La crisi in Belgio: il vescovo di Namur invita il Paese all'unità
In Belgio si aggrava la crisi politica che si e' aperta dopo la rinuncia, giovedi'
sera, del premier incaricato, il leader cristiano-democratico fiammingo Yves Leterme.
Nei prossimi giorni, Re Alberto II dovrà individuare un politico che possa ricucire
i contrasti tra i partiti fiamminghi e francofoni; intanto l’Europa esprime preoccupazione
per questa crisi che rischia di accrescere le divisioni all'interno del Paese. Ce
ne parla Marco Guerra.
In
Belgio è completa paralisi politica dopo la rinuncia di Yves Leterme, il
leader cristiano-democratico fiammingo che lo scorso 15 luglio era stato incaricato
da Re Alberto II di condurre le trattative per formare un governo di centro-destra.
Non sono quindi bastati i 40 giorni di estenuanti colloqui con i partiti fiamminghi
e francofoni che formano l’eterogenea maggioranza uscita dalle urne. Adesso il sovrano
è al lavoro per individuare un'altra personalità politica a cui affidare la formazione
del nuovo esecutivo. Secondo la stampa nazionale la scelta ricadrà probabilmente su
un francofono. Certo è che il nuovo premier incaricato dovrà superare lo stallo sulla
spinosa questione della riforma costituzionale. Riforma fortemente sostenuta dalla
compagine fiamminga che chiede maggiore autonomia per le tre regioni Belghe e in particolare
per le Fiandre, ma vista con sospetto dalle formazioni francofone. E la crisi, che
riflette le profonde divisioni all’ interno del Paese, preoccupa anche le istituzioni
europee. Sulla vicenda è infatti intervenuto il presidente dell’Eurogruppo, nonché
premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, affermando che il Belgio “rischia di
annientare la sua credibilità europea”.
Sull’attuale crisi politica,
Armance Bourgois della nostra redazione francese, ha intervistato il vescovo
di Namur, mons. André-Mutien Léonard, che – come lui stesso ha precisato –
ci offre la sua opinione personale:
R. –
Nous n’avons, évidemment, aucune position officielle de nature directement ... Ovviamente,
la nostra non è una posizione ufficiale di natura prettamente politica, perché non
è compito nostro, interferire nei negoziati di carattere politico. E’ chiaro che noi
ci auguriamo che il Paese possa uscire da questa impasse nel più breve tempo possibile
e che si riesca a trovare una soluzione che possa, alla fine, onorare contemporaneamente
l’essenziale unità del Paese, in un modo o nell’altro, e le rivendicazioni legittime
delle diverse comunità che lo compongono. Sappiamo bene che si fa presto ad esprimere
tale augurio, mentre non è altrettanto facile realizzarlo concretamente. Le nostre
due comunità, infatti, si evolvono in direzioni diverse ...
D.
– La Chiesa può svolgere un ruolo pacificatore nelle tensioni tra fiamminghi e valloni?
R.
– L’Eglise du Belgique demeure jusqu’à aujourd’hui une, unie … A tutt’oggi
la Chiesa del Belgio è una e unita anche se – è vero ! – i problemi che si pongono
in ambito ecclesiale non sono gli stessi al Nord e al Sud del Paese; ma questo non
ci impedisce di avere una certa unità di punti di vista, di avere concertazioni ed
incontri molto regolari. In realtà, vorremmo che la stessa cosa fosse possibile per
il Paese. E’ ovvio che il Paese ha due componenti fondamentali che sono molto diverse
tra loro; ciò nonostante, siamo “condannati” a dover trovare una forma di concertazione,
perfino di unione interna in uno Stato federale. Non si riesce a pensare come il Belgio
possa permettersi il lusso di dividersi in maniera radicale! All’estero, godiamo della
fama di essere il popolo dei compromessi, al punto di parlare spesso di un “compromesso
alla belga”. Mi rendo conto, però, che la crisi attuale è particolarmente seria!
D.
– Quali sono i principali punti di incontro tra le due comunità?
R.
– Nous avons des économies qui sont largement entrelacées, ... Le nostre
economie sono fortemente legate, quasi intrecciate, l’una nell’altra … non è proprio
possibile che non lavoriamo insieme, anche se le nostre culture sono diverse. Sono
ormai due secoli che viviamo insieme, nel medesimo Stato e che, malgrado le differenze,
abbiamo anche delle sensibilità comuni al di là del limite della lingua, e questo
merita di essere tenuto in conto. Ma capisco che il compito non è facile!