2007-09-07 19:48:02

Il Papa agli austriaci: l'aborto non è un diritto umano, non dimenticate le vostre radici cristiane


L’Europa che ha il suo carattere forgiato nello spirito del Vangelo non tradisca questa sua vocazione di tutela della vita umana, in particolare con l’aborto e l’eutanasia, sappia dare un volto umano anche ai processi della globalizzazione. La prima giornata del settimo viaggio apostolico internazionale, che ha portato stamattina Benedetto XVI in Austria, si è conclusa nel tardo pomeriggio con un importante discorso del Papa davanti ai rappresentanti della politica diplomatica. Il servizio del nostro inviato a Vienna, Alessandro De Carolis RealAudioMP3

L’Europa “non rinunci a se stessa”, non dimentichi il Vangelo che l’ha formata, le idee di libertà, di giustizia e di convivenza solidale scaturite dal giudaismo e dal cristianesimo, e dunque non tradisca la diretta conseguenza di ciò, ovvero l’idea che ogni uomo abbia dei diritti che non possono essere violati. Ha ruotato attorno a questi concetti fondamentali l’ampio e incisivo discorso che oggi pomeriggio Benedetto XVI ha pronunciato nella residenza del capo dello Stato austriaco, davanti ai rappresentanti della diplomazia internazionale.

Dopo un breve saluto protocollare con il presidente, Fischer, e i suoi familiari, davanti al Papa si è parato il sontuoso scenario illuminato a giorno della grande sala dei ricevimenti dell’Hofburg, la residenza imperiale che per oltre 600 anni fu l’emblema degli Asburgo. L’intermezzo di un quartetto d’archi ha introdotto agli interventi del capo dello Stato austriaco e di Benedetto XVI. Ai deputati e ai senatori della Repubblica - ma anche ai capi missione accreditati presso le agenzie internazionali con sede a Vienna, come pure agli esponenti delle università e della cultura - il Papa ha anzitutto espresso, come all’arrivo stamani, la gioia di trovarsi in Austria: Paese, ha riconosciuto, ricco a più livelli - naturalistico, culturale, artistico - che non crede di essere “un’isola felice” e tuttavia, ha affermato il Pontefice, “molto di ciò che possiede lo deve alla fede cristiana” e alla fede che “ha formato profondente il carattere” del Paese e della sua gente. In modo analogo, soffermandosi, è stato ribadito con forza da Benedetto XVI:

“L’Europa non può e non deve rinnegare le sue radici cristiane. Esse sono una componente dinamica della nostra civiltà per il cammino nel terzo millennio. Il cristianesimo ha profondamente modellato questo Continente"

E in un crescendo di esortazioni, Benedetto XVI ha invitato i governi a orientare in senso etico la globalizzazione - con “giustizia sociale” e “liberalità - si è fatto “portavoce dei nascituri” contro l’aborto e ha invocato un’urgente riforma strutturale in campo sanitario che contrasti con il ricorso organizzato all’“assistenza palliativa” la deriva dell’eutanasia, da lui definita un preoccupante “aiuto a morire”.

Durante il suo intervento, Benedetto XVI ha avuto questo pomeriggio parole per il suo pellegrinaggio di domani al Santuario di Mariazell, come aveva fatto questa mattina all’aeroporto, poco dopo il suo arrivo:

"Mariazell rappresenta non solo una storia di 850 anni, ma in base all’esperienza della storia – e soprattutto in virtù del rimando materno della Statua miracolosa a Cristo – indica anche la strada verso il futuro. In questa prospettiva vorrei oggi, insieme con le Autorità politiche di questo Paese e con i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali, gettare ancora uno sguardo sul nostro presente e sul nostro futuro”.

E un primo momento di spiritualità mariana si era avuto, sempre stamattina, quando il Papa aveva fatto sosta davanti alla statua “Mariensaule”, nella centralissima Piazza Am Hof. Al termine della cerimonia, la mattinata si era conclusa con l’immagine, intensa e fortemente simbolica, del Papa fermo in silenzio, a fianco del Gran rabbino, davanti al mausoleo della Shoah.

Da Vienna, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.








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