In Sri Lanka i ribelli preparano il reclutamento di oltre 60 mila "bambini soldato"
e sarebbero pronti ad usare armi chimiche contro l’esercito
A Vanni, nel nord dello Sri Lanka, alla recente sessione di esami di scuola media
si sono presentati solo il 7% degli alunni presenti nei registri. Gli altri sono rimasti
nascosti nelle loro case, nel terrore di essere rapiti e reclutati dalle milizie separatiste.
Questo l’allarme lanciato dal ministro locale per i Servizi sociali, Douglas Devanada,
leader tamil del Partito democratico del popolo Eelam (EPDP), e ripreso da AsiaNews.
Secondo il ministro, le “Tigri per la liberazione del Tamil”(LTTE) avrebbero deciso
di reclutare 60 mila bambini, uno da ogni abitazione del nord della penisola di Jaffna.
Devanada ha citato “rapporti affidabili”, che rivelano la possibile intenzione, da
parte del leader delle Tigri, Velupillai Prebhakaran, di “chiedere un aumento delle
piccole reclute in occasione del suo discorso per il Giorno dei Martiri, previsto
per il prossimo 26 novembre”. L’UNICEF parla di oltre 5.600 bambini soldato reclutati
dai ribelli a partire dal 2002, data della firma del cessate il fuoco tra l’esercito
e i separatisti. La cifra dei rapiti, la cui età media è di circa 16 anni, potrebbe
essere però decisamente più alta. Intanto il primo ministro dello Sri Lanka, Ratnasiri
Wickramanayaka, ha dichiarato davanti al parlamento di avere le prove che le milizie
Tamil intendano “attaccare con armi chimiche le forze di sicurezza”. I soldati avrebbero
infatti scoperto un traffico di grandi quantità di acido. Solo nell’ultimo mese 21
soldati e 27 civili sono stati uccisi nel conflitto contro le milizie separatiste.
(V.F.)