2007-08-13 14:05:57

Pubblicato il volume fotografico sull'ultimo viaggio pastorale di Giovanni Paolo II, avvenuto a Loreto il 5 settembre 2004. Ce ne parla mons. Gianni Danzi


E’ stato pubblicato in questi giorni un prezioso volume fotografico sull’ultimo viaggio pastorale di Giovanni Paolo II avvenuto a Loreto il 5 settembre del 2004. Hanno curato i testi dell’opera l’arcivescovo-prelato di Loreto Gianni Danzi, delegato pontificio per il Santuario della Santa Casa, e suor Myriam Castelli, giornalista di RAI International. Il fotoreporter Guido Picchio è l’autore delle foto che ritraggono i momenti intensi dell’incontro di un Papa Wojtyla già sofferente con i giovani dell’Azione Cattolica nel grande raduno sulla spianata di Montorso. Il volume esce a pochi giorni dalla prima visita di Benedetto XVI a Loreto, l’1 e 2 settembre prossimi. Ma quale ricordo ha lasciato Giovanni Paolo II in questo suo ultimo viaggio? Tiziana Campisi lo ha chiesto allo stesso mons. Gianni Danzi:RealAudioMP3


R. – Certamente, la testimonianza più grande del senso e del significato del dolore. Lui, quasi Cristo che va al Calvario, è spogliato di tutta la sua umanità e con la sua fragilità ormai si trova di fronte al Signore faccia a faccia. E’ così vero questo che dopo non molto ritornò al Padre. Questo mi pare un ricordo, un segno effettivo di quella presenza.

 
D. – Come conservare e far fruttificare le parole di Papa Wojtyla pronunciate nel 2004 a Loreto?

 
R. – Io credo che sia importante che ognuno di noi faccia memoria di quell’avvenimento, perchè le parole sono molto importanti, ma solo quando la persona, attraverso dei disegni particolari del Padre, si incontra con il Cristo vivo e vero presente nella sua Chiesa, da quell’incontro determina la vita. E proprio all’interno di questa dinamica, ciò che lascia come messaggio a tutta la realtà ecclesiale, sono due o tre elementi, che io evidenzierei, attraverso ciò che lui stesso ha detto. Innanzitutto, qual è la via per arrivare alla verità. Giovanni Paolo II dice: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. Perché portare la croce è una esperienza che, voglia o non voglia, l’uomo fa quotidianamente.

 
D. – Come si sta preparando Loreto alla visita di Benedetto XVI?

 
R. – E’ un cammino questo, segnato innanzitutto dalla preghiera. Quindi, dà un aiuto a diventare sempre più attenti e capaci di accogliere gli altri, di accogliere il diverso da noi. Questo mi pare sia il nucleo centrale della preparazione. Poi, è chiaro, un avvenimento così ha bisogno di strutture, di sicurezze, di certezze per i giovani e per il Papa stesso, per cui accanto a quella preparazione di cui accennavo prima, c’è in atto tutta la preparazione per un’accoglienza di Papa Benedetto e un’accoglienza che si fa luogo di incontro con tutte quelle persone giovani e meno giovani che verranno l’1 e il 2 settembre.







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