2007-08-11 15:14:21

“La Gazza Ladra” al Rossini Opera Festival di Pesaro


Trionfo al Rossini Opera Festival di Pesaro per una fantasiosa messinscena de “La Gazza Ladra” di Rossini, opera poco conosciuta ma dalle sorprendenti intuizioni musicali e drammaturgiche. Sul palcoscenico, il sogno di una bambina che si diverte ad essere una gazza dispettosa, tra i sorrisi e le lacrime dei protagonisti. Sulle note della famosa Sinfonia, rulli di tamburi e vorticoso crescendo, una ragazzina, come tante volte accade nella vita, non riesce a prendere sonno, e così gioca con le sue costruzioni fatte di piccoli tubicini. Cala d’improvviso dal soffitto un drappo di cotone bianco, lei ci si siede sopra e così entra nel suo bellissimo sogno, entra nell’opera, sorvolando orchestra e personaggi, e diventa la dispettosa gazza ladra, si nasconde e si intrufola nella allegra e poi tristissima storia di Ninetta, accusata di furto d’un cucchiaio e per questo condannata a morte. Spettacolo fin dalle prime note felicissimo, creato da Damiano Michieletto con le sorprendenti scene di Paolo Fantin, che di idee e intuizioni entrambi davvero ne hanno da vendere. Momenti bellissimi accadono e si susseguono in questo contenitore dominato da immensi tubi bianchi che s’alzano e s’abbassano – il gioco iniziale – e percorso da fremiti, sorrisi, lacrime e invettive, nel più puro stile larmoyante, quello cui Rossini concede sopravvivenza imperitura nella storia dell’opera. Mano a mano che il racconto si rannuvola e s’incupisce, la “gazza” comincia ad avere paura del suo sogno, percorso da luci vivide prima e poi sempre più pallide, sogno che lentamente si trasforma in incubo: non riesce più a fermare il susseguirsi degli eventi, che spia dagli angoli più disparati, ora ha paura, sente il peso delle sue malefatte, nessuno la vede, nessuno la sente, non può raccontare a nessuno del suo furto, non riesce a salvare la vita di una innocente. Piange, e nel secondo atto, sorpresa, il palcoscenico è percorso da una fittissima pioggia che crea una vera invasione d’acqua nella quale d’ora in poi tutti, cantanti compresi, reciteranno, tra stupefacenti effetti di luce, riverberi e solitudini, un susseguirsi di magnifiche intuizioni teatrali, come le candele accese depositate sulla superficie del piccolo lago, nel buio totale, a segnare il percorso della mestissima marcia funebre. Eseguita, come tutta l’opera, da un attento ed equilibrato Lü Jia alla guida dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, che ha saputo cogliere lo spirito anche malinconico della partitura, sorreggendo una splendida compagnia di canto della quale vanno almeno ricordati la protagonista, Mariola Cantarero e le due voci maschili di Michele Pertusi e Alex Esposito. Alla fine, salvata Ninetta, cessati gli affanni, ricomposti gli affetti, come tutti i sogni, anche quello della piccola “gazza” svanisce. Bruscamente si risveglia, la ragazzina insonne, nel suo letto, sorpresa e in fondo divertita per quanto le è accaduto nella sua breve, indimenticabile notte. E’ il mito di Alice, che questa volta si è avventurosamente calata nel paese delle meraviglie di Rossini. (A cura di Luca Pellegrini)RealAudioMP3







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