2007-09-04 16:03:05

Doppio attentato in Pakistan contro funzionari governativi: almeno 24 morti – In Danimarca sventato un attacco terroristico. La polizia ha arrestato 8 persone sospettate di avere legami con Al Qaeda


Almeno 24 morti e 70 feriti: è il tragico bilancio del duplice attentato avvenuto questa mattina a Rawalpindi, in Pakistan. Obiettivo degli attacchi kamikaze, avvenuti a breve distanza l’uno dall’altro, erano i funzionari governativi, in particolare del Ministero della Difesa, impiegati in questa cittadina militare a pochi chilometri dalla capitale Islamabad. Per un’analisi di quanto sta avvenendo nel Paese, sentiamo Loretta Napoleoni, esperta dell’area, intervistata da Stefano Leszczynski.RealAudioMP3


R. – Sicuramente, questo è un attacco che è legato all’azione militare che Musharraf sta conducendo all’interno del Waziristan, regione tribale tra l’Afghanistan e il Pakistan dove si presume siano nascosti sia Osama bin Laden sia Al Zawiri; quindi, in un certo senso, è una ‘rimonta’ degli islamici integralisti all’interno del Pakistan. E’ un attacco molto serio, perché vuol dire che sta portando la lotta dall’Afghanistan all’interno del Pakistan.

 
D. – Nell’ottica delle prossime elezioni presidenziali e parlamentari che ci saranno in Pakistan, c’è quindi da prevedere un aumento degli attentati di questo tipo?

 
R. – Sicuramente ci sarà un aumento degli attentati di questo tipo; sicuramente, l’accordo che si sta ventilando tra Benhazir Bhuto e Musharraf è un accordo ancora molto, molto debole. Io dubito che gli islamici accetteranno un ritorno di Benhazir Bhuto: non dimentichiamo che quando era al potere, c’erano stati diversi attentati condotti proprio dagli islamici legati ad Osama bin Laden.

 
D. – Parliamo degli obiettivi del terrorismo di al Qaeda in Pakistan. I miliziani dell'organizzazione terroristica otrebbero accontentarsi della semplice caduta di Musharraf o è una vera e propria guerra per il controllo dell’intero Paese?

 
R. – Io credo che al Qaeda non sia così importante all’interno di quello che sta succedendo in Pakistan, quanto invece i 'signori della guerra' e i capi tribù della zona del Waziristan, i quali non hanno mai accettato un governo centrale. In un certo senso, si stanno appoggiando ad al Qaeda, si sono alleati. Per cui penso che la vera forza di destabilizzazione all’interno del Pakistan sia una forza – purtroppo! – a carattere nazionale, e quindi di pakistani.

- Dopo la visita di ieri a sorpresa in Iraq, il presidente statunitense, George W. Bush, è partito alla volta di Sidney per partecipare al Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC). Illustrando l’attuale situazione irachena, Bush ha detto ieri che sarà possibile ridurre le forze statunitensi se continueranno i progressi nel Paese arabo. “Gli Stati Uniti - ha aggiunto - non abbandoneranno il popolo iracheno”. In Iraq, intanto, è stata confermata la pena di morte pronunciata contro Ali Hassan Al Majid, detto ‘Alì il chimico’, per il ruolo assunto nel genocidio di 180 mila curdi alla fine degli anni ‘80.

- Non si fermano le violenze in Afghanistan, dove secondo dati forniti dal governo almeno 500 poliziotti hanno perso la vita, negli ultimi mesi, a causa di agguati da parte di guerriglieri. Anche oggi si registrano nuovi attacchi ai danni delle forze di sicurezza governative: tre agenti afghani sono rimasti uccisi in due distinti attentati kamikaze. Violenze anche nel sud del Paese, dove nelle ultime ore sono morti almeno 16 guerriglieri in seguito a scontri con truppe afgane. Tra le vittime c’è anche un comandante, il mullah Mateen, che sarebbe stato coinvolto con un ruolo di primissimo piano nel sequestro di 23 missionari sud-coreani, rilasciati la scorsa settimana.

- In Libano, i miliziani del gruppo integralista Fatah al-Islam, scacciati domenica dalle truppe libanesi dal campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, stavano pianificando un attentato contro il patriarca di Antiochia dei Maroniti, cardinale Nashallah Sfeir. Lo rende noto il quotidiano libanese As-Safir, aggiungendo che alcuni integralisti hanno più volte seguito gli spostamenti del porporato.

- “E’ impensabile continuare a rifornire Gaza di elettricità, acqua e carburante mentre i cittadini israeliani restano bersagli viventi” dei razzi lanciati da estremisti palestinesi: così si espresso il vice primo ministro israeliano, Haim Ramon, stretto alleato del premier Ehud Olmert, all’indomani del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso la cittadina israeliana di Sderot, nel sud del Paese.

