In Cadore, grande attesa per l'incontro di martedì 24 tra Benedetto XVI e il clero
delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre. Intervista con il parroco più anziano in
attività, il 96.enne don Armando Durighetto
Studio e relax continuano a caratterizzare il periodo di riposo di Benedetto XVI a
Lorenzago di Cadore. Ieri pomeriggio, il Papa è uscito dalla sua residenza per la
consueta passeggiata tra i boschi. Questa mattina, il Santo Padre è rimasto nella
villetta dove soggiornerà fino al prossimo 27 luglio. Mentre oggi pomeriggio, a Pieve
di Cadore, si svolgerà la preannunciata conferenza del cardinale Tarcisio Bertone,
a un anno dalla sua nomina a segretario di Stato. Al microfono di Amedeo Lomonaco,
l’inviato del quotidiano "Avvenire", Salvatore Mazza:
R. -
La mattina, come ormai accade da quando è arrivato qui, il Papa l’ha dedicata allo
studio. Per oggi, poi, è previsto l’incontro con il cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, che probabilmente si fermerà a pranzo con il Papa.
D.
- E il cardinale Tarcisio Bertone è atteso anche a Pieve di Cadore per una conferenza
sul suo primo anno da segretario di Stato...
R. -
Sì, questa conferenza è in programma per oggi pomeriggio: sarà un incontro a domande
e risposte che avrