2007-07-30 19:56:28

Costa d'Avorio: il Paese celebra la riconciliazione nazionale


Giornata storica per la Costa d’Avorio. Oggi il presidente Laurent Gbagbo ha varcato i confini del nord ribelle, a Bouaké, per la cerimonia di riconciliazione della “Fiamma della pace”. L’incontro tra il capo dello stato africano e il leader delle Forze nuove, guidate da Guillame Soro, arriva dopo 5 anni di conflitto civile costato la vita ad oltre tremila ivoriani. Giulio Albanese: RealAudioMP3

A don Michele Stevanato, sacerdote fidei donum della diocesi di Gorizia in Costa d’Avorio da circa 24 anni, Tiziana Campisi ha chiesto quale clima si respira a Bouaké: RealAudioMP3

R. - Il clima che si respira è un clima molto bello e ricco di speranze, per questa riconciliazione a livello nazionale. Oggi, tutta la gente si ritrova allo stadio di Bouaké, che può contenere circa 60 mila persone, ma ne stanno affluendo molte di più. Ieri sera, c’è stata una preghiera in città, una preghiera comune, con musulmani, protestanti, cattolici, perché questo avvenimento che si vive oggi possa essere qualcosa di concreto.

D. – Lei ritiene che questo gesto simbolico possa portare buoni frutti?

R. – E’ la speranza di tutti. Dovrebbero prima di tutto crederci coloro che fanno questo gesto. Quelli che ci guidano dovrebbero lasciare da parte i loro interessi. Attualmente la popolazione soffre. La miseria e la povertà sono aumentate. Più si va avanti e più la situazione diventa difficile. Si avranno problemi di sicurezza se saremo ancora minacciati da furti e da chi attacca a mano armata. Quindi, la gente spera veramente che questo passo che si fa oggi, sia il passo decisivo e che tra qualche mese si possa arrivare alle elezioni presidenziali, legislative, e mettere in queste zone occupate dalle Forze nuove, le amministrazioni.

D. – Quali sono le necessità più urgenti adesso in Costa d’Avorio?

R. – La fame che avanza, cioè la mancanza di cibo e, in città, l’urgenza di trovare posti di lavoro, avere qualcosa per vivere.

D. – Ci sono dei problemi in particolare che la Chiesa cattolica con i suoi missionari ha dovuto affrontare?

R. – In passato ci sono state delle minacce, quando la Chiesa cattolica, in alcune situazioni, ha parlato un po’ più forte di certe situazioni nella zona occupata dalle Forze Nuove e con i governativi.

D. – Adesso invece com’è la situazione?

R. – Il clima è buono. Tutti quelli che affluiscono a Bouaké devono passare dei controlli. Cosa abbastanza normale, ma la gente sorride, parla e non guarda alle differenze etniche o di nazionalità. La gente si sente vicina in questo momento, e le Forze nuove, se devono imporsi per i controlli, alla fine hanno sempre un sorriso e in un clima che, comunque, promette bene.







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