2007-08-26 14:36:11

Pubblicato in questi giorni l'ultimo libro di mons. Vincenzo Paglia "L'amore cristiano"


“L’Amore cristiano”. Questo il titolo dell’ultimo libro, edito dalle Paoline, del vescovo di Terni-Narni-Amelia Vincenzo Paglia. Prendendo spunto dall’Enciclica del Papa, Deus caritas est, il presule ripercorre la storia della profonda relazione tra Dio e l’uomo dall’inizio dei tempi ad oggi. Punto di arrivo, la società contemporanea che spesso sembra vivere senza padre. Ma quali sono le tracce più significative della presenza di Dio nei secoli? Risponde così l’autore, al microfono di Silvia Gusmano:RealAudioMP3


R. - Si possono distinguere alcune grandi tappe che singolarmente rispondono ai grandi periodi di rinascita della Chiesa. La prima grande tappa è quella neotestamentaria, con lo strutturarsi delle prime comunità cristiane, poi troviamo il monachesimo e le prime strutturazioni diocesane, poi c’è la riforma francescana dei poveri del primo millennio e poi quella successiva al Concilio di Trento, poi quella ottocentesca, per rispondere alle diverse povertà che via via si mostravano nei secoli. Insomma, quel che volevo dire con questo libro è che la carità si fa storia e fermenta l’intera società fino a trasformarla anche nel profondo.

 
D. - Anche l’Enciclica del Santo Padre, Deus caritas est, e il suo ultimo libro riaffermano con forza la dimensione storica dell’amore di Dio…

 
R. – Devo dire che l’Enciclica del Papa è stata un po’ il motivo per la scrittura di questo libro: volevo rispondere immediatamente a questo grande affresco del Papa che ci richiama alla centralità dell’amore con un contributo che ne mostrasse l’attualità.

 
D. - Lei muove dalla constatazione che la nostra società vive ormai da tempo senza un padre e quindi senza amore. Come ritrovare la presenza di Dio nel mondo talvolta disumanizzato di oggi?

 
R. – La carità deve diventare cultura. In un mondo pieno di conflitti, in un mondo di soli, di orfani, l’amore non deve essere semplicemente una cosa astratta ma l’amore si immerge nel concreto della storia e la carità, come dice il Papa, “è un cuore che vede e che interviene”. Il primato del cristiano è quello dell’ascolto: se noi sappiamo ascoltare la Parola di Dio riusciamo ad accogliere l’amore di Dio e quindi sapremo essere buoni samaritani, persone che si chinano sulle ferite di tutto il mondo. Questo ha un suo spessore anche politico: come è possibile un futuro di pace se il 20% della popolazione del mondo possiede l’80% delle ricchezze? Ecco, allora, che una buona politica deve ripartire dalla attenzione ai più deboli, ai più poveri. La globalizzazione del mercato ha bisogno della globalizzazione dell’amore, se vogliamo costruire un futuro di pace per tutti.







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