- La Danimarca torna nel mirino del terrorismo internazionale. Questa mattina, a Copenaghen, i servizi di sicurezza hanno arrestato otto persone sospettate di progettare attentati dinamitardi. Secondo quanto riferito dalla polizia danese, si tratta di giovani militanti islamici legati al Qaeda. Un precedente comunicato dei servizi segreti spiegava poi che “gli arresti sono il risultato di un lungo periodo di sorveglianza di alcune persone sospettate di preparare un atto terroristico con esplosivi”. La retata di stamani è la terza in due anni contro cellule della rete internazionale del terrore, presenti nel Paese.

- L’ex presidente iraniano, Ali Akbar Hasehmi Rafsanjani, è stato eletto oggi alla guida dell’Assemblea degli esperti, massimo organo religioso dell’Iran. Rafsanjani, eletto con 41 voti sui 76 espressi nell’organismo composto da 86 membri, sostituisce l’ayatollah Ali Meshkini, morto in luglio. La sua vittoria rappresenta una netta sconfitta per lo schieramento conservatore del presidente Ahmadinejad. L’Assemblea degli esperti, eletta nel dicembre scorso, è un organo composto da religiosi che hanno il compito di supervisionare l’attività della Guida suprema, la più alta autorità della Repubblica iraniana, e di nominarne un successore nel caso di decesso o sostituirlo in caso incapacità.

- Gli Stati Uniti hanno smentito quanto riferito ieri da un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, secondo cui la Corea del Nord, a seguito della sua rinuncia al nucleare, sarebbe stata tolta dalla lista dei cosiddetti “Paesi canaglia”, stilata dal governo americano. La precisazione è arrivata dal vice segretario di Stato statunitense, Christopher Hill, capo negoziatore per la crisi relativa al programma nucleare della Corea del Nord. La presenza o la cancellazione della Corea del Nord dalla lista – ha detto Hill - dipende da loro progressi del governo di Pyongyang sulla via della denuclearizzazione”.

- In Cina, il governo ha annunciato nuove misure per tutelare con più efficacia i diritti umani. Nel Paese asiatico si è poi appena conclusa una campagna per proteggere l’ambiente. Ma agli sforzi dell’esecutivo cinese per cercare di raggiungere gli standard occidentali in vari ambiti si contrappongono, sul versante internazionale, nuove possibili cause di frizione. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Il governo cinese ha elaborato il primo piano nazionale per contrastare il dramma del traffico di esseri umani e proteggere donne e bambini dalle piaghe della prostituzione e dei lavori forzati. Tradizionalmente, il traffico di esseri umani in Cina era associato all’adozione o al matrimonio coercitivo. Adesso sono lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato e quello minorile le principali ragioni di questo turpe fenomeno. In Cina sono poi sempre più allarmanti gli effetti legati all’inquinamento. Per cercare di ridurre le conseguenze di questo altro grave fenomeno, legato ad una espansione industriale che richiede alti quantitativi di energia, l’Amministrazione statale per la protezione ambientale (SEPA) ha ordinato la chiusura di 400 industrie. Ad altre 249 è stata imposta la sospensione della produzione e a 102 industrie è stata data una scadenza per migliorare gli standard ambientali. I provvedimenti restrittivi sono stati presi al termine di una campagna di due mesi, condotta dall’ente cinese in cinque zone industriali dislocate lungo i maggiori fiumi del Paese. Sono state prese in esame più di 1100 aziende. Secondo molti osservatori, si tratta di mosse compiute dal governo cinese per cercare di accrescere la propria credibilità, soprattutto in vista delle Olimpiadi del 2008 che si terranno proprio nel Paese asiatico. Di questioni economiche, emergenze climatiche e diritti umani si discuterà poi durante il Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC), che inizia oggi a Sydney. Al Vertice, dove è prevista la partecipazione dei leader di 21 Paesi tra cui i presidenti americano e cinese, si parlerà secondo anticipazioni di stampa anche di un presunto attacco informatico contro il sito del Pentagono. Fonti citate dal quotidiano ‘Financial Times’, hanno rivelato, infatti, che militari cinesi sarebbero riusciti a violare, lo scorso mese di giugno, il sito del Ministero della Difesa degli Stati Uniti. Secondo diversi funzionari del Pentagono, l’esercito cinese ha la capacità di disabilitare sofisticati sistemi informatici in caso di conflitto.

- In un’azienda agricola della regione di Krasnodar, nel sud est della Russia è stato scoperto il virus H5N1 dell’influenza aviaria. Lo ha reso noto l’agenzia Interfax, citando il servizio federale russo del controllo veterinario. L’allevamento è stato messo in quarantena. La presenza del virus era stata riscontrata, lo scorso febbraio, sia nella regione di Krasnodar sia in quella di Mosca.

