2007-08-06 15:25:14

Iraq: oltre trenta vittime in diversi attentati; Spari al confine tra le due Coree


Giornata di sangue in Iraq. Una raffica di attentati ha provocato la morte di oltre trenta persone. Intanto proseguono i macabri ritrovamenti di cadaveri: sono 80 i corpi senza vita rinvenuti nelle ultime 24 ore. A Baghdad ha preso il via il vertice tra delegati americani, iraniani e iracheni per discutere della sicurezza del Paese del Golfo. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Grave il bilancio dell’esplosione di un camion bomba avvenuta a Tal Afar, vicino Mosul nel nord dell’Iraq, in un quartiere abitato in prevalenza da sciiti. 28 le vittime e 50 i ferti. Si teme una stima ancora più pesante perché una decina di case sono state rase al suolo dalla deflagrazione e sotto le macerie potrebbero essere intrappolate altre persone. A Baghdad, sono otto i morti e nove i feriti dopo che un ordigno è saltato in aria nelle vicinanze di una stazione di autobus. Sei le vittime e una ventina di feriti in un bombardamento condotto da elicotteri americani in risposta ad alcuni colpi di arma da fuoco sparati dal villaggio di Dulueiya. Fonti statunitensi hanno riferito di un’operazione di rastrellamento nell’area, nella quale sono state arrestate dieci persone. Sono numerosi i colpi di mortaio sparati sulla zona verde di Baghdad, sede di ambasciate e istituzioni irachene, non vengono segnalate vittime. Proseguono intanto i macabri ritrovamenti nel Paese. Circa 80 i cadaveri trovati tra Baghdad e Baquba nelle ultime 24 ore, almeno 60 nei pressi del capoluogo della provincia di Diyala ma non è chiaro se siano stati rinvenuti in una fossa comune o abbandonati in un campo. In ogni caso si tratta del solito rituale: tutti infatti avevano mani e piedi legati, ferite da arma da fuoco alla testa o al torace. Al via intanto a Baghdad la riunione, la terza in pochi mesi, tra gli esperti di Stati Uniti, Iran e Iraq per discutere di questioni relative alla sicurezza nel Paese del Golfo. Sul tavolo la creazione di un comitato tripartito, decisa nel luglio scorso, ma anche i mezzi per combattere il terrorismo, per smantellare le milizie e rafforzare le frontiere del Paese.

 
- Si svolge tra strette misure di sicurezza l’incontro a Gerico, in Cisgiordania, tra il presidente palestinese Abu Mazen ed il premier israeliano Olmert che, al suo arrivo, ha espresso l’auspicio di nuovi negoziati per la creazione di uno Stato palestinese. Secondo fonti di stampa, tra gli argomenti in discussione anche le immediate misure per migliorare le condizioni di vita nei territori. Probabilmente Abu Mazen chiederà il rilascio di alcuni detenuti palestinesi tra questi il dirigente di Al Fatah, Marwan Barghuti, condannato all’ergastolo in Israele. Il vertice avviene al termine della missione nell’area del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, che sta lavorando per preparare in autunno una conferenza di pace. Quella di oggi è la prima visita in sei anni di un premier israeliano all'interno dei Territori palestinesi.

- Prosegue in Afghanistan l’offensiva del contingente internazionale a guida NATO contro i talebani. In un’azione congiunta con le forze locali, sono rimasti uccisi 22 miliziani mentre è stato sventato il blocco dell'autostrada principale, che unisce Kandahar a Kabul, pianificato dagli stessi ribelli. Cresce la preoccupazione per la sorte dei 21 sudcoreani ancora nelle mani dei talebani. Le autorità di Seul hanno sentito al telefono, sabato scorso, uno degli ostaggi ma non hanno fornito dettagli sul contenuto della conversazione. Intanto ieri i ribelli hanno rinnovato le minacce di morte nei confronti dei prigionieri se non verranno rilasciati otto loro compagni. Proprio per la liberazione dei ribelli, circa 300 persone hanno manifestato a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. E’ iniziata intanto la missione diplomatica di due giorni del presidente afgano Hamid Karzai negli Stati Uniti. Nell’incontro con Bush verranno affrontati i temi della sicurezza nel Paese.

- Tensione al confine tra le due Coree. Per motivi ancora poco chiari, i soldati nordcoreani hanno sparato dei colpi contro una postazione di confine di militari del Sud. Non ci sono stati feriti. L’episodio arriva alla vigilia di nuovi colloqui a Seul tra diversi rappresentanti della regione sul programma nucleare che Pyongyang si è impegnata a interrompere.

- Nuova visita in Iran per una delegazione dell’AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. In serata sono previsti colloqui con le autorità di Teheran per stabilire le modalità di ispezione dell’impianto di Natanz, una delle più importanti centrali nucleari del Paese. Già lo scorso 30 luglio, esperti AIEA avevano visitato il reattore ad acqua pesante in costruzione ad Arak. Con l’intento di ottenere il sostegno dell’Algeria per lo sviluppo del nucleare civile, il presidente iraniano Ahmadinejad è giunto ad Algeri. Ad accoglierlo c’era il presidente Bouteflika che, da sempre, sostiene il diritto di ogni Paese di accedere all’energia nucleare.

