Sibiu. Andrea Riccardi: cristiani uniti per la pace. Mons. Giordano: cristiani più
maturi
La salvaguardia del creato, la pace e la giustizia sono i temi che animano oggi il
dibattito della Terza Assemblea ecumenica europea, in corso da martedi’ nella città
di Sibiu, nel cuore della Romania. ‘La luce di Cristo illumina il mondo’ è la traccia
di riflessione che invita i delegati a considerare le loro responsabilità come credenti
in Cristo. Intanto, i momenti di preghiera comune, animati dalle comunità cristiane
locali, e le altre occasioni di incontro, restano l’anima di questo grande raduno
inter-cristiano. Il servizio del nostro inviato Fabio Colagrande:
Dieci
anni fa a Graz c’era l’entusiamo dell’ecumenismo di popolo. L’assemblea di Sibiu potrebbe
invece passare alla storia come quella della maturità, della presa di consapevolezza
delle responsabilità del movimento ecumenico europeo. Ieri il vescovo anglicano di
Londra, Richard Chartres, aveva parlato della sfida di ‘costruire una coscienza cristiana
comune’ andando oltre sé stessi. Oggi, il fondatore della Comunità di Sant' Egidio
Andrea Riccardi, ha spronato la platea inter-confessionale, a riconoscere le responsabilità
di pace e fraternità che i cristiani europei hanno oggi nel mondo. ‘Di fronte ai malati
di AIDS in Africa, l’Europa banchetta lautamente mentre Lazzaro muore alle sue porte’
ha ricordato Riccardi, descivendo un Europa chiusa in sé stessa, spaventata dall’immigrazione,
afflitta da paura, avarizia, nazionalismi e tentata di dissipare la sua eredità di
pace. Tocca a tutte le anime cristiane del continente reagire per realizzare ‘l’umanesimo
planetario’ di pace e giustizia auspicato da Paolo VI, ha ricordato il fondatore della
Comunità di Sant’Egidio.
Ma Sibiu, come le altre
assemblee ecumeniche, non è fatta solo di discorsi, ma soprattutto di incontri, di
amicizia. Attorno alle plenarie e ai forum pomeridiani le giornate ecumeniche sono
caratterizzate dalla preghiera comune mattuttina e serale e da tanti piccoli dibattiti
animati dalla gente comune che guardano al dialogo secondo diverse prospettive nazionali,
culturali e sociali. Lo spazio Agorà permette un interscambio culturale tra le varie
Chiese mentre un Blog permette ai giovani di raccontarsi ‘on-line’ le proprie esperienze
ecumeniche. Dal Seminario teologico di Molfetta è giunto in Romania un gruppo di seminaristi
che alloggia in un Monastero ortodosso, fuori città. Un esempio di quegli incontri
che sono l’anima del dialogo tra i cristiani e il senso piu’ profondo di queste assemblee.
Mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle
Conferenze Episcopali d'Europa, traccia ai nostri microfoni un bilancio delle prime
giornate assembleari: R. - L’impressione è forse quella che
stiamo entrando in una fase di maturità. Credo anche che tutti i partecipanti siano
qui per ascoltare se c’è una possibilità anche di qualcosa di nuovo. Credo che l’ambiente
e l’atmosfera siano molto buone. Ci sono stati dei contributi molto interessanti che
fanno molto riflettere. Si vede una ricchezza e spero che in questi giorni ci sia
una crescita affinché si possa realizzare questo approfondimento. E’ l’ora di andare
in profondità e lo si sente nell’aria.
D. – C’è
stato uno scambio molto interessante tra Kirill, Kasper ed Huber. Come ha visto questo
incontro?
R. – Certamente un momento molto alto della
nostra Assemblea, perché si sono affrontati, chiaramente, alcuni nodi che come cristiani
abbiamo e quindi la nostra testimonianza nella società europea ed una cultura secolarizzata
e il richiamarci tutti al fondamento comune che è il Vangelo, che è la nostra fede,
e la necessità di ripartire da lì. Ma è necessario anche confrontarci esplicitamente
sul fatto che siamo diversi, che abbiamo identità diverse e abbiamo anche il dolore
della divisione. Sono emersi quindi tutti questi temi e questo ha spinto tutti a prendere
sul serio queste tematiche e ad interrogarci su come andare avanti.