In attesa dell’arrivo del Papa in Austria, il prossimo 7 settembre, al via oggi
un pellegrinaggio al Santuario di Mariazell. Con noi, il cardinale Christoph Schönborn
All’insegna del tema “Risveglio”, è iniziato oggi, in Austria, il grande pellegrinaggio
dei giovani europei al Santuario di Mariazell, in preparazione della visita del Papa
in terra austriaca - ad inizio settembre - e della GMG di Sydney del prossimo anno.
L’iniziativa si concluderà il giorno dell’Assunta e, in tale occasione, il Santo Padre
rivolgerà un saluto ai giovani pellegrini di Mariazell, in collegamento da Castel
Gandolfo, durante la preghiera dell’Angelus. Ma come nasce l’idea di questo pellegrinaggio
di giovani europei? Luis Badilla lo ha chiesto al cardinale Christoph Schönborn,
arcivescovo di Vienna:
R.
– Questo incontro dei giovani è un po’ il frutto del Katholikentag Mitteleuropeo del
2004, quando abbiamo avuto il primo grande incontro dei giovani di tutta l’Europa
centrale e ci siamo detti – già allora – che per il Giubileo di Mariazell si sarebbe
dovuto riprendere, rinnovare questo incontro. Con la prospettiva della visita del
Santo Padre, questo pellegrinaggio ha assunto una maggiore importanza. Siamo molto
contenti di trovare qui giovani provenienti da tutta l’Europa centrale.
D.
– Questa testimonianza per il futuro dell’Europa cosa può rappresentare?
R.
– Ci sono vari livelli e il primo certamente è quello di conoscerci, di ritrovarci
insieme, di far ritrovare insieme giovani che parlano lingue diverse, anche se oggi
parlano tutti inglese e quindi si capiscono parlando l’inglese. Dall’incontro può
nascere e crescere l’amicizia tra di loro, un’amicizia che è, tra l’altro, così importante
per il loro futuro e per il futuro dell’Europa. E’ così importante comprendere che
non siamo nemici. Basti pensare che l’Ungheria e la Slovacchia hanno vissuto per molti
anni grandi tensioni, così come l’Austria con la Repubblica Ceca od ancora ungheresi
e croati. Tutti questi popoli, che hanno avuto una storia un po’ difficile tra di
loro, ora si incontrano e grazie ai giovani si ritrovano insieme per un momento di
preghiera e di riflessione. La testimonianza comune alla quale siamo inviatati e alla
quale sono invitati i giovani è una testimonianza comune della fede. Questo è ancor
di più motivo per vedere un segno di speranza in questo incontro.