Domani la festa dell'Alba del centenario dello scautismo: il saluto del Papa agli
scout durante l'udienza generale
Proseguono nel mondo le celebrazioni per il centenario dello scautismo. Ad Hylands
Park, in Gran Bretagna, è in corso il 21° Jamboree Mondiale, con oltre 40mila partecipanti.
Domani, primo agosto, i rappresentanti scout di tutti i continenti si ritroveranno
sull’isola di Brownsea, nella contea inglese del Dorset, per la festa dell'Alba del
centenario e per rinnovare la “Promessa Scout” in ricordo del primo campo scout
organizzato proprio in quest’isola dal fondatore del Movimento, Robert Baden-Powell.
A Roma la festa si svolgerà al Circo Massimo preceduta da una veglia notturna. Sempre
domani, il Papa durante l’udienza generale in Vaticano saluterà una delegazione degli
scout italiani ed europei. Ascoltiamo in proposito le riflessioni di Solideo Saracco,
presidente degli scout cattolici europei, e di Eugenio Garavini, presidente
dell'AGESCI, l'associazione che riunisce le guide e gli scout cattolici italiani.
Le interviste sono di Luca Collodi. Iniziamo con il commento di Eugenio Garavini:
R.
– Il fatto che un movimento educativo esista da cento anni ha di per sé una grande
valenza e soprattutto il fatto che sia cresciuto per tutti questi anni effettivamente,
ancorché con diverse sfaccettature, rappresenta una ulteriore sfida che è stata vinta.
Indubbiamente quando Robert Baden Powel partì con i 20 ragazzi per l’Isola di Brownsea
nel 1907 non si sarebbe sicuramente mai aspettato di averne 40 milioni dopo cento
anni. Sicuramente una bella sfida, una cosa molto positiva e in Italia questa sfida
noi l’abbiamo già raccolta. L’Associazione che io presiedo – l’Associazione Guide
e Scout Cattolici Italiani - indubbiamente ci ha permesso e ci ha portato a dare un
contributo – speriamo – all’educazione delle giovani generazioni italiane. Questa
credo che sia la sfida più importante che lo scautismo ha vinto in questi 100 anni.
D. – Solideo Saracco, presidente
dell’Associazione Italiana Guide Scout d’Europa Cattolici, come lo scautismo ha cambiato
i giovani italiani in cento anni di esperienza? Voi proponete un modello educativo
per i giovani...
R. – Un modello educativo che vuole
soprattutto rendere loro i veri protagonisti della loro crescita. Un modello che ha
dei valori umani e cristiani che possono rendere capaci questi giovani ad affrontare
poi la loro vita in uno spirito di servizio. Tutti i giovani che sono cresciuti nello
scautismo hanno questa caratteristica e sono quindi poi entrati nel mondo del lavoro
a portare questi valori, rendendoli concreti. Penso che chi ha conosciuto degli scout
possa riconoscere come modalità specifica quella di essere utile agli altri e questa
facilità di rapporto e di visione positiva della vita e del rapporto con gli altri.
Io credo che lo scautismo abbia inciso nella nostra società.
D.
- Eugenio Garavini,presidente dell'Agesci, veniamo a quello
che è un elemento comune a tutti voi, molto importante: la Promessa che regola la
vita degli scout...
R. - Credo sia l'intuizione più
bella che Baden-Powell abbia avuto, proprio perchè dà l'idea della capacità dei ragazzi,
anche dei più piccoli, di potersi assumere un impegno, e soprattutto questa espressione,
all'interno della Promessa, di fare del proprio meglio per compiere il proprio dovere.
Quindi, ciascuno è chiamato a fare del proprio meglio per impegnarsi per gli altri,
nel servizio verso gli altri, per un'attenzione verso Dio e verso il proprio Paese.
Quindi, è una cosa importante che aiuta le persone ad assumersi delle responsabilità
in una realtà, come quella odierna, dove la difficoltà di assumersi responsabilità
purtroppo è abbastanza evidente.
D. - Saracco, l'unione
tra la sfida educativa e la fede cristiana...
R.
- Tornando alla Promessa "una volta scout, per sempre scout", la proposta scout nella
fede cristiana diventa un'esperienza che vale per la vita. Quindi, un impegno fedele
e definitivo è la proposta, raccogliendo anche l'invito dei vescovi: "Non abbiate
paura di proporre ai giovani grandi ideali". Questa è la sfida che vogliamo raccogliere.