2007-09-04 14:39:53

I vescovi di Cambogia e Laos, in visita ad Limina, portano al Papa le sofferenze e le speranze della minoranza cattolica dei due Paesi asiatici


I vescovi della Cambogia e del Laos hanno iniziato la loro visita ad Limina. Ieri il primo gruppo di presuli ha incontrato a Castel Gandolfo il Papa. Le Chiese dei due Paesi asiatici contano un numero esiguo di fedeli, che hanno saputo affrontare, negli anni, con coraggio, prove durissime. In Cambogia e Laos, oltre il 90 per cento della popolazione è buddista e solo da qualche anno le Chiese sono rappresentate da un’unica Conferenza episcopale. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3


Radicata da più di quattrocento anni, la Chiesa in Cambogia ha vissuto un periodo drammatico fra gli anni '70 e '80. Il regime di Pol Pot aveva cercato di eliminarla distruggendo anche diversi luoghi di culto. Solo nel ‘92, nel Paese, è stata riconosciuta la libertà religiosa e oggi i rapporti della Chiesa con le autorità di Phnom Penh sono buoni. Su 13 milioni di abitanti si contano circa 23 mila cattolici, che attraverso organizzazioni non governative e, più recentemente, comunità parrocchiali, si sono impegnati nell’educazione, nella sanità e nella cultura, portando avanti anche progetti sociali. Per rendere più visibile la propria presenza, la Chiesa cambogiana ha affidato al Centro nazionale per la Comunicazione sociale cattolica (CSC) la pubblicazione di periodici e la produzione di video, cd e programmi radiofonici per i giovani. A contribuire all’immagine favorevole di cui la Chiesa, oggi, gode nel Paese è stato Giovanni Paolo II, che nell’84, visitando la Thailandia, si è recato in un campo profughi al confine con la Cambogia, lasciando un vivo ricordo della solidarietà manifestata nei confronti dei rifugiati. Dal 2004 i vescovi della Cambogia hanno un proprio sito internet, all’indirizzo www.catholiccambodia.org (in khmer, inglese, francese e spagnolo), dove è possibile conoscere le attività del vicariato Phnom Penh e delle due prefetture apostoliche del Paese. Più difficile, ancora oggi, invece, la vita della Chiesa nel Laos, dove il regime comunista ha espulso, negli anni ‘70, tutti i missionari stranieri, requisito le chiese, e imprigionato sacerdoti e vescovi. Qualche timida apertura si è avuta a partire dagli anni ‘90, ma le restrizioni alle attività religiose rimangono forti. Nel Paese, su sei milioni di abitanti, i cattolici sono circa 40 mila. La rinascita difficile della Chiesa si deve al grande impegno dei laici, soprattutto nel campo della catechesi e nella promozione umana. Nel Paese, tuttavia, non è consentito ad istituzioni cattoliche avere scuole proprie, centri di formazione, ospedali. Da decenni, nel Laos, è particolarmente attiva la missione degli Oblati di Maria Immacolata che recentemente hanno chiesto l’apertura del processo di canonizzazione per un sacerdote e un catechista, vittime delle persecuzioni degli anni ’60.







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