2007-08-19 15:00:35

Nuovi sbarchi a Lampedusa. Con noi, la portavoce dell'ACNUR, Laura Boldrini


- Prosegue l’ondata di sbarchi sulle coste italiane. Dopo gli approdi di ieri, un barcone con a bordo 249 clandestini, tra questi 18 donne e due neonati, è giunto in queste ore nel porto di Lampedusa. Gli immigrati sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza dell’isola siciliana. Ormai quotidianamente si parla degli arrivi di clandestini, eppure nella relazione dei primi sette mesi del 2007 il Ministero dell’interno ha messo in luce il calo degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane, passando dai 22 mila del 2005 ai circa ottomila di quest’anno. Francesca Sabatinelli ne ha parlato con Laura Boldrini portavoce dell’ACNUR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati:RealAudioMP3


R. – Sicuramente diminuiscono gli sbarchi e anche in maniera abbastanza consistente ma questo non significa che siano meno pericolosi. Vale a dire che le persone che accettano di mettersi sui gommoni o sulle carrette in vetroresina, forniti in molti casi dalla Libia, accettano di fare questa traversata nonostante la precarietà dei mezzi perché, di fatto, non hanno altra scelta.

 
D. – Come è cambiata in questi anni la dinamica degli sbarchi, se è cambiata?

 
R. – Negli ultimi due anni è sicuramente cambiata. La maggior parte delle persone che arrivano utilizzano gommoni fatti artigianalmente e non più grossi barconi in legno, come succedeva in passato. Di conseguenza è cambiata anche la cosiddetta figura dello scafista. Adesso, sembra più frequente che siano tutti gli occupanti a turno a darsi il timone. Va sottolineato che spesso queste persone non hanno alcuna esperienza di mare o addirittura non l’hanno mai visto prima.

 
D. – Per quanto riguarda l’intervento delle autorità costiere italiane, in che modo si può configurare?

 
R. – L’Italia sicuramente, dal punto di vista del salvataggio delle vite umane, nel Mediterraneo, ha un ruolo primario. E’ anche importante la collaborazione dei pescatori delle navi commerciali per l’avvistamento di imbarcazioni in difficoltà. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati insieme alla Guardia Costiera ha anche indetto un premio, “Il Premio per mare”, un riconoscimento al coraggio di chi salva vite umane perché è importante che la vecchia legge del mare di prestare soccorso a chi è in pericolo continui, nonostante tutto, ad essere rispettata.







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