elettorale, svoltosi lo scorso 11 agosto, è stato “una fonte d’orgoglio”. “Ora
– dichiarano i vescovi – abbiamo il dovere di mantenere alti gli standard di cittadinanza
responsabile mostrati meno di un mese fa”. Nella giornata di oggi circa due milioni
e mezzo di persone potranno votare nei 6.150 seggi aperti per il ballottaggio presidenziale.
Nelle consultazioni generali nessuno dei candidati aveva infatti raggiunto il 55 per
cento delle preferenze, quota necessaria per essere eletti. Gli elettori sceglieranno
il loro futuro capo di Stato tra il vice presidente uscente Solomon Berewa e il candidato
dell’opposizione, Ernest Koroma, che potrà contare anche sul sostegno del candidato
escluso dal ballottaggio. Questo è il secondo appuntamento elettorale dalla fine della
guerra civile, avvenuta sei anni fa. L’intervallo tra i due turni di voto per le presidenziali
è stato contraddistinto da violenti scontri tra fazioni rivali. (V.F.)