Le attese della Chiesa austriaca: interviste con il cardinale Schönborn e mons. Kapellari
Ma cosa si aspetta la Chiesa austriaca da questa visita apostolica del Papa? Gudrun
Sailer lo ha chiesto all'arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn:
"Questo
unico viaggio fuori dell’Italia, in Europa, quest’anno, è certamente un grande privilegio
per noi. Aspettiamo da questo viaggio - non proprio all’indomani della visita - non
che ci sia un ritorno di massa alla pratica religiosa, alla pratica domenicale, ma
forse una maggiore attenzione, una maggiore riflessione e sensibilità, perché il grande
dono di Papa Benedetto è quello di mostrare le ragioni della fede. Questo incoraggerà
gli intellettuali a riflettere di nuovo sulla fede e anche i meno intellettuali a
pensare che forse l’abbandono della pratica religiosa non è ciò che porta la felicità
nella vita".
Domani dunque il Papa sarà nel Santuario di Mariazell che
celebra i suoi 850 anni di fondazione. Ascoltiamo in proposito, al microfono di Gudrun
Sailer,mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz-Seckau, diocesi in cui sorge
questo santuario mariano:
“Mariazell
è caratterizzata dalla statua della Madonna che mostra ai pellegrini il suo Bambino,
Salvatore del mondo. La parola centrale del viaggio del Papa è “Guardare a Cristo”,
centro della storia e del mondo. Questo è certamente un messaggio molto importante,
in particolar modo proprio oggi, perché molta gente in Europa ha dimenticato Dio,
ha dimenticato Cristo. Il messaggio del Papa sarà, quindi, un messaggio cristologico
e Maria è la figura cristiana che mostra ai pellegrini Cristo, che insegna ai pellegrini
a vedere Cristo, a trovare Cristo. E’ un messaggio, questo, sempre attuale, ma oggi
lo è ancora di più per l’Europa e per la Chiesa in Europa”.