2007-07-30 15:46:21

La Costa d'Avorio celebra la riconciliazione


Con la cerimonia della “Fiamma della pace”, la Costa d’Avorio celebra oggi, a Bouaké, la riconciliazione. Dopo il tentativo di golpe, nel settembre 2002, che ha diviso il Paese tra Forze nuove guidate da Guillaume Soro - nel nord - e governativi, fedeli al presidente Laurent Gbagbo - nel sud - il capo dello Stato torna nella capitale ribelle, dove stanno affluendo migliaia di persone per festeggiare. Tiziana Campisi ha chiesto a don Michele Stevanato, sacerdote Fidei donum della diocesi di Gorizia, in Costa d’Avorio da circa 24 anni, quale clima si respira in città:RealAudioMP3

R. - Il clima che si respira è un clima molto bello e ricco di speranze, per questa riconciliazione a livello nazionale. Oggi, tutta la gente si ritrova allo stadio di Bouaké, che può contenere circa 60 mila persone, ma ne stanno affluendo molte di più. Ieri sera, c’è stata una preghiera in città, una preghiera comune, con musulmani, protestanti, cattolici, perché questo avvenimento che si vive oggi possa essere qualcosa di concreto.

D. – Lei ritiene che questo gesto simbolico possa portare buoni frutti?

R. – E’ la speranza di tutti. Dovrebbero prima di tutto crederci coloro che fanno questo gesto. Quelli che ci guidano dovrebbero lasciare da parte i loro interessi. Attualmente la popolazione soffre. La miseria e la povertà sono aumentate. Più si va avanti e più la situazione diventa difficile. Si avranno problemi di sicurezza se saremo ancora minacciati da furti e da chi attacca a mano armata. Quindi, la gente spera veramente che questo passo che si fa oggi, sia il passo decisivo e che tra qualche mese si possa arrivare alle elezioni presidenziali, legislative, e mettere in queste zone occupate dalle Forze nuove, le amministrazioni.

D. – Quali sono le necessità più urgenti adesso in Costa d’Avorio?

R. – La fame che avanza, cioè la mancanza di cibo e, in città, l’urgenza di trovare posti di lavoro, avere qualcosa per vivere.

D. – Ci sono dei problemi in particolare che la Chiesa cattolica con i suoi missionari ha dovuto affrontare?

R. – In passato ci sono state delle minacce, quando la Chiesa cattolica, in alcune situazioni, ha parlato un po’ più forte di certe situazioni nella zona occupata dalle Forze Nuove e con i governativi.

D. – Adesso invece com’è la situazione?

R. – Il clima è buono. Tutti quelli che affluiscono a Bouaké devono passare dei controlli. Cosa abbastanza normale, ma la gente sorride, parla e non guarda alle differenze etniche o di nazionalità. La gente si sente vicina in questo momento, e le Forze nuove, se devono imporsi per i controlli, alla fine hanno sempre un sorriso e in un clima che, comunque, promette bene.








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