Ascolto della Parola di Gesù e servizio ai fratelli: l'esortazione del Papa ai fedeli
che hanno partecipato alla recita del Rosario nei Giardini Vaticani
“Un’occasione propizia per meditare, su invito di Cristo, a restare sempre in docile
ascolto della sua parola e nel generoso servizio ai fratelli, seguendo l’esempio delle
sante sorelle Marta e Maria”: ha definito con queste parole Benedetto XVI la tradizionale
recita del Rosario nei Giardini Vaticani nella festa di Santa Marta, che la Chiesa
ha ricordato ieri. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone, inviato a mons. Angelo Comastri che ha presieduto la preghiera, il Papa ha
voluto esprimere un grazie particolare ai religiosi e alle religiose che prestano
il loro servizio in Vaticano. Il servizio di Tiziana Campisi:
Si sono
radunate intorno all’effige della Madonna del Divino Amore, ieri sera, le centinaia
di fedeli che lungo i viali dei Giardini Vaticani, recitando il Rosario, hanno meditato
sulle figure di Marta e Maria. La processione “aux flambeaux” si è fermata davanti
alle edicole votive dedicate alla Madonna di Czestochowa, Guadalupe, Fatima, Lourdes
ed ancora della Madonna della Guardia e della Misericordia. L’ultima decina di “Ave
Maria” è stata guidata dalle monache benedettine del monastero di clausura “Mater
Ecclesiae”, voluto in Vaticano da Giovanni Paolo II nel ’94, perché le religiose
accompagnino con le loro preghiere le attività del Pontefice e della Curia Romana.
Nel convento si alternano a rotazione, ogni cinque anni, diverse comunità religiose,
per questo, alla preghiera di ieri sera, si sono unite, nella stessa ora e secondo
il loro fuso orario, le monache che sono già state in Vaticano. E ai fedeli che hanno
preso parte alla processione, la badessa del monastero “Mater Ecclesiae”,
madre Maria Sofia Cicchetti, ha rivolto queste parole:
"Noi,
suore di clausura, siamo veramente sorelle vostre, tutte al servizio di Gesù. Apparteniamo
a Lui e serviamo con fede e con amore Lui e la Santa Chiesa. Cerchiamo di essere sempre
unite nella preghiera reciproca, nella preghiera per tutti i nostri fratelli nel mondo
e nella fedeltà sempre più viva e generosa a Gesù e alla Santa Chiesa". Organizzato
dall’Associazione dei Santi Pietro e Paolo e nato da un’idea di mons. Raffaello Lavagna
per il giorno di Santa Marta, il Rosario si è concluso con la recita della poesia
di Jacopone da Todi “Donna del Paradiso, lo tuo figliolo è priso”:
Nunzio.
- "Donna del paradiso, lo tuo figliolo è priso, Jesu Cristo beato".
Donna
del popolo. - "Accurre, donna, e vide che la gente l'allide! Credo che 'llo s'occide,
tanto l'on flagellato".
Maria. - "Como esser porrìa
che non fece mai follia, Cristo, la speme mia, om' l'avesse pigliato?".
Gesù.
- "Mamma, perché te lagni? Voglio che tu remagni, che serve i miei compagni ch'al
mondo agio acquistato". E prendendo spunto dalle parole del
poeta, mons. Angelo Comastri ha esortato i fedeli a meditare
più spesso le pagine sulla Passione di Gesù, quindi, sul pellegrinaggio lungo i Giardini
Vaticani, ha detto: "Idealmente continuiamo il pellegrinaggio
per imparare da Maria il sì. La cosa bella è che ogni giorno si ricomincia. Ogni giorno
dobbiamo noi rivivere la pagina dell’Annunciazione. Ogni giorno Dio ci manda il suo
Angelo a farci una proposta di bene, a chiedere una collaborazione anche a noi. E
la cosa bella è che ogni giorno possiamo ridire il sì con Maria. Tornando a casa sappiate
che il pellegrinaggio continua, anzi, possiamo dire inizia. Perché dopo la preghiera,
il pellegrinaggio deve veramente incominciare con un cuore nuovo".