2007-08-04 15:11:11

Gravi scontri sul confine tra Pakistan e Afghanistan


Pakistan e Afghanistan e diverse zone di confine tra i due Paesi continuano ad essere teatro di scontri tra milizie integraliste e forze governative. Negli ultimi episodi di violenza sono morte almeno 24 persone. Le vittime sono militari pakistani, talebani, civili e agenti afghani. Il nostro servizio:RealAudioMP3

Il Waziristan, regione tribale nel nord ovest del Pakistan al confine con l’Afghanistan, si conferma un campo di battaglia. Almeno 14 persone sono morte a causa di nuovi scontri scoppiati tra forze governative pakistane e milizie alleate dei talebani. La zona è considerata una roccaforte dei guerriglieri di Al Qaeda e dei talebani. A luglio, inoltre, le tribù ostili al governo hanno revocato il patto di non aggressione contro le truppe regolari e la situazione si è ulteriormente aggravata. Sempre nel nord ovest del Paese, almeno 4 persone sono rimaste uccise in seguito ad un attentato compiuto con un’autobomba. Nel vicino Afghanistan, intanto, almeno 4 agenti sono morti per la deflagrazione di un ordigno, piazzato da talebani lungo una strada della provincia orientale di Kunar ed esploso al passaggio del loro veicolo. Un altro attentato nella provincia meridionale di Kandahar, contro le forze della NATO, ha provocato la morte di due civili. Proprio nel sud dell’Afghanistan, nella turbolenta provincia di Helmand, la NATO ha lanciato ieri una nuova offensiva: secondo fonti locali sono morte decine di talebani e sono rimasti feriti una trentina di civili.


- Si fa dunque sempre più complicata la strategia seguita dai militari statunitensi e della NATO per contrastare le continue offensive dei talebani nel Paese. Le operazioni per contrastare gli insorti sono sempre più concentrate nelle aree vicine al confine pakistano ma il governo di Islamabad appare sempre più in affanno nella lotta contro l’estremismo islamico. Sentiamo Alberto Negri, inviato de "Il Sole 24 Ore", intervistato da Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – In Afghanistan, soprattutto il sud-est del Paese, è uno scenario di guerra. Da una parte, abbiamo la guerriglia dei talebani, gruppi di banditi, "signori della guerra" e dall’altra, abbiamo le truppe dell’esercito afghano, peraltro scarse, e, soprattutto, quelle della NATO. Quanti sono? Circa 8 mila uomini dell’Alleanza Atlantica, che combattono una guerriglia che non riescono naturalmente a stanare. Quindi, l’Alleanza Atlantica ricorre all’unico mezzo letale che ha veramente a disposizione, cioè ai bombardamenti aerei, che, purtroppo, fanno molte vittime anche tra i civili.

D. – I talebani per cosa combattono in Afghanistan?

R. – Qual è l’obiettivo di una guerriglia che non ha oggettivamente la possibilità forse di conquistare un governo centrale e di battere la NATO? E’ quella di creare delle zone “liberate”, cioè delle aree in cui è la guerriglia a comandare. E poi saldare queste aree liberate in Afghanistan con altre, che stanno dall’altra parte del confine, cioè in Pakistan.

D. – Il governo pakistano ha perso l’immagine di pilastro per la guerra contro i talebani...

R. – In realtà, il Pakistan è sempre stato, lo è da molti anni, il ventre molle del sistema strategico nel subcontinente indiano, che si salda con l’Asia centrale. E Musharraf, soprattutto dopo la vicenda della Moschea Rossa, si è messo in rotta di collisione quasi completa con l’establishment religioso, radicale, ma anche con una parte degli apparati e dei servizi che continuano a sostenere i radicali islamici. Quindi, una situazione potenzialmente esplosiva, in cui in realtà oggi la partita in gioco è proprio la sopravvivenza di Musharraf al potere.







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