Il Brasile celebra la Giornata del Grido degli esclusi
In Brasile si celebra oggi la 13.ma Giornata del “Grido degli Esclusi”. Durante la
Giornata – che coincide con la festa nazionale dell’indipendenza – vengono organizzate
manifestazioni in tutto il Paese per riaffermare il diritto di tutti i “dimenticati"
a partecipare alla costruzione della società. Quest’anno, in occasione di questo evento
si è svolto un plebiscito popolare volto alla ri-nazionalizzazione della Compagnìa
“Vale do Rio Doce”, prima produttrice mondiale di ferro e prima produttrice di bauxite
in America Latina, privatizzata nel 1997 ad un prezzo ritenuto irrisorio. Ma come
parlare del “grido degli esclusi” proprio nel giorno della festa dell’indipendenza
del Brasile? Silvonei Protz lo ha chiesto all’arcivescovo di Porto Velho
Moacyr Grechi:
R. –
L’indipendenza del Brasile è politica: siamo stati liberati dal giogo portoghese.
Ma l’indipendenza economica, l’indipendenza sociale lascia ancora molto a desiderare.
Allora, la Chiesa con altri movimenti popolari ha sentito la necessità di ricordare
proprio nel giorno dell’indipendenza alcuni aspetti dei programmi governativi che
devono essere cambiati. In questo caso, la "Vale do Rio Doce", che è una grande
Compagnia statale, è stata venduta a privati ad un prezzo considerato da moltissimi
specialisti ingiusto. Questa Compagnia ha accesso ai beni del sottosuolo e ha una
certa influenza. Quindi, tutto questo deve essere controllato dallo Stato. Per esempio,
la riforma agraria porta molte difficoltà, molti conflitti ed anche morti. E allora
questa è un’opportunità per svegliare il popolo a questa necessità di cambiamento,
di progresso.
D. – I movimenti sociali stanno rivendicando
un annullamento di questa vendita. A causa della sua irregolarità, c’è stato anche
un plebiscito contro questa vendita. Che cosa si aspetta da questo plebiscito?
R.
– Mi sarei aspettato molto se avessimo avuto del tempo per informare il nostro popolo.
Il tema esige una preparazione, non è facile da spiegare. E’ certo però che la vendita
è stata contestata da molti. Ci sono 107 processi contro la vendita, perché venga
considerata illegale. Era una Compagnia statale che produceva, che era positiva e
l’hanno venduta per pochi soldi. Oggettivamente non abbiamo avuto il tempo sufficiente
per un tema come questo, che deve essere uno dei temi fondamentali perchè il Brasile
sia una nazione, un popolo, e non un Paese diviso in pochi ricchi e moltissimi poveri.