2007-08-24 13:36:00

La Chiesa celebra oggi San Bartolomeo Apostolo, definito da Benedetto XVI un esempio di viva e profonda adesione a Cristo


La Chiesa festeggia oggi San Bartolomeo Apostolo, tradizionalmente identificato nei Vangeli con il nome di Natanaele, che significa “Dio ha dato”. Nell’udienza generale del 4 ottobre scorso, dedicata proprio a San Bartolomeo, Benedetto XVI si è soffermato sul primo incontro dell'Apostolo con Gesù. Un dialogo, quello descritto nel Vangelo di Giovanni, che ci mostra come Cristo conosca i nostri cuori e ci chiami ad una relazione personale, intima e profonda con Lui. Ripercorriamo la catechesi del Papa su San Bartolomeo nel servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

 
(Musica)

“Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”: Bartolomeo risponde con un pregiudizio a Filippo che gli aveva comunicato di aver trovato in Gesù di Nazaret colui del quale hanno scritto Mosè e i Profeti. Secondo le attese giudaiche, spiega il Papa, il Messia “non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era appunto Nazaret”. Ma Filippo insiste, esorta Bartolomeo-Natanaele: “Vieni e vedi”. Un’esortazione, è il richiamo del Santo Padre, che invita tutti noi a non accontentarsi delle sole parole nel nostro rapporto con Gesù:

 
“La nostra conoscenza di Gesù ha bisogno soprattutto di un'esperienza viva: la testimonianza altrui è certamente importante, poiché di norma tutta la nostra vita cristiana comincia con l'annuncio che giunge fino a noi ad opera di uno o più testimoni. Ma poi dobbiamo essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù”.

 
Bartolomeo incontra dunque Gesù, che mostra di conoscere il suo cuore. Il futuro Apostolo è stupito. Il Signore gli risponde allora: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”. Non sappiamo che cosa fosse successo sotto questo fico, ma, sottolinea il Papa, “è evidente che si tratta di un momento decisivo nella vita” di Bartolomeo:
 
“Da queste parole di Gesù egli si sente toccato nel cuore, si sente compreso e capisce: quest'uomo sa tutto di me, Lui sa e conosce la strada della vita, a quest'uomo posso realmente affidarmi. E così risponde con una confessione di fede limpida e bella, dicendo: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele".

 
Dalle parole di Bartolomeo, è la riflessione del Pontefice, viene messo in luce un “doppio complementare aspetto dell’identità di Gesù”:

 
“Non dobbiamo mai perdere di vista né l'una né l'altra di queste due componenti, poiché se proclamiamo di Gesù soltanto la dimensione celeste, rischiamo di farne un essere etereo ed evanescente, e se al contrario riconosciamo soltanto la sua concreta collocazione nella storia, finiamo per trascurare la dimensione divina che propriamente lo qualifica”.

 
Il Papa rileva che non si hanno notizie precise sulla successiva attività apostolica di Bartolomeo. Una tradizione, divenuta nel tempo molto popolare, vuole l’Apostolo martirizzato, ucciso per scuoiamento. Benedetto XVI ricorda la notissima scena del Giudizio Universale nella Cappella Sistina in cui Michelangelo dipinse San Bartolomeo che regge con la mano sinistra la propria pelle. Una figura, dunque, quella di Bartolomeo, di cui si hanno poche notizie, ma che, è la riflessione del Papa, resta un fulgido esempio di adesione a Cristo:

 
La figura di san Bartolomeo, pur nella scarsità delle informazioni che lo riguardano, resta comunque davanti a noi per dirci che l'adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario è e resta Gesù stesso, a cui ciascuno di noi è chiamato a consacrare la propria vita e la propria morte.







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