2007-08-14 15:29:54

L’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, denuncia: “Libertà dei cristiani ancora sotto minaccia nell'isola”


La Chiesa ortodossa di Cipro lancia l’allarme sulla libertà dei cristiani residenti nella parte turca dell’isola. La denuncia arriva dall’arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, Chrysostomos II, dopo l’ennesimo episodio d’intimidazione ai danni di fedeli cristiani da parte della “milizia irregolare turco-cipriota”, che nei giorni scorsi ha impedito con la violenza la celebrazione della Messa nel monastero di San Barnaba di Famagosta. “Quando l’archimandrita monsignor Gabriele – riferisce una nota diffusa dall’ambasciata di Cipro presso la Santa Sede – si è recato nel monastero, un gruppo di sedicenti poliziotti turco ciprioti sono intervenuti ordinando di sospendere la funzione”. “Alle proteste dell’archimandrita – si legge ancora nella nota – i miliziani hanno cacciato i fedeli, e mentre il religioso cercava di terminare la Messa hanno coperto la voce con bestemmie ed insulti. Tutti i fedeli presenti sono stati schedati dai sedicenti poliziotti”. Ad esasperare i toni del confronto tra la comunità greco-ortodossa e quella turco-cipriota musulmana contribuisce anche la decisione di Ankara di non consentire la visita dell’ arcivescovo greco-ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, prevista tra il 17 e 21 agosto prossimi. Secondo quanto riferisce l'agenzia "Asianews", la visita, di carattere prettamente religioso, era già stata rinviata una prima volta dal governo turco nel maggio scorso, invocando il pretesto del clima pre-elettorale e le possibili conseguenze politiche dell’incontro. “Il governo di Ankara ha mostrato il suo vero volto”, ha detto Chrysostomos II alla radio greca "Skai", annunciando poi “l’intenzione di inviare una lettera alla Santa Sede e al Consiglio mondiale delle Chiese, per metterle a conoscenza dell’accaduto”. Chrysostomos ha infine precisato che “non esistono divergenze tra i greco-ortodossi ed i fratelli turco-ciprioti musulmani” e che il problema vero è nelle “interferenze di Ankara, che blocca qualsiasi tentativo di integrazione delle due comunità nel reciproco rispetto”. (M.G.)







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