2007-08-22 14:12:35

Emergenza alluvioni in Africa orientale: in Sudan, almeno 87 morti e 70 mila case distrutte


Violente alluvioni continuano ad abbattersi dall’inizio di luglio su gran parte dell’Africa orientale, provocando inondazioni, centinaia di migliaia di sfollati, carenza di scorte alimentari ed epidemie. I Paesi più colpiti sono l’Uganda, il Kenya, l’Etiopia, l’Eritrea e il Sudan. E proprio in Sudan, l’ultimo bilancio del governo parla di almeno 87 morti e di oltre 70 mila abitazioni distrutte. Sulla situazione nel Paese, Roberta Moretti ha intervistato padre Luigi Cignolini, superiore provinciale dei Comboniani a Khartoum:RealAudioMP3
 
R. – Quest’anno abbiamo avuto delle piogge veramente eccezionali, soprattutto nella zona semiarida del nord. Questo ha provocato la distruzione di moltissimi villaggi, che sono costruiti con fango e paglia, l’interruzione di strade e c’è stato un disagio molto forte anche qui nella capitale, dove di solito abbiamo due o tre piogge all’anno. Naturalmente, le case crollano e la gente si trova a cielo aperto.

 
D. – Quali sono le emergenze più urgenti?

 
R. – Bisogna cercare di trovare qualche ricovero per questa gente, che cerca di spostarsi da quei villaggi che sono stati distrutti. Naturalmente, lì non hanno niente e sono a cielo aperto. Non hanno neanche i teli di plastica, che vengono usati moltissimo nei casi di emergenza. E quindi la maggioranza della gente cerca di ripararsi con qualche sacco, ma sono cose del tutto insufficienti. Poi, naturalmente, bevono l’acqua della pioggia e si possono immaginare gli effetti secondari.

 
D. – Si parla già di circa 50 morti per colera e di circa 700 contagiati...

 
R. – Queste epidemie succedono un po’ tutti gli anni e vengono contenute abbastanza bene, perché i dottori sanno subito identificarle. Questo, però, nelle città e nei luoghi dove c’è un’assistenza medica. E’ chiaro che in moltissimi villaggi chi prende il colera muore in poche ore, soprattutto si tratta di bambini.

 
D. – Molti territori agricoli sono stati spazzati via dalle acque. Si prospetta il rischio di una mancanza di cibo nei prossimi mesi?

 
R. – Passando per le strade ho visto molti territori agricoli inondati. Altri territori, però, sono stati beneficiati da queste piogge. Quindi, c’è un’agricoltura in alcune zone che sta venendo su molto bene. Altri, purtroppo, sono sott’acqua e hanno perso tutto.

 
D. – In questi giorni la stampa internazionale sta dando molto risalto all’uragano Dean nelle zone dei Caraibi, dimenticandosi in qualche modo gravi emergenze come questa in Sudan e in tutta l’area dell’Africa orientale...

 
R. – Come sempre, quelli che hanno più voce sono quelli che hanno accesso ai mass media e ricevono più attenzione. Quelli, invece, che non hanno accesso ai mass media e sono tagliati fuori, come questi uomini che vivono nel deserto, vengono discriminati. Il Nilo in questi giorni si è alzato moltissimo, vuol dire che in Etiopia e nelle zone degli altipiani sta piovendo in maniera incredibile. Non sappiamo niente di quello che succede a queste popolazioni: sono tagliate fuori, non hanno mezzi di comunicazione, a volte nemmeno il telefono, quindi non ricevono neanche attenzione. Chi ha accesso ai media ha la priorità e naturalmente si fa sentire.







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