2007-08-21 14:59:23

In Guatemala, diritti negati alle bambine indigene


Discriminazione, maltrattamenti e lavoro minorile frenano la crescita delle bambine indigene guatemalteche: è quanto emerge da uno studio condotto dalla Defensoría de la Mujer Indígena (DEMI), a tre settimane dalle elezioni presidenziali e legislative del 9 settembre. “Dalla discriminazione in classe da parte dei compagni e dei docenti, che non insegnano nelle lingue native, fino all'assenza di una politica di Stato che promuova uno sviluppo integrale – si legge nel rapporto, stilato in collaborazione con l'UNICEF – la società guatemalteca, ancora patriarcale e maschilista, tende a considerare che le bambine indigene non siano fatte per studiare o diventare professioniste”. Nel documento, intitolato “Mírame. Situación de la niña indígena en Guatemala”, si sostiene che “la povertà che colpisce la maggioranza della popolazione indigena (pari al 41% dei 13 milioni di guatemaltechi) spinge i genitori a far lavorare le bambine, facendo perdere loro altre opportunità e finendo per perpetuare il circolo della miseria”. Secondo Manuel Manrique, rappresentante dell'UNICEF in Guatemala, “dare priorità alla promozione delle bambine indigene è il migliore investimento che il Paese può fare per garantire il loro diritto alla vita e applicare gli accordi di pace” che nel 1996 misero fine a 36 anni di guerra civile, costata oltre 200 mila vittime, in larga maggioranza nativi Maya. (R.M.)







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