Ennesima mattinata di sangue in Iraq. Almeno 11 persone sono morte e altre 23 sono
rimaste ferite nell’esplosione di una bomba a Sadr City. Mentre sul fronte politico
si segnalano l’incontro tra il premier iracheno al Maliki e l’ayatollah Ali al Sistani,
massima autorità religiosa sciita del Paese, e le dichiarazioni di Bush che, da Sydney,
ha ribadito che non cederà mai alle pressioni per il ritiro totale delle truppe americane
dall’Iraq. Il nostro servizio:
Ancora violenze
in Iraq, dove un attentato dinamitardo a Sadr City, popoloso quartiere sciita alle
porte di Baghdad, ha causato la morte di almeno 11 persone e il ferimento di altre
23. Secondo fonti locali, l'attentato era diretto contro una pattuglia delle forze
statunitensi che circolava in zona. Forze statunitensi stamani hanno arrestato nella
città santa sciita di Kerbala un cittadino iracheno ritenuto legato ai Pasdaran, i
Guardiani della rivoluzione iraniana. In una nota diffusa a seguito dell’operazione,
il comando USA ha lanciato duro attacco al governo di Teheran, accusandolo di condurre
una guerra “per procura” in Iraq. Sempre stamani si è poi svolto l’incontro tra il
premier iracheno al Maliki e l’ayatollah Ali al Sistani, massima autorità religiosa
sciita del Paese. Durante il colloquio l’ayatollah ha rinnovato il suo appoggio al
governo e alle misure da esso adottate. Si registrano, infine, le importanti dichiarazioni
del presidente americano Bush che, in occasione del forum di cooperazione Asia-Pacifico
in corso a Sydney, ha ribadito che non cederà alle pressioni per il ritiro totale
delle truppe americane dall'Iraq, incassando il sostegno del premier australiano Howard.