Terremoto in Perù: oltre 300 i morti. L'appello del Papa a soccorrere feriti e senzatetto
Il Perù è stato colpito nella notte da un disastroso terremoto che ha causato finora
oltre 330 morti, 1500 feriti e migliaia di sfollati. Ma si tratta ancora di bilanci
provvisori. Il Papa, informato subito dell’accaduto, si è detto “profondamente addolorato”
esprimendo la sua “vicinanza spirituale” ai familiari delle tante vittime, ai feriti
e a quanti sono stati privati della casa. In un telegramma inviato a suo nome dal
cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone agli ordinari delle diocesi colpite
dal sisma, Benedetto XVI, manifestando il suo “affetto per il caro popolo peruviano”,
assicura la sua preghiera per i defunti lanciando un appello alle istituzioni e alle
persone di buona volontà perché offrano “con carità e spirito di solidarietà cristiana
i necessari aiuti ai sinistrati”. Ma sulla situazione sul campo ascoltiamo quanto
ci riferisce Giancarlo La Vella.
Il violento
sisma è avvenuto alle 18.40 ora peruviana, notte inoltrata in Europa. Diverse le scosse
di varia intensità, la più forte di quasi 8 gradi della scala Richter, che sono state
registrate dalle strumentazioni di tutti i centri di rilevamento sismico del continente
americano e, sul terreno, anche in Ecuador, Colombia, Brasile e Bolivia. In mare l’epicentro
del sisma, con ipocentro a una profondità di 41 chilometri. Scongiurato il rischio
di uno tsunami, si tratta ora di provvedere ai bisogni dei sopravvissuti e, soprattutto,
recuperare coloro che sono ancora in vita sotto le macerie. Operazioni difficilissime
in questo momento a causa della mancanza di acqua, elettricità, collegamenti telefonici
e per l’impossibilità dei mezzi di soccorso di muoversi verso la zona terremotata.
Parte dell'autostrada costiera risulta impraticabile e già si registrano episodi di
sciacallaggio e di delinquenza comune, secondo quanto hanno raccontato i primi soccorritori
alle radio locali. Il presidente peruviano, Alan Garcia, ha subito dichiarato lo stato
d’emergenza nel dipartimento di Ica, 145 chilometri a sud di Lima, regione sull’Oceano
Pacifico più vicina all’epicentro e dove è crollata la chiesa del Senor de Luren,
proprio mentre era in corso una liturgia religiosa. E sulla situazione nella zona
terremotata abbiamo raccolto poco fa il commento di mons. Guido Breña Lopez,
vescovo di Ica:
R. – Ci sono centinaia di famiglie che non hanno un
posto dove andare adesso ed anche il Ministero della Salute ha detto che gli ospedali
non sono preparati per tutto questo. Questa mattina vedrò qual è la situazione reale,
perché al momento del terremoto abbiamo perso la luce e non sappiamo quanti siano
i morti. Il terremoto è stato veramente fortissimo. Io mi trovavo nella residenza
episcopale e ho pensato che fosse arrivata la fine per tutti. La maggior parte delle
antiche abitazioni sono cadute in città, ma anche nella zona agricola.
D.
– Eccellenza, conferma che è crollata anche una chiesa proprio durante una cerimonia
religiosa?
R. – Le torri della chiesa del Senor de
Luren sono cadute e dicono che ci siano stati quattro morti. E’ caduta anche parte
della chiesa e sono cadute anche altre chiese antiche. Non c’è luce, non c’è acqua,
non c’è da mangiare. Il governo ha detto che farà di tutto per aiutare la gente e
così la Chiesa del Perù spera di fare qualcosa.
D.
– Il presidente Garcia ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione colpita dal
terremoto. Già sono partiti gli aiuti?
R. – Non so
se siano arrivati. Mancano i medici, mancano le medicine. Quando non c’è luce e non
c’è alcun modo di comunicare in città è difficile. Io stesso non sapevo che fosse
caduta la chiesa del Senor de Luren. Volevo parlare con il parroco, ma non c’era il
telefono in quel momento. La situazione è questa ed è veramente difficile.