2007-08-22 07:22:04

Oggi, nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, l'udienza generale del Papa


Un appuntamento tradizionale, che ogni mercoledì vede rinnovarsi l’amore filiale dei fedeli per il Papa. Anche stamani, alle ore 10, migliaia di pellegrini di tutto il mondo si raccoglieranno in Aula Paolo VI per l’udienza generale del Santo Padre, che in elicottero si trasferirà a Roma dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Quella di oggi è la 104.ma udienza generale di Benedetto XVI dall’inizio del suo Pontificato. Il Papa ha già concluso due cicli di catechesi e ne sta ora sviluppando un terzo. Ripercorriamo questi momenti dedicati all’approfondimento sui temi forti della nostra fede nel servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


Con le sue catechesi del mercoledì, Benedetto XVI mostra la bellezza della Chiesa offrendo ai fedeli una riflessione organica sui fondamenti della nostra fede. All’inizio del suo Pontificato, il Papa esprime l’intenzione di riprendere e completare le catechesi del suo predecessore, incentrate sui Salmi e sui Cantici che compongono i Vespri. Benedetto XVI annuncia, il 4 maggio 2005, che utilizzerà “i testi predisposti” da Giovanni Paolo II. Un segno tangibile del legame tra Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger. All’udienza del mercoledì successivo, il Papa si sofferma su un Cantico che, ripreso nell’Apocalisse, ci mostra la vittoria di Dio sul male. La riflessione del Santo Padre sembra quasi anticipare l’omelia alla Messa dell’Assunta di quest’anno:


"La storia non è in mano a potenze oscure, al caso o alle sole scelte umane. Sullo scatenarsi di energie malvagie, sull’irrompere veemente di Satana, sull’emergere di tanti flagelli e mali, si eleva il Signore, arbitro supremo della vicenda storica. Egli la conduce sapientemente verso l’alba dei nuovi cieli e della nuova terra, cantati nella parte finale del libro sotto l’immagine della nuova Gerusalemme".

Il secondo ciclo di catechesi ha inizio il 15 marzo dell’anno scorso. Il Papa spiega che vuole ora dedicarsi al mistero del rapporto tra Cristo e la Chiesa, a partire dall’esperienza degli Apostoli, alla luce del compito ad essi affidato. “La Chiesa – afferma in tale occasione – è stata costituita sul fondamento degli Apostoli come comunità di fede, di speranza e di carità”. E aggiunge: “Attraverso gli Apostoli, risaliamo a Gesù stesso”:

"I dodici Apostoli sono così il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all'esistenza e alla missione della sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa non c'è alcuna contrapposizione: sono inseparabili, nonostante i peccati degli uomini che compongono la Chiesa. È pertanto del tutto inconciliabile con l'intenzione di Cristo uno slogan di moda alcuni anni fa: 'Gesù sì, Chiesa no'. Questo Gesù individualistico scelto è un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che Egli ha creato e nella quale si comunica".

Tra Cristo e la sua Chiesa, è il richiamo del Papa, v’é una “profonda, inscindibile e misteriosa continuità”. Gesù è perciò “sempre contemporaneo a noi, è sempre contemporaneo nella Chiesa costruita sul fondamento degli Apostoli, è vivo nella successione degli Apostoli”. Il terzo ciclo di catechesi, che Benedetto XVI sta sviluppando in questi mesi si concentra sui Padri apostolici, cioè la prima e seconda generazione nella Chiesa dopo gli Apostoli. E’ un modo, sottolinea, che ci aiuta a “vedere come comincia il cammino della Chiesa nella storia”. Nella prima udienza di questo ciclo, il 7 marzo scorso, il Papa parla della figura di San Clemente, terzo Successore di Pietro. E si sofferma sul suo ideale di Chiesa, Corpo di Cristo “nel quale tutti, uniti senza alcuna separazione, sono membra gli uni degli altri”:

"La netta distinzione tra il 'laico' e la gerarchia non significa per nulla una contrapposizione, ma soltanto questa connessione organica di un corpo, di un organismo, con le diverse funzioni. La Chiesa infatti non è luogo di confusione e di anarchia, dove uno può fare quello che vuole in ogni momento: ciascuno in questo organismo, con una struttura articolata, esercita il suo ministero secondo la vocazione ricevuta".







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