2007-09-05 14:56:09

Nel messaggio all'Assemblea ecumenica europea di Sibiu, il Papa auspica "il dialogo della verità e l'incontro nel segno della fratellanza"


La “viva speranza” che progredisca il cammino ecumenico è al centro del messaggio che il Papa ha inviato alla Terza Assemblea ecumenica europea che si è aperta ieri a Sibiu in Romania. Il testo è stato è indirizzato al cardinale Péter Erdö, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), che riunisce le Chiese cattoliche del continente, ed al pastore Jean-Arnold de Clermont, presidente della Conferenza delle Chiese d’Europa, in rappresentanza delle Chiese e delle comunità ecclesiali ortodosse, anglicane e protestanti europee. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3
 
La ricomposizione della piena e visibile unità di tutti i cristiani è una priorità per Benedetto XVI fin dall’inizio del suo Pontificato: è quanto sottolinea il Papa stesso, per poi ricordare lo spazio che il Concilio Vaticano II ha dedicato al cammino ecumenico e frasi fondamentali di Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Ut Unum sint”: “la Chiesa cattolica – scriveva Giovanni Paolo II - si è impegnata in modo irreversibile a percorrere la via della ricerca ecumenica”; “credere in Cristo significa volere l’unità”. E, ancora con le parole di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI afferma che si tratta di “un cammino sicuramente difficile ma foriero di grande gioia”. A questo proposito Benedetto XVI ricorda la parte del cammino già fatta nel corso degli ultimi decenni e in particolare ricorda le precedenti Assemblee ecumeniche europee di Basilea, nel 1989, di Graz, nel 1997, fino alla firma della Charta Oecumenica a Strasburgo nel 2001. Oltre a incontri, celebrazioni: quello che il Papa definisce “un lavoro paziente di dialogo teologico”. E Benedetto XVI si sofferma sulla parola dialogo, spiegando che “si intesse là dove non c’è solo la parola ma anche l’ascolto, e dove nell’ascolto avviene l’incontro, nell’incontro la relazione e nella relazione la comprensione intesa come approfondimento e trasformazione del nostro essere cristiani”. “Il dialogo – aggiunge Benedetto XVI – “riguarda non solo il campo del sapere e di ciò che siamo capaci di fare. Esso fa parlare piuttosto la persona credente, anzi il Signore stesso in mezzo a noi”. “Convinto che l’incontro di Sibiu offrirà spunti preziosi”, il Papa si augura che crei “spazi di incontro per l’unità nella legittima diversità”. Il Papa invita tutti a chiedere a Dio l’unità e la pace per gli europei, accennando ai “ricordi dolorosi di cui non è scevra la storia europea” e ai “problemi sociali nell’era del relativismo”. Definisce la preghiera per l’unità “il cammino regale verso l’ecumenismo”. Nel suo messaggio, infine, Benedetto XVI ribadisce che le radici comuni sono molto più profonde delle divisioni.

 
E questa mattina, nel capoluogo della Transilvania, Sibiu, nella tenda allestita nella ‘Piazza Mare’ i circa duemila delegati di tutte le Chiese e comunità cristiane d’Europa si sono ritrovati per la prima assemblea plenaria della Terza Assemblea ecumenica del continente. Una mattinata dedicata alla preghiera comune, al messaggio di benvenuto del presidente rumeno Basescu e a quelli augurali dei vari rappresentanti del mondo cattolico, protestante e ortodosso. Servizio di Fabio Colagrande:RealAudioMP3


Un caloroso benvenuto a Sibiu, ‘città di cultura e spiritualità cristiana’ è giunto stamani a tutti i delegati dal metropolita Daniel, attuale ‘luogo-tenente’ del Patriarca di Romania. Ribadendo l’impegno decennale della sua Chiesa nel dialogo ecumenico, il metropolita Daniel ha ricordato con gioia la visita in Romania di Giovanni Paolo II nel 1999 e quella di tre anni dopo in Vaticano del Patriarca Teoctist, deceduto lo scorso 30 luglio. ‘Teoctist – ha sottolineato il Patriarca Ecumenico Bartolomeo nella sua meditazione d’apertura - ci osserva dall’alto e benedice questa assemblea’. ‘Siamo qui a Sibiu per ricordare la luce del messaggio evangelico che ha posto le fondamenta della civiltà europea’ ha proseguito Bartolomeo. ‘Cio’ non significa – ha aggiunto – che non ci sia spazio nel continente per altre religioni e culture’. Entrando nel vivo della materia ecumenica il Patriarca ha ribadito ‘la convinzione irremovibile del mondo ortodosso di dover fare tutto cio’ che è possibile per restaurare la sacra comunione tra le Chiese’, specificando come uno degli impedimenti principali al movimento ecumenico sia il modo differente con cui le diverse Chiese considerano i suoi fini. Ha ripreso il tema il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che nel suo intevento è tornato sulle critiche che – soprattutto dal mondo evangelico – sono giunte al recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede. ‘Non serve nascondere le ferite. Un ecumenismo di coccole o di facciata, non aiuta a compiere progressi; solamente il dialogo nella verità e nella chiarezza può sostenerci nell’andare avanti’ - ha affermato il porporato, ribadendo al contempo che ‘all’ecumenismo non c’è alternativa responsabile’, visto che ‘le nostre divisioni, e la storia ne è la dimostrazione, sono corresponsabili della secolarizzazione di questo continente’. E che ‘il cammino ecumenico non sia fatto di trionfalismi ma abbia la ‘durezza della croce’ lo ha ricordato oggi a Sibiu il cardinale Péter Erdö, presidente del CCEE che ha tuttavia sottolineato le nuove sfide che attendono i cristiani europei. Eccolo ai nostri microfoni:

 
"L’Europa ha bisogno di Cristo e noi siamo tutti quanti tenuti a rendere testimonianza del suo amore e della sua verità e ci sono tantissimi punti dove i cristiani possono rendere una testimonianza comune. Proprio questo giustifica la necessità ed anche l’importanza di questo incontro".







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