- Denuncia di Medici senza Frontiere nei confronti delle autorità etiopiche, che hanno negato ai propri operatori sanitari l’accesso a cinque zone della Somali Region, al confine con la Somalia, dove dall’inizio di luglio è in corso un conflitto tra le truppe regolari ed alcune milizie ribelli. Nel luglio scorso, l’organizzazione sanitaria aveva condotto missioni esplorative nell’area, dove la crisi umanitaria va deteriorandosi di giorno in giorno. Salvatore Sabatino ha raccolto la testimonianza di Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF – Italia:RealAudioMP3


R. – Nelle zone di conflitto, dove abbiamo lavorato fino alla fine di luglio e abbiamo visto villaggi bruciati, villaggi vuoti, abbiamo parlato con gente fuggita dalle proprie case a causa del conflitto: è grave, ma si aggrava giorno dopo giorno. A causa anche del blocco imposto dalle autorità, un blocco che impedisce l’arrivo di cibo, l’arrivo di beni di prima necessità ...

 
D. – Quali sono le richieste che voi ponete alle autorità di Addis Abeba?

R. – Lasciare che i nostri operatori possano continuare il lavoro di assistenza a questa popolazione che vive una situazione estremamente precaria. Dobbiamo ribadire il fatto che questa regione è una regione molto povera, predisposta alle carestie e ad emergenze nutrizionali: per questo, non possiamo perdere neanche un giorno per portare aiuti a questa popolazione.

 
D. – In particolare, di che cosa ha bisogno la popolazione?

R. – Innanzitutto, accesso al cibo, alle cure e ai beni di prima necessità. Questo sarà possibile solo se gli operatori umanitari potranno lavorare senza veder negato il loro accesso.

 
D. – Se lei avesse la possibilità di lanciare un appello alla comunità internazionale, che cosa direbbe?

 
R. – La comunità internazionale deve aiutare questa popolazione e deve garantire l’accesso agli aiuti per la popolazione.

 
D. – Dopo questa denuncia, quale risposta vi aspettate?

 
R. – La nostra speranza è di poter soccorrere la popolazione in pericolo e il nostro timore è di non avere ripercussioni, conseguenze sull’intera missione di Medici senza frontiere in Etiopia.

- Almeno 21 persone sono morte a causa di violenti scontri scoppiati in Burundi tra due fazioni del sedicente gruppo “Forze di liberazione nazionale” (FLN). A provocare i combattimenti è stata la nomina di Agathon Rwasa a capo del gruppo. Le vittime appartengono alla fazione che si oppone a questa nomina.

- In Giamaica, non sono ancora ufficiali i risultati delle elezioni politiche tenutesi ieri nella ex colonia britannica. Fonti ufficiose hanno reso noto che il Partito laburista (JLP), guidato dall’avvocato Bruce Golding, ha ottenuto 31 seggi. Lo schieramento socialdemocratico (PNP), del premier Portia Simpson Miller, ha ottenuto invece 29 seggi. Il servizio di Maurizio Salvi:RealAudioMP3


Fonti elettorali hanno indicato che l’opposizione del partito laburista, di tendenza conservatrice, ce l’avrebbe fatta a scalzare dal potere il partito nazionalpopolare, di orientamento socialdemocratico, sia pure per soli due seggi di vantaggio. E’ stato a questo punto che il premier, la signora Portia Simpson-Miller, è entrata nel quartier generale del partito per annunciare, davanti a centinaia di militanti che, nonostante un apparente risultato non favorevole, non avrebbe ammesso la sconfitta fino ad oggi nei confronti del partito laburista. “La votazione ha dato un risultato troppo di stretta misura – ha detto Portia Simpson-Miller – e per varie ragioni, anche costituzionali, non è mia intenzione concedere la vittoria”. Va detto che il PNP è al potere dl 18 anni e che la premier sperava di assicurarsi un nuovo mandato quinquennale. La riconferma sembrava una formalità, ma il passaggio dell’uragano Dean, a metà agosto, non ha costretto soltanto le autorità a rinviare le elezioni - previste per il 27 agosto- di una settimana, ma anche fatto crollare il PNP nei sondaggi. Questo a ragione della delusione della popolazione per la scarsa efficacia dell’azione del governo a favore dei sinistrati. (Dall’America Latina, Maurizio Salvi, Ansa, per la Radio Vaticana)

- Oltre duemila persone evacuate e allarme rosso su tutta la costa caraibica. Così l’Honduras si prepara all’arrivo, previsto per oggi, dell’uragano Felix, che sta procedendo nel mar dei carabi ad una velocità di 35 chilometri orari, con venti che soffiano fino a 240 chilometri l’ora. Tuttavia, secondo le previsioni, la tempesta continuerà a perdere di intensità. L’uragano ha raggiunto, nelle ultime ore, la categoria 5. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco e Marco Guerra)

 
 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 247

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