2007-08-05 14:49:55

Elezioni suppletive in Libano: si affrontano candidati pro e contro Damasco – Karzai partito per gli USA per incontrare Bush


- Elezioni suppletive in Libano: si vota, tra imponenti misure di sicurezza, per scegliere due deputati chiamati a sostituire due parlamentari antisiriani rimasti uccisi in due attentati compiuti a giugno e a novembre. L’attuale coalizione di governo antisiriana ha più volte denunciato presunte responsabilità della Siria, che sostiene l’opposizione libanese, nei due attentati. Secondo diversi osservatori, l’odierna sfida tra candidati filosriani e antisiriani è determinante per il futuro assetto politico libanese. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Per il seggio di Beirut sembra scontata la riconferma del candidato sunnita antisiriano. Per il seggio di Metn si prevede invece un confronto, dall’esito ancora incerto, tra due cristiani maroniti. A sfidarsi sono l’ex presidente libanese antisiriano Amin Gemayel, padre di uno dei due deputati uccisi, e Camille Khoury, candidato del Movimento patriottico guidato dal generale cristiano Michel Aoun, che invece sostiene il fronte filo siriano. Ma la posta in gioco è in realtà ben più alta di quella del seggio parlamentare: la consultazione è infatti un test cruciale in vista delle presidenziali di novembre. Per la carica di capo di Stato, che in Libano è riservata ai maroniti, si sfideranno infatti Aoun e Gemayel che rappresentano le due contrapposte posizioni della comunità cristiana libanese. Per il generale Aoun, che ha stretto recentemente una controversa alleanza con il partito sciita degli Hezbollah, la vittoria di un suo candidato nelle odierne elezioni suppletive sarebbe la dimostrazione che la sua popolarità è rimasta intatta. Per Gemayel la vittoria nel seggio di Metn bloccherebbe invece la strada alle ambizioni del generale. Il patriarca maronita, cardinale Nasrallah Sfeir, ha dichiarato nei giorni scorsi che avrebbe preferito non assistere ad un nuovo braccio di ferro tra le due principali forze politiche cristiane. Il patriarca ha anche lanciato un appello rivolto a tutte le parti a rispettare le tradizioni democratiche nel Paese. La preoccupazione, espressa dall’ONU, è che il partito degli Hezbollah, grazie a finanziamenti e forniture di armi da parte di Paesi vicini, stia preparando un golpe contro il governo filo occidentale di Fouad Siniora. Il rischio è che possa nascere in Libano un regime vicino a Siria e Iran alimentando nuove, gravi tensioni in tutta la regione.

- In Iraq, un attacco sferrato da ribelli contro una stazione di benzina ha causato almeno 11 morti. Al momento dell’attacco, molte persone erano in fila per fare rifornimento di carburante. Sul versante politico, poi, il primo ministro Nouri Al Maliki ha respinto le dimissioni di sei ministri sunniti che mercoledì scorso hanno lasciato il governo accusando il premier di non accogliere le loro richieste politiche. Negli Stati Uniti, intanto, è stato condannato a 110 anni di carcere un soldato statunitense accusato di aver violentato e ucciso una ragazza irachena di 14 anni. Secondo l’accusa il militare, insieme con alcuni commilitoni, ha anche assassinato i genitori e la sorella di sei anni della ragazza. Si tratta della condanna più pesante finora comminata nell'ambito dei processi per la strage avvenuta a Mahmoudiya nel marzo del 2006.

- In Afghanistan, almeno 6 poliziotti sono rimasti uccisi in seguito a scontri con guerriglieri talebani avvenuti in varie zone del Paese. Negli Stati Uniti, intanto, il presidente George W. Bush incontrerà, nel pomeriggio, il presidente afghano, Hamid Karzai. Secondo anticipazioni di stampa, il colloquio sarà incentrato sulla vicenda degli ostaggi sudcoreani rapiti dai talebani lo scorso 19 luglio. Le speranze sono soprattutto affidate, in questo caso, ad un possibile incontro tra esponenti talebani e rappresentanti del governo di Seul per arrivare alla liberazione degli ostaggi. Bush e Karzai discuteranno anche di lotta al narcotraffico e delle operazioni militari compiute dalle forze della coalizione. In Afghanistan, molti civili sono morti a causa di bombardamenti e azioni militari compiuti da forze della NATO e da truppe del contingente multinazionale a guida statunitense.

- In Algeria, continuano le operazioni militari delle truppe governative nella regione di Tebessa, circa 600 chilometri ad est di Algeri. Secondo la stampa locale, almeno 30 presunti terroristi sono rimasti uccisi fino ad oggi. Dopo un primo scontro a fuoco in cui sarebbero morti 13 miliziani di Al Qaeda, altri 17 presunti terroristi sono rimasti uccisi nelle ultime ore in seguito a bombardamenti aerei. La regione di Tebessa è nota per essere un luogo di passaggio per contrabbandieri e aspiranti combattenti diretti anche in Iraq.

- Il governo iraniano ha criticato il ministero degli Esteri italiano per “le forti inquietudini” espresse sulla drammatica serie di impiccagioni delle ultime settimane nella Repubblica islamica. “Ogni Paese indipendente – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano - combatte il crimine secondo le sue leggi interne”. “Ogni interferenza in questo campo - ha aggiunto - è un'interferenza negli affari interni di un Paese”. ''Nessuna interferenza nei confronti del governo iraniano'' – è stata la risposta del viceministro degli Esteri, Ugo Intini, ai microfoni di SKY TG24. ''L'Italia – ha detto - ha fatto della lotta alla pena di morte una bandiera in campo internazionale e crede nel dialogo. Penso che il governo iraniano conosca le buone intenzioni del governo italiano che crede a soluzioni politiche dei conflitti in atto. La lotta alla pena di morte e' una battaglia di principio per un mondo piu' stabile e piu' giusto''.

