Il cardinale Toppo alla vigilia del 60.mo dell’indipendenza dell’India: molti i successi,
ma ancora tante le sfide da affrontare
"Fieri dei successi raggiunti negli ultimi 60 anni, non possiamo chiudere gli occhi
di fronte alle dure realtà del nostro Paese": così, il cardinale Telesphore Placidus
Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana, nel messaggio per il 60.mo
anniversario dell’indipendenza dell’India dal Regno Unito, avvenuta la notte tra il
14 e il 15 agosto 1947. Il porporato ha lanciato per domani una speciale Giornata
di preghiera in tutte le diocesi del Paese. “Viene finalmente un momento, raramente
riscontrabile nella storia, in cui un’epoca finisce e l’anima di una nazione, soppressa
per lungo tempo, trova finalmente espressione”: con queste parole del Pandit Jawaharlal
Nehru, primo capo di governo dell’India indipendente, il cardinale Toppo saluta la
ricorrenza. “Il giorno dell’indipendenza – spiega il porporato – ha segnato l’inizio
della costruzione della Nazione”, un cammino cui la comunità cristiana non ha mancato
di dare il proprio contributo “attraverso la propria rete di istituzioni educative
e sanitarie e di programmi di sviluppo sociale ed economico”. Ma “pur essendo fieri
dei tanti successi economici, politici e sociali raggiunti negli ultimi 60 anni –
si legge nel messaggio - non possiamo ignorare le dure realtà del nostro Paese” e,
in primo luogo, il fatto che “in India circa 300 milioni di persone vivono al di sotto
della soglia di povertà”. Inoltre, “si combatte ancora contro gli annosi problemi
della corruzione, della cattiva gestione delle risorse pubbliche e dell’esclusione
dal processo di sviluppo delle fasce sociali più svantaggiate”. A ciò, si deve aggiungere
la violenza intercomunitaria in forte aumento nell’ultimo decennio e l’oppressione
che le minoranze religiose sono costrette a subire da parte di alcune organizzazioni
politiche e sociali che “professano il dominio della maggioranza”. Mentre invitiamo
a celebrare la ricorrenza con una Giornata di speciale preghiera per il nostro Paese
– conclude il cardinale - ci rivolgiamo alla Vergine Maria, “di cui celebriamo l’Assunzione
al Cielo nel giorno stesso della nostra indipendenza”, affinché ci indichi “come vivere
la nostra Libertà in una vita di dedizione amorevole e di generoso servizio”. (A
cura di Roberta Moretti)