Cadore: passeggiata serale per Benedetto XVI. Oggi l'incontro con il clero bellunese
e trevigiano
Breve consueta uscita serale per Benedetto XVI, all'inizio della terza settimana della
sua vacanza a Lorenzago di Cadore dove si tratterrà fino a venerdì prossimo. Un’ora
circa trascorsa lungo il Lago del Centro Cadore, all'ombra dei boschi di conifere.
E oltre alla preghiera costante non è mancata, anche in questa occasione, la spontaneità
degli incontri più diversi, come racconta al microfono di Gabriella ceraso l’inviato
di Avvenire Salvatore Mazza: Cresce intanto
l’attesa per un importante appuntamento: si tratta dell’incontro di Benedetto XVI
con il clero delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre, che si terrà domani mattina
alle 11 nella chiesa di Santa Giustina, ad Auronzo di Cadore. Sul significato di questo
incontro, al quale parteciperanno oltre 400 sacerdoti, ascoltiamo al microfono di
Amedeo Lomonaco, il vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato:
R. -
E’ un incontro molto atteso vista la risonanza, l’importanza, che ha avuto quello
dell’anno scorso in Val d’Aosta. E’ uno dei desideri che i sacerdoti avevano espresso
immediatamente. Sarà un incontro prima di tutto in un clima di comunione, di preghiera
e anche di desiderio di ascoltare direttamente il Santo Padre su alcuni aspetti cruciali,
oggi, del ministero sacerdotale.
D. - Come si svolgerà esattamente questo
incontro: sarà un confronto con domande e risposte o ci saranno altre modalità?
R.
- Si ripete la formula della domanda e risposta. Quindi, ci sarà prima un momento
di preghiera con l’Ora media e poi il Santo Padre ha dato disponibilità a rispondere
a delle domande, rivolte in parte da sacerdoti di Treviso e in parte da sacerdoti
di Belluno-Feltre.
D. - I sacerdoti della diocesi di Treviso le hanno già
indicato alcune delle domande che rivolgeranno al Papa?
R. - Li stanno ancora
formulando, perché avevamo fatto un ventaglio abbastanza ampio mettendo a fuoco delle
problematiche che sono attuali oggi per la nostra pastorale: l’immigrazione, la formazione
dei giovani, le priorità di un ministero che, diventa sempre più impegnativo, e la
famiglia. C’erano varie aree sulle quali adesso si stanno focalizzando alcune domande.
D
. - Eccellenza, si sta per concludere il periodo di riposo del Santo Padre a Lorenzago
di Cadore: quali sono le immagini di questo soggiorno, le parole pronunciate dal Papa,
che sono rimaste più impresse nei fedeli e nella comunità della cittadina bellunese?
R.
- Le immagini sono quelle, certamente, di un pastore che con molta immediatezza e
umanità incontra le persone e con la stessa umanità incontra la singola persona, il
gruppo e la massa di fedeli. Credo sia questa l’immagine che più resterà, smentendo,
se ce n’era bisogno, certi clichés che tutti hanno visto essere ben lontani dal cuore
e dalla personalità di Benedetto XVI. Poi credo che, non solo le parole, ma anche
il suo godere della natura in maniera immediata sia un messaggio che resta vivo nelle
nostre Dolomiti.
E la presenza di Benedetto XVI in Cadore è una cosa straordinaria
e motivo di grande commozione. E’ quanto sottolinea, al microfono di Luca Collodi,
il giornalista del settimanale della diocesi di Belluno “L’amico del Popolo”, Marco
Perale:
R. - In
un caso del genere, avere una presenza così umana, come quella raccontata ieri nel
Vangelo, in un rapporto quasi personale, familiare, come quello con Marta e Maria,
è una cosa diversa. Quindi, c'è grande commozione per la presenza del Papa. Ma per
noi è anche un momento di grande autocoscienza, di consapevolezza, perché avere casualmente
l’intera provincia del Cadore, l’intera Valle di Belluno, poi l’Agordina, l’Ampezzo
e la Valpago vicine a Benedetto XVI - siamo l’ultima "Betlemme" di Galilea anche noi
- ci fa ritenere che questa vicinanza sia meno casuale e quindi ancora più significativa
per noi.
D. - Parliamo del settimanale “L’Amico del popolo” della diocesi
di Belluno-Feltre, che in questi giorni è sotto gli occhi dell’opinione pubblica.
Un giornale che è un po’ il punto di riferimento anche di tanti colleghi che seguono
il Papa su a Lorenzago...
R. - Noi, per fortuna, abbiamo avuto già modo
di allenarci nelle precedenti sei visite di Giovanni Paolo II, quindi i rapporti con
la grande stampa li abbiamo già avuti. Del resto, i giornali diocesani sono una realtà
enorme, magari poco conosciuta perché va poco sotto i riflettori, ma tutti insieme
sono oltre 100 testate in Italia, che fanno più di un milione di copie a settimana.
Staimo parlando di un indice di penetrazione tra la gente, nelle comunità locali,
nelle singole famiglie molto forte. Noi tiriamo quasi 20 mila copie in una provincia
da 210 mila abitanti: vuol dire circa una copia ogni 10 persone che rappresenta una
presenza, un radicamento straordinario. L’anno prossimo, festeggiamo i 100 anni di
vita e queste sono occasioni che ci aiutano ulteriormente a capire e a radicare nel
territorio il nostro ruolo. E’ una grande eredità che abbiamo avuto e che stiamo cercando,
ovviamente tutti insieme, di mantenere e sviluppare.