2007-07-22 14:12:24

Educare i giovani ad una missionarietà quotidiana: mons. Paolo Giulietti, del Servizio pastorale giovanile CEI, riflette sulle parole del Papa nel messaggio per la prossima GMG


“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”: è il tema della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù sul quale Benedetto XVI ha incentrato il suo messaggio ai giovani reso noto ieri. Ai ragazzi e alle ragazze che si preparano a raggiungere il prossimo anno Sydney, in Australia, il Papa chiede di farsi missionari tra i loro coetanei e di non risparmiare tempo ed energie per servire il Vangelo. Sui contenuti del messaggio del Papa ai giovani, Tiziana Campisi ha chiesto un commento a mons. Paolo Giulietti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI:RealAudioMP3

R. - Il Papa sottolinea che l’esistenza cristiana è radicata nell’esperienza dello Spirito, cioè che il cristiano è essenzialmente uno che vive dello Spirito e della forza dello Spirito. Se non si comprende che il cristiano vive nello Spirito, nella forza dello Spirito, è difficile capire tante cose anche della vita cristiana e anche la missionarietà. Il Papa, in pratica, riporta alle radici dell’esperienza cristiana e della Chiesa cristiana.

 
D. - Sacramenti, cuore della vita del cristiano. Come riscoprirli?

 
R. - Come momenti in cui la grazia di Dio, la sua amicizia e la sua presenza trasformano la vita dall’interno. Il Santo Padre parla soprattutto della Confermazione, ma anche del Battesimo e dell’Eucarestia, come irruzione della forza di Dio nella vita dei giovani - nella vita dei cristiani - che rende possibile vivere in maniera altrimenti impossibile. Il Papa fa anche notare che molti giovani non hanno ancora fatto la Cresima: “Vi dico che è importante farla", ma non perché si tratta di compiere un percorso formale, ma perché davvero è un’occasione attraverso la quale il cristiano viene confermato dallo Spirito a misura di Cristo, quindi viene abilitato a vivere da credente, altrimenti non ci riesce.

 
D. - In che modo far riscoprire i sacramenti ai giovani?

 
R. - Il Papa suggerisce una specie di percorso in quattro passaggi. Il primo è capire cosa vuol dire, chi è lo Spirito Santo - questa Persona della Trinità - e poi comprendere in che modo l’azione dello Spirito dia essenziale per la vita del cristiano nella Chiesa. In questo, credo sia importante non solamente i percorsi catechetici, ma anche l’esperienza, la conoscenza di figure, situazioni in cui davvero si tocca con mano che lo Spirito Santo è in azione. Poi dice: “Lo Spirito Santo è il motore interiore di ogni cristiano e anche la spinta, il protagonista, il soggetto della missione".

 
D. - In questa missione, l’invito del Papa ai giovani è quello di illuminare il mondo e di vincere l’odio con l’amore...

 
R. - C’è un passaggio molto interessante, quando il Papa parla della fatica degli adulti ad educare e la legge come uno stimolo per i giovani. Quindi, direi che il modo migliore per preparare i giovani ad assumere questa prospettiva della missione è quella di dire loro: “Guardate che i giovani sono una risorsa importante per l’evangelizzazione, per la missione verso i propri coetanei ma anche verso gli adulti". Penso che questa coscienza di sè possa davvero aiutare i giovani a lasciarsi coinvolgere, a mettere a disposizione la ricchezza della giovinezza in questa missione ecclesiale.

 
D - Quali nuove iniziative proporre con l'avvicinarsi della Giornata Mondiale della Gioventù?

 
R. - Cercheremo di educare ad una missionarietà feriale e quotidiana - come ha sottolineato il Papa nel messaggio - a far capire che l’esistenza cristiana, nel suo dipanarsi, nei momenti di studio, di lavoro, nel tempo libero, è sostanzialmente missionaria. Dunque, ogni credente deve sentirsi missionario. Mi pare che per prepararsi bene a Sydney occorra prendere sul serio questo cammino, mettere in atto delle iniziative che educhino a vivere più coscientemente ed efficacemente la dimensione missionaria della vita di ogni giorno.

 
 







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