2007-08-25 15:20:38

Appello dei vescovi della Bolivia: tutti i partiti lavorino insieme per superare la grave crisi politica


“Grave preoccupazione e tristezza”, ma anche “speranza” di trovare “intese nazionali", è stata espressa ieri sera dalla Chiesa della Bolivia, in merito alla profonda crisi politica, sociale e istituzionale che sta colpendo il Paese in questi giorni. Giovedì, il presidente dell'Assemblea Costituente, Silvia Lazarte, ha infatti annunciato la sospensione dei lavori “a tempo indeterminato”, a causa degli incidenti avvenuti negli ultimi giorni a Sucre, dove l’Assemblea lavora da oltre un anno per redigere una nuova Costituzione. L’oggetto del contendere è la richiesta, da parte dell’opposizione di destra, sostenuta dalla popolazione bianca e più ricca della Bolivia (il 15% del totale), di ripristinare Sucre come capitale politica del Paese al posto di La Paz. Un’ipostesi esclusa, due settimane fa, dalla Costituente, che finora non è riuscita ad approvare alcun articolo e ha rimandato la chiusura dei lavori a dicembre. Ieri, il governo ha denunciato le autorità politiche di alcuni Dipartimenti, che hanno promosso uno sciopero per martedì prossimo, di puntare “solo a destabilizzare” il Paese. Il ministro degli Interni, Alfredo Rada, ha inoltre avvertito che, contro la decisione di spostare la capitale a Sucre, potrebbero mobilitarsi le organizzazioni che appoggiano il presidente indio Evo Morales, sostenuto dalla popolazione povera e indigena (55%). E a Sucre, ormai da giorni, enti civili sono in agitazione: almeno 300 loro esponenti stanno effettuando lo sciopero della fame da una settimana, mentre i gruppi più radicali hanno aggredito alcuni membri dell'Assemblea, costringendo la presidente Lazarte a sospenderne i lavori "a tempo indeterminato". Ieri, infine, alla proposta di aderire allo sciopero di martedì hanno detto sì anche i Dipartimenti di Santa Cruz, Tarija, Beni e Pando, la cosiddetta ‘mezzaluna’, in cui risiede la maggior parte della popolazione bianca e ricca del Paese. Per superare la crisi, la Chiesa boliviana ha proposto un “vertice politico-sociale”, ma il ministro Rada ha bocciato l'idea, affermando che si tratta di “un meccanismo del passato, in cui partiti tradizionali finiscono solo per spartirsi quote di potere”. Secondo i presuli della Bolivia, dove i cattolici rappresentano l’85% della popolazione, è necessario “rinunciare a molti atteggiamenti personali e partitici, opportunistici”, “pensando sempre al progresso e al benessere di ogni Dipartimento, senza abbandonare mai la strada dell'unità e dell'intesa”. “Ci auguriamo – hanno esortato – che il signor presidente della Repubblica e i capi di tutti i partiti politici siano capaci di aprire reciprocamente le porte dei loro cuori, per sedersi attorno a un tavolo e dialogare, senza paura, per accettare di aver sbagliato e, dunque, correggere insieme la rotta”. (A cura di Roberta Moretti) RealAudioMP3







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