Il Papa agli austriaci: l'aborto non è un diritto umano, non dimenticate le vostre
radici cristiane
L’Europa che ha il suo carattere forgiato nello spirito del Vangelo non tradisca questa
sua vocazione di tutela della vita umana, in particolare con l’aborto e l’eutanasia,
sappia dare un volto umano anche ai processi della globalizzazione. La prima giornata
del settimo viaggio apostolico internazionale, che ha portato stamattina Benedetto
XVI in Austria, si è conclusa nel tardo pomeriggio con un importante discorso del
Papa davanti ai rappresentanti della politica diplomatica. Il servizio del nostro
inviato a Vienna, Alessandro De Carolis
L’Europa “non
rinunci a se stessa”, non dimentichi il Vangelo che l’ha formata, le idee di libertà,
di giustizia e di convivenza solidale scaturite dal giudaismo e dal cristianesimo,
e dunque non tradisca la diretta conseguenza di ciò, ovvero l’idea che ogni uomo abbia
dei diritti che non possono essere violati. Ha ruotato attorno a questi concetti fondamentali
l’ampio e incisivo discorso che oggi pomeriggio Benedetto XVI ha pronunciato nella
residenza del capo dello Stato austriaco, davanti ai rappresentanti della diplomazia
internazionale.
Dopo un breve saluto protocollare con il presidente, Fischer,
e i suoi familiari, davanti al Papa si è parato il sontuoso scenario illuminato a
giorno della grande sala dei ricevimenti dell’Hofburg, la residenza imperiale che
per oltre 600 anni fu l’emblema degli Asburgo. L’intermezzo di un quartetto d’archi
ha introdotto agli interventi del capo dello Stato austriaco e di Benedetto XVI. Ai
deputati e ai senatori della Repubblica - ma anche ai capi missione accreditati presso
le agenzie internazionali con sede a Vienna, come pure agli esponenti delle università
e della cultura - il Papa ha anzitutto espresso, come all’arrivo stamani, la gioia
di trovarsi in Austria: Paese, ha riconosciuto, ricco a più livelli - naturalistico,
culturale, artistico - che non crede di essere “un’isola felice” e tuttavia, ha affermato
il Pontefice, “molto di ciò che possiede lo deve alla fede cristiana” e alla fede
che “ha formato profondente il carattere” del Paese e della sua gente. In modo analogo,
soffermandosi, è stato ribadito con forza da Benedetto XVI:
“L’Europa non può
e non deve rinnegare le sue radici cristiane. Esse sono una componente dinamica della
nostra civiltà per il cammino nel terzo millennio. Il cristianesimo ha profondamente
modellato questo Continente"
E in un crescendo di esortazioni, Benedetto XVI
ha invitato i governi a orientare in senso etico la globalizzazione - con “giustizia
sociale” e “liberalità - si è fatto “portavoce dei nascituri” contro l’aborto e ha
invocato un’urgente riforma strutturale in campo sanitario che contrasti con il ricorso
organizzato all’“assistenza palliativa” la deriva dell’eutanasia, da lui definita
un preoccupante “aiuto a morire”.
Durante il suo intervento, Benedetto XVI
ha avuto questo pomeriggio parole per il suo pellegrinaggio di domani al Santuario
di Mariazell, come aveva fatto questa mattina all’aeroporto, poco dopo il suo arrivo:
"Mariazell
rappresenta non solo una storia di 850 anni, ma in base all’esperienza della storia
– e soprattutto in virtù del rimando materno della Statua miracolosa a Cristo – indica
anche la strada verso il futuro. In questa prospettiva vorrei oggi, insieme con le
Autorità politiche di questo Paese e con i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali,
gettare ancora uno sguardo sul nostro presente e sul nostro futuro”.
E un primo
momento di spiritualità mariana si era avuto, sempre stamattina, quando il Papa aveva
fatto sosta davanti alla statua “Mariensaule”, nella centralissima Piazza Am Hof.
Al termine della cerimonia, la mattinata si era conclusa con l’immagine, intensa e
fortemente simbolica, del Papa fermo in silenzio, a fianco del Gran rabbino, davanti
al mausoleo della Shoah.