- E’ iniziata in Giappone la missione di quattro giorni degli ispettori dell’AIEA che hanno il compito di controllare i danni riportati dalla centrale nucleare di Kashiwaki-Kariwa, la più grande al mondo, dopo il violento sisma che ha colpito il Paese il 16 luglio scorso. Le autorità giapponesi, inizialmente reticenti, hanno accettato il sopralluogo con l’intenzione di tranquillizzare l’opinione pubblica sulle fuoriuscite di gas seguite al terremoto.

- "Il Giappone non intende fabbricare, possedere o ammettere sul proprio territorio la presenza di armamenti nucleari”. Con queste parole il premier nipponico Shinzo Abe ha ricordato i 62 anni dal bombardamento di Hiroshima, avvenuto il 6 agosto del 1945. Alle 8.15 ora locale, tutta la città si è fermata per commemorare il momento esatto in cui venne sganciata la bomba atomica. Tre giorni più tardi, una simile sorte sarebbe toccata a Nagasaki. Il servizio di Chiaretta Zucconi:RealAudioMP3

La prima fu una bomba all’uranio chiamata “Little Boy” e fu sganciata dal B12 “Enola Gay” su Hiroshima, il 6 agosto 1945. Alcuni giorni dopo, su Nagasaki, la seconda bomba al plutonio, chiamata “Fat Man”. Ogni anno, il 6 agosto, dal 1947, Hiroshima ricorda con una cerimonia presieduta dal sindaco le 300 mila vittime. 45 mila pacifisti hanno manifestato oggi a favore dell’abolizione di tutte le armi nucleari e per la pace nel mondo, per non dimenticare. E mai forse come quest’anno, in Giappone, ce n’è bisogno, dopo la gaffe, alcune settimane fa, del ministro della Difesa, Fumio Kyuma, che si è dovuto dimettere per aver detto che le due bombe atomiche lanciate dagli Stati Uniti furono inevitabili. Come ha sottolineato il regista giapponese Steven Nogasaki, autore del film “La distruzione di Hiroshima e Nagasaki”, c’è un movimento che nega il passato, basti pensare alla volontà del governo di abolire l’articolo 9 della Costituzione, in cui Tokyo rinuncia alla guerra. (Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi)

- L’incarico per la formazione del nuovo governo di Timor Est sarà conferito in settimana all’eroe dell’indipendenza del Paese, Xanana Gusmao. Lo ha reso noto il presidente della piccola ex colonia portoghese José Ramos-Horta. La decisione del capo dello Stato, seguita allo stallo politico dopo le elezioni del 30 giugno scorso, ha suscitato le ire dell’opposizione in particolare del leader del Fretilin, l’ex primo ministro Mari Alkatiri. Quest’ultimo ha definito la scelta di Gusmao “illegale e incostituzionale”.

- Scelta di continuità in Turchia dopo le elezioni del 22 luglio scorso. Il presidente turco Ahmet Sezer ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo all’ex premier Tayyip Erdogan, leader del partito Giustizia e sviluppo (AKP). La formazione politica gode della maggioranza assoluta in Parlamento: 341 seggi su 550.

- La Commissione europea ha imposto il divieto sulle esportazioni di tutti gli animali vivi, della carne e dei prodotti caseari dalla Gran Bretagna a causa del focolaio di afta epizootica scoppiato nel Paese. Bruxelles ha inoltre espresso soddisfazione per le misure decise dal governo Brown per affrontare l’emergenza. Sono stretti i controlli in numerosi Paesi, ritardi sono segnalati all’aeroporto di Sidney, in Australia, per le ispezioni sui passeggeri in arrivo dalla Gran Bretagna. Anche in Nuova Zelanda i funzionari di controllo hanno alzato i livelli di precauzione.

- Risultati positivi dal vertice sul Darfur, in corso da venerdì ad Arusha, in Tanzania. Otto fazioni ribelli hanno, infatti, espresso parere positivo su un futuro colloquio di pace con il governo di Khartoum, da tenersi nel giro di due o tre mesi. Gli stessi gruppi hanno, inoltre, comunicato di essere pronti a presentare una “piattaforma comune” sulla divisione del potere, delle ricchezze, sull’organizzazione della sicurezza e degli aiuti umanitari.

- A Pechino alcuni giornalisti di diverse nazionalità sono stati trattenuti per due ore dalla polizia locale in seguito ad una manifestazione organizzata da Reporter Senza Frontiere. Davanti al palazzo che ospita il Comitato organizzativo per i giochi olimpici - che inizieranno in Cina tra un anno esatto - i rappresentanti di RSF avevano chiesto la liberazione dei circa 100 giornalisti ed attivisti che sono rinchiusi nelle carceri di Stato. Con indosso le magliette che raffigurano i 5 cerchi olimpici come manette, i reporter hanno accusato il Governo cinese di non aver mantenuto le promesse fatte nel 2001 a Mosca, in occasione dell’assegnazione dei giochi, in materia di libertà di espressione e diritti umani. Il ministero degli Affari esteri di Pechino ha rifiutato di commentare l’incidente.

- Hanno preso il via le manovre militari congiunte tra Russia e Cina nei pressi della città di Cielabinsk, negli Urali. Si tratta di operazioni preparatorie in vista dell’esercitazione anti-terrorismo programmata tra il 9 e il 17 agosto dal “Gruppo di Shangai” di cui fanno parte Russia, Cina, Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan.

- Emergenza incendi in Croazia. I roghi, che da sabato stanno distruggendo le alture intorno a Dubrovnik, hanno lambito anche la città. Il governo ha proclamato lo stato d’emergenza ed ha dato ordine di evacuare le case della zona nel caso ce ne fosse bisogno. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 218

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