2007-09-04 15:57:17

Palermo in festa per le celebrazioni di Santa Rosalia


A Palermo entrano oggi nel vivo le celebrazioni della festa di Santa Rosalia. Tanti i fedeli che già da ieri sera alle 21,30 sono saliti al Monte Pellegrino, partecipando alla tradizionale ‘acchianata’, come si dice in dialetto, percorrendo le due arterie che portano in cima al Monte. I devoti di Santa Rosalia salgono le trentasei rampe che portano al Santuario a piedi scalzi o in ginocchio: in mano, fiaccole o un bouquet di fiori freschi, nel cuore, la fede con cui affrontare una processione per chiedere una grazia o rispettare un voto precedente. Salute, lavoro, affetti: alla ‘Santuzza’ si rivolgono i palermitani, ma c’è anche qualcuno che arriva da lontano, come una giovane bengalese che prega per la pace nel mondo. La prima Messa è stata celebrata questa notte alle 2.00; alle 8,30 arriva un sacerdote dello Sri Lanka che celebra il rito per la comunità cattolica tamil palermitana, molto devota a Santa Rosalia. Questa mattina, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo ha presieduto la funzione religiosa alla presenza delle massime autorità civili e militari. “Rosalia – ha detto l’arcivescovo Romeo nell’omelia – ci ricorda che la nostra fede potrà salire alte cime e potrà elevarsi sul serio quando diventerà vita vissuta, concreta, nelle scelte quotidiane che si compiono tenendo presenti, nella mente e nel cuore, i Comandamenti di Dio, che si riassumono nella formulazione di Gesù: l'amore a Dio e l'amore ai fratelli”. “L’acchianata - ha proseguito l’arcivescovo di Palermo - è una parabola della vera ascesi. C’è una fatica nel salire in alto, nel far decollare la nostra fede perché diventi vita concretamente vissuta alla scuola del Vangelo. Potremmo dire di sì a quanto ci hanno insegnato. Potremmo dire di credere in Gesù Cristo e in quanto Egli ci ha lasciato detto nel suo Vangelo. Potremmo anche definirci buoni cristiani che non fanno del male a nessuno. Ma se le nostre convinzioni non si accompagnano a seri e concreti propositi di vita, restiamo vittime della nostra apparenza religiosa. Far salire di quota la nostra fede costa fatica, eppure non c'è salita senza fatica e sudore. In questa impegnativa fatica della nostra maturazione di fede, spesso anche le cadute ci insegnano a stare più attenti alla strada da percorrere, per evitare che altri ostacoli la intralcino. Anche il nostro peccato, nella parabola della vita, può insegnarci qualcosa: se individuato e messo nelle mani di Dio, ricco di misericordia attraverso il sacramento della Riconciliazione, ci torna utile per capire dove potremmo ancora sbagliare e cosa dobbiamo correggere di noi, ossia quali passi è necessario evitare in futuro”. (A cura di Alessandra Zaffiro) RealAudioMP3







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