- In Italia, intanto, chiudono per le ferie estive anche i palazzi della politica. Una pausa che formalmente durerà fino al 30 agosto, giorno del primo Consiglio dei ministri. Non andranno certamente in vacanza le polemiche tra i poli e anche all’interno degli stessi schieramenti. Al centro, naturalmente, le sorti del governo Prodi, che dovrà presto affrontare il delicatissimo esame del Parlamento sulla riforma delle pensioni e del welfare appena concordate con le parti sociali. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

La domanda-ritornello è sempre la stessa: durerà, e quanto, il governo Prodi? Domanda legittima, soprattutto se si tiene conto dei numeri risicati di cui dispone il centrosinistra al Senato. Ma il premier, nella sua ultima conferenza stampa prima delle ferie, ha puntigliosamente elencato i provvedimenti adottati in questi 14 mesi di legislatura. Tra i quali l’utilizzo del tesoretto, cioè le maggiori entrate tributarie. A beneficiarne saranno, soprattutto, le pensioni più basse. E il Forum delle famiglie lamenta: ai nuclei familiari sono andate solo le briciole, altro che i due terzi promessi dal premier. Prodi, intanto, conferma l’intenzione di andare avanti fino al 2011 con questa maggioranza, dicendo esplicitamente ‘no’ all’ipotesi di ridimensionare la sinistra dell’alleanza, rafforzando la componente centrista magari con l’ingresso dell’UDC. Un’ipotesi, questa, smentita da tutti i diretti interessati ma in realtà sempre in campo, specialmente negli ultimi giorni, in particolare dopo l’accordo tra governo e parti sociali su pensioni e welfare. Un'intesa firmata con riserva dalla CGIL e apertamente osteggiatoa dai partiti di sinistra che non hanno gradito l’aumento, sia pure graduale dell’età pensionabile. Avrebbero voluto invece modifiche sostanziali della legge Biagi sul mercato del lavoro, norma che è rimasta invece quasi intatta. Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi annunciano battaglia in Parlamento, che potrebbe sfociare in voto contrario con conseguente inevitabile caduta dell’esecutivo. Il dilemma tra dirigenti e militanti di quei partiti è molto forte: se cioè marcare l’identità nella fase di scomposizione e ricomposizione in atto nell’Unione con la nascita del Partito democratico; oppure far prevalere l’esigenza di evitare nuove elezioni, che potrebbero riportare al governo il centrodestra e a Palazzo Chigi Berlusconi. Quest'ultimo è fino ad oggi l'unico leader della Casa delle libertà, nonostante le prese di distanza dell’UDC di Casini, contrario al voto anticipato. Ipotesi in realtà legata a filo doppio alla riforma del sistema elettorale che, senza un accordo tra forze politiche in Parlamento, sarà affidata al referendum con cui si intende rafforzare il bipolarismo. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

- E’ stato identificato il virus dell’afta epizootica che ha colpito il bestiame di una fattoria del villaggio di Normandy, nel Regno Unito, e che ha fatto scattare l’allarme in tutta Europa per paura di una rapida propagazione della malattia. Il ceppo - riporta la BBC - è identico a quello usato per i vaccini in un Istituto britannico per la salute animale, poco distante dalla fattoria colpita dall’afta. Secondo il ministro dell’Ambiente, Hilary Benn, la causa della propagazione del virus potrebbe essere un errore commesso nel laboratorio di ricerca. Le autorità britanniche hanno subito circoscritto la zona e bloccato le esportazioni di bovini, ovini, suini e latte. Da domani, anche la Commissione europea adotterà identiche misure precauzionali. Nel 2001, in seguito ad una epidemia di afta epizootica, sono stati soppressi sei milioni di animali.

- Definitivo via libero del governo americano alle intercettazioni di telefonate e di e-mail senza mandato dei giudici, nell’ambito della lotta al terrorismo. Dopo il Senato, anche la Camera, a maggioranza democratica, ha approvato il provvedimento, voluto dal presidente George W. Bush, che aveva minacciato il veto in caso di decisione contraria. Il Congresso ha anche approvato, con 241 voti a favore e 172 contrari, un pacchetto che impone alle societa' produttrici di elettricita' di ricorrere per almeno il 15 per cento a fonti di energia alternative, come il vento e i biocarburanti. Via libera, in particolare, a nuove tasse per i produttori di petrolio, per un valore di 16 miliardi di dollari. Le nuove misure - sostengono i contrari al provvedimento - rischiano di determinare un aumento dei prezzi dell'elettricità nelle regioni dove l'eolico ha scarse possibilità di sviluppo. Favorevoli al progetto di legge, invece, gli ambientalisti, che vedono nella normativa una risposta ai mutamenti climatici.

E' prevista per oggi la visita di una squadra di ispettori tecnici dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEIA) all'impianto nucleare giapponese danneggiato dal violento sisma dello scorso mese. I tecnici dell'impianto di Kashiwazaki-Kariwa, uno dei più grandi del mondo, hanno riconosciuto che si sono verificate fughe di materiale radioattivo. E' stato comunque ribadito che non ci sono rischi per la salute pubblica. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)



Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 217

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