2007-08-08 15:04:21

Iraq: raid americano su Sadr City; Regno Unito: emergenza per l'epidemia di afta epizootica


Scia di sangue in Iraq. Forze di sicurezza americane hanno bombardato il quartiere sciita di Sadr City, a Bagdad, provocando un numero imprecisato di vittime. L’attacco avviene nel primo giorno di coprifuoco, su tre decretati, in vista dell’annuale pellegrinaggio sciita nella capitale irachena. E proprio il tema della sicurezza è nell’agenda nei colloqui del premier Al Maliki giunto oggi in Iran. Il nostro servizio:RealAudioMP3


30 vittime per alcune fonti, 13 per altre. E’ ancora imprecisato il bilancio di un raid aereo americano sul grande quartiere sciita di Sadr City di Baghdad dove vivono due milioni di persone. Un’azione, compiuta con elicotteri, diretta contro una cellula terroristica ritenuta al centro di un traffico di armi con l'Iran: 12 i militanti arrestati, tra questi Amer al Husseini, capo del Comitato sociale dell'Ufficio del leader radicale sciita Moqtada Sadr. Per il comando americano, le vittime sono tutte ribelli, in base a fonti ospedaliere invece sarebbero 13 i morti, in particolare donne e bambini. L’agguato avviene nel primo giorno di coprifuoco, dei tre decretati a Bagdad, in vista dell’annuale pellegrinaggio sciita, iniziato in anticipo rispetto al previsto. Particolare attenzione nel quartiere di Kadhimiya che ospita la tomba dell’imam Musa Kadhim, e dove migliaia di persone sono attese per commemorarne l’anniversario della morte. Nel 2005 l’evento fu bagnato dal sangue: mille pellegrini morirono nella calca per il panico creato dall’allarme sulla presenza di un kamikaze. In questo clima di incertezza, il premier iracheno Al Maliki è arrivato a Teheran. La visita giunge dopo gli incontri a Bagdad con i delegati statunitensi e iraniani che hanno deciso la nascita di una commissione trilaterale, della quale farà parte anche Baghdad, per riportare la stabilità nel Paese del Golfo.

- Visita del presidente palestinese Abu Mazen in Egitto per una serie di colloqui sul futuro ruolo dei Paesi arabi nel processo di pace israelo-palestinese, in vista della Conferenza sul Medio Oriente proposta dagli Stati Uniti. Intanto il ministro della Difesa israeliano, Barak, ha affermato che il ritiro dalla Cisgiordania potrà avvenire solo se lo Stato ebraico si doterà di un adeguato sistema di protezione anti-missile, ipotizzando un tempo di realizzazione che varia da tre a cinque anni. Nella Striscia di Gaza si registra un nuovo episodio di violenza: due presunti membri di Hamas sono stati uccisi da soldati israeliani. Lo hanno riferito fonti ospedaliere.

- Imponente operazione delle forze pachistane contro militanti islamici filo-talebani. Dodici i ribelli uccisi a Degan, nel nord della regione tribale del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, 8 quelli rimasti feriti. Il raid aereo è scattato dopo un rapporto dei servizi segreti in cui si indicava il nascondiglio di un gruppo di estremisti pronti a colpire con attacchi terroristici. Nel Balochistan, regione nel sud del Paese, sono stati arrestati 15 miliziani tra i quali alcuni stranieri. Si tratta solo degli ultimi episodi di violenza scoppiati dopo la rottura della tregua, siglata otto mesi fa, tra i gruppi locale ed il governo di Musharaff in segno di protesta dopo l’assalto alla Moschea rossa di Islamabad.

- In Afghanistan si teme per la vita dei 21 sudcoreani ancora nelle mani dei talebani. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, le truppe di Kabul sono schierate nella provincia di Ghazni e sono pronte al blitz per liberare gli ostaggi anche se resta sempre aperto il canale di trattativa con i leader religiosi ed i capi tribù locali. I ribelli chiedono il rilascio di alcuni loro compagni per rendere la libertà agli operatori umanitari. Intanto le famiglie dei rapiti hanno espresso rammarico dopo il vertice tra il presidente americano Bush e quello afgano Karzai perché entrambi hanno ribadito l’intenzione di non fare concessioni ai miliziani.

- Nuova tensione nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, in Libano. Due militari di Beirut sono rimasti uccisi in violenti scontri ieri sera e questa mattina tra reparti dell’esercito regolare ed i miliziani del movimento integralista Fatah-al-Islam. Dal 20 maggio scorso prosegue l’assedio ai ribelli legati ad Al Qaeda, i combattimenti sono costati la vita a 136 soldati.

- Un Paese unito, pacificato, senza disoccupazione e povertà. E’ l’auspicio del neo-premier di Timor Est, Xanana Gusmao, che oggi si è insediato alla guida dell’ex colonia portoghese dopo l’incarico affidatogli dal presidente Ramos-Horta. Alla cerimonia non hanno partecipato per protesta i membri del Fronte Rivoluzionario indipendente che rivendicano la maggioranza dei voti ottenuti nelle scorse elezioni del 30 giugno.

- Nello Yemen, quattro presunti appartenenti ad Al Qaeda sono stati uccisi in uno scontro con le forze di sicurezza nel nord del Paese. L’operazione è avvenuta nella provincia del Mareb, teatro dell’attacco suicida dello scorso 2 luglio nel quale morirono 8 turisti spagnoli e 2 cittadini yemeniti.

- Nove terroristi sono stati uccisi nel corso di un’operazione dell’esercito algerino nella regione di Zbarbar, ad est della capitale Algeri. Il gruppo era sospettato di aver partecipato all’attentato, avvenuto l’11 luglio scorso nella stessa zona, costato la vita a nove persone. Da giorni, nel Paese si susseguono le azioni contro gli affiliati ad Al Qaeda nel nord Africa.

- Ancora emergenza per l’epidemia di afta epizootica in Gran Bretagna. “Molto probabile”, secondo le autorità di Londra, che il virus si sia propagato da due laboratori situati nelle vicinanze degli allevamenti del Surrey dove sono stati individuati gli animali colpiti dalla malattia. Mentre permane da parte dell’Unione Europea il blocco di esportazione di animali vivi, carne fresca e prodotti caseari dal Regno Unito, soltanto ieri i veterinari incaricati di controllare il bestiame locale avevano ordinato di abbattere un centinaio di mucche. Ma come è possibile che il virus si sia diffuso da strutture in teoria sicure? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Agostino Macrì, responsabile del Dipartimento di Sanità alimentare e animale, dell’Istituto Superiore di Sanità italiano:RealAudioMP3


R. – Anzitutto bisogna essere sicuri che il virus sia davvero uscito dalle strutture individuate e, quindi, è necessario eseguire tutti gli accertamenti del caso. Una volta stabilito quanto avvenuto, potrebbe trattarsi di un incidente, perché le misure che vengono prese in questi laboratori di ricerca, laboratori di controllo, stabilimenti di produzione sono severissime. Ma un incidente può sempre capitare.

D. – Come si trasmette il virus?

 
R. – Il virus si trasmette per via aerea, per strofinamento e contatto diretto tra gli animali e, comunque, riguarda soltanto gli animali: quindi è possibile una trasmissione da animali infetti ad animali sani.

 
D. – Dunque, non ci sono pericoli per l’uomo?

R. – Per l’uomo assolutamente non c’è alcun pericolo, né riguardo al contatto diretto dell’uomo con animali ammalati, né riguardo al consumo di carne di bestiame eventualmente ammalato.

 
D. – E’ corretta la linea dell’abbattimento dei capi infetti e poi della vaccinazione per gli altri animali?

 
R. – Nel caso in cui ci sia un focolaio ben circoscritto e ben definito, sicuramente la misura più efficace è quella dell’abbattimento di tutti gli animali presenti in quel focolaio. Per quel che riguarda la vaccinazione, si tratta di una misura molto più complessa, la quale prevede interventi che non possono essere presi dalle singole autorità sanitarie, ma vengono decisi a livello comunitario.

 
D. – Adesso cosa ci si deve aspettare?

 
R. – Se sono stati “chiusi” i focolai ed è stata evitata la diffusione della malattia, non c’è alcun problema. Si tratta di aspettare alcuni giorni, affinché si blocchi tutto e poi si potrà ricominciare tranquillamente le normali attività.

 
D. – Ma nel caso in cui fossero già state esportate carni infette dalla Gran Bretagna, c’è pericolo per gli altri Paesi?

R. – Se dovessero essere state trasportate carni infette potrebbe esserci il pericolo di trasmissione agli animali e, comunque, mai all’uomo. Da quello che mi risulta, sono già state adottate misure di controllo su tutti gli animali esportati dal Regno Unito nell’ultimo periodo di tempo, per verificare eventualmente la presenza di questa malattia. Secondo me, al momento, la situazione è sotto controllo.

- Dieci milioni di abitanti della capitale indonesiana Giacarta oggi si recano alle urne per la prima elezione diretta del governatore. Uno dei due candidati è sostenuto da 19 partiti, mentre l’altro, l’ex capo della polizia dato per svantaggiato dai sondaggi, ha l’appoggio di un importante partito islamico. Secondo quanto riportato dai media locali, entrambi avrebbero pagato migliaia di dollari per ottenere il sostegno del rispettivo schieramento. Dopo la caduta, nel 1998, di una dittatura durata 32 anni, in Indonesia sono iniziate le riforme. Le prime elezioni presidenziali dirette si sono svolte nel 2005, mentre prima di oggi sindaci e governatori venivano scelti dai legislatori locali a porte chiuse, spesso favorendo fenomeni di corruzione. (Panorama internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 220

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