2007-08-30 15:03:29

I giovani attendono con gioia l’incontro con il Papa a Loreto: così, ai nostri microfoni, il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco


E’ grande l’attesa a Loreto, fra quanti sono già arrivati per prepararsi all’incontro con Benedetto XVI, l’1 e 2 settembre prossimi. Al microfono di Luca Collodi il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Angelo Bagnasco, descrive cosa si aspettano i giovani da questo evento. Nell’intervista, l'arcivescovo di Genova si sofferma anche sugli incendi di questi giorni provocati dai piromani e sulla questione del rapporto fra Unione Europea e Chiesa cattolica in Italia. Ma i giovani sono consapevoli dell’importanza dell’incontro con il Papa? Ecco la risposta di mons. Bagnasco:RealAudioMP3


R. – Sicuramente sì! Penso che molti a livello proprio di consapevolezza di coscienza, altri – molto probabilmente – a livello più inconscio, di intuizione, di speranza, auspicano che dall’incontro con il Santo Padre possa scaturire una risposta a quello che è il cuore dei giovani anche di oggi. Nonostante tante apparenze, tanti fatti contraddittori in cui si trova il mondo giovanile, episodi anche di grave incoerenza, il cuore dei giovani oggi è profondamente e sinceramente alla ricerca di ideali alti, di qualche cosa di grande per cui spendere la propria vita, le proprie energie. E quindi, il mondo giovanile italiano – credente e non credente – penso che veda nella figura del Santo Padre, in modo particolarissimo, una risposta agli ideali alti che essi cercano e attendono.

D. – Uno degli aspetti dell’incontro di Loreto riguarda anche il rispetto del Creato. Questi giorni sono stati al centro dell’attenzione per il problema degli incendi. Lei che cosa può dire al riguardo, per esempio pensando ai piromani?

 
R. – Una grande tristezza per queste persone, innanzitutto, che vanno in giro a delinquere in questa forma, o in chiave patologica – nel senso di "creare un film" di cui sono in qualche modo protagonisti – oppure per motivi di puro interesse economico e di parte, individualistico. Poi, certamente, il dolore nel vedere deturpato questo patrimonio naturale che è a disposizione di tutti gli uomini come dono di Dio.

 
D. – Cosa può fare la Chiesa per difendere la natura e il Creato?

R. – Una catechesi sempre più mirata che richiami al fatto che il Creato è – appunto – “creato” da Dio per amore degli uomini, perché sia il giardino, perché sia la casa, l’habitat dove l’uomo può sentirsi a casa e quindi sviluppare al meglio le proprie potenzialità e la dimensione sociale. Quindi, una catechesi che favorisca sempre di più e meglio la coscienza delle persone, insieme ad una coscienza etica. E’ necessario recuperare la dimensione etica dei valori, del bene e del male, del vero e del falso. Quindi, non sono le emozioni o gli interessi particolari che possono essere il criterio della moralità, ma i valori oggettivi che sono insiti nelle cose e che richiedono da parte di tutti la consapevolezza e il rispetto.

 
D. – A margine dell’incontro di Loreto, della Giornata del Creato, sulla stampa di questi giorni troviamo articoli che riguardano il rapporto tra l’Unione europea e la Chiesa cattolica in Italia, per presunte agevolazioni fiscali...

R. – Io spero che ci sia un atteggiamento sereno, non pregiudiziale, non ideologico. E’ necessario che ci sia un approccio alla Chiesa – senza pregiudizi, senza ideologie e senza interessi di parte, espliciti o nascosti – e quindi si riconosca espressamente l’opera continua che nei secoli la Chiesa ha posto in essere e continua a porre in essere a favore dei più poveri e dei più deboli, mettendo a disposizione le risorse sia umane sia economiche, finanziarie di cui dispone la comunità cristiana. Inoltre, bisogna considerare – e anche questo è noto – che certe esenzioni riguardano tutti gli enti no-profit, proprio per favorire, per riconoscere – innanzitutto – gli scopi di questi enti, tra cui evidentemente la Chiesa, che si occupano concretamente, stabilmente e continuativamente dei problemi dell’emarginazione, della fragilità, della debolezza, della povertà. Questo ha una grande ricaduta a livello sociale.

 
D. – Mons. Bagnasco, questo intervento dell’Unione Europea tocca in particolare il tema della sussidiarietà, sul quale la Chiesa italiana è molto impegnata …

R. – Certo. Penso e spero che questa presenza e questa azione di sussidiarietà che perdura nei secoli e nei millenni da parte della Chiesa e della comunità cristiana in tutte le forme, sia riconosciuta a tutti i livelli; non solo riconosciuta, ma anche riconosciuta con stima, con fiducia e anche con gratitudine.

 
"Sentinelle della sicurezza": sono gli oltre 1000 volontari al lavoro per la buona riuscita dell’incontro di Benedetto XVI con i giovani a Loreto, di sabato e domenica prossimi. Riconoscibili per i loro di pantaloncini blu e maglietta gialla, saranno un punto di riferimento nella spianata di Montorso per qualsiasi tipo di emergenza o informazione. I volontari sono coordinati da 60 capo-equipe che, dall’autunno del 2006, sono stati inseriti in un apposito programma formativo. Dunque, il lavoro di preparazione dell’Agorà è iniziato molto prima dell’incontro del prossimo fine settimana. Lo conferma al microfono di Paolo Ondarza, Maurizio Bernassola, responsabile dei volontari dell’ "Agorà":RealAudioMP3


R. – Il lavoro, in effetti, è iniziato molto prima. Noi abbiamo formato 60 capo-equipe e abbiamo affrontato sia i problemi legati alla precarietà – la precarietà negli affetti, nell’appartenenza alla Chiesa, la precarietà nel lavoro – e da lì poi abbiamo anche proseguito nella formazione per quanto riguarda i servizi da svolgere all’interno di Montorso.

 
D. – Vogliamo dire chi sono i volontari?

 
R. – I volontari sono ragazzi dai 18 ai 35 anni; generalmente sono studenti. C’è anche una buona percentuale già inserita nel mondo del lavoro. Ma sono anche ragazzi che il sabato sera vanno in discoteca: come tutti, diciamo. Soltanto che hanno fatto una scelta: destinare le ferie al servizio, un servizio che non sarà molto riposante, come si può immaginare. Il compito loro affidato richiede un impegno quasi 24 ore su 24 ...

 
D. – Perché un giovane sceglie di trascorrere il periodo che dovrebbe essere di vacanza "controcorrente" spendendosi per gli altri?

R. – Ogni ragazzo, ogni ragazza, porta nel suo bagaglio personale la motivazione per cui ha scelto. Parlando con i ragazzi si nota il senso di appartenenza alla Chiesa e anche questa voglia di incontrare Benedetto XVI e di ascoltare la sua parola. I ragazzi sono stati colpiti dalla sua parola a Colonia: c’è questa voglia di ascoltarlo di nuovo, perchè indichi la strada ...

 
D. – Qual è l'auspicio dei volontari?

 
R. – Noi siamo quelli al servizio per la migliore riuscita dell’incontro. Ma quello che non perdiamo di vista è l’obiettivo finale: questo incontro per noi è evangelizzazione, è cercare di portare all’altro, alla persona, la Parola di Dio e soprattutto la comunione tra i ragazzi, il far vedere che è possibile servire veramente l’Amico che non tradisce mai, che è Gesù, nella quotidianità ...

D. – Ecco: l’incontro con il Papa, le sue parole sono da stimolo per continuare ad impegnarsi anche oltre Loreto ...

 
R. – Certo! Anche perché questa è l’ottica del triennio dell’Agorà. Noi incontriamo il Santo Padre proprio per ricaricarci, per tornare nelle nostre comunità, nella scuola o nel lavoro, al pub o in pizzeria, e cercare di essere testimoni, testimoni di quell’Amore vero!

 
E a Loreto giungerà anche la "Fiaccola di Lolek", che ha iniziato il suo cammino per l’Europa in memoria di Giovanni Paolo II nel marzo 2006. Ieri, dunque, la fiaccola è ripartita da San Pietro con i giovani pellegrini diretti a Loreto per incontrare Benedetto XVI. A Roma, anche la inedita tappa nel penitenziario di Rebibbia, che ha inteso rievocare il perdono concesso da Karol Wojtyla al suo attentatore Ali Agca e consentire una partecipazione simbolica dei detenuti all’evento in programma questa fine settimana. Il servizio di Silvia Gusmano:RealAudioMP3


E’ infuocato dal sole il piccolo cortile della casa di reclusione di Rebibbia, dove alle quattro del pomeriggio una trentina di detenuti aspettano l’arrivo della "Fiaccola di Lolek". Giunge da lontano questa torcia che, accesa da Giovanni Paolo II nel 2000, ha già percorso 15 mila chilometri illuminando i luoghi di culto di tutt’Europa. Dopo la scomparsa del Pontefice, un gruppo di fedeli l’ha presa in custodia, l’ha ribattezzata con il nome con il quale Wojtyla veniva chiamato nell’infanzia e l’ha condotta da Roma sino a Cracovia nei due anniversari della sua morte. La "corsa-preghiera" di Lolek è ripresa ieri mattina, quando i giovani diretti a Loreto per incontrare Benedetto XVI hanno acceso la fiamma in San Pietro e si sono diretti al carcere romano di Rebibbia. Qui, hanno consegnato ai detenuti la fiaccola passata di mano mano durante il corteo che ha sfilato all’ombra delle alte mura carcerarie. Profondo il valore simbolico dell’iniziativa e dell’invito rivolto ai presenti da una delle madrine della Fiaccola, Alessandra Gallo:

 
“Vogliamo che tutti siano con noi, anche se solo spiritualmente. Per questo volevamo incontrare questi giovani detenuti e dire loro: ‘Non siete soli, non perdete mai la speranza, e che questa luce scaldi sempre i vostri cuori’”.

 
Nel corso di una breve cerimonia, uno dei cappellani di Rebibbia, don Massimiliano Dilisa, ha spiegato che la presenza di questa luce speciale tra chi vive dietro le sbarre ricorda anche il perdono concesso da Giovanni Paolo II al suo attentatore Ali Agca. La fiaccola simboleggia l’amore di Dio Padre verso tutti i suoi figli, come ha sottolineato il sacerdote:

 
“Non è per i nostri meriti che il Signore ci ama, ma Lui ci ama dall’inizio. Nel momento in cui ci accorgiamo di questo, nasce in noi una luce, una spinta nuova. Lui non ci giudica, Lui non ha bisogno di chissà quali prove: ci ama e basta!”.

 
Qualche sorriso ha illuminato il volto dei presenti, molti hanno abbassato lo sguardo. E uno di loro, a nome di tutti, ha ringraziato il Santo Padre “perchè - ha detto - questa luce giunge, come un segno di speranza tra chi non sorride mai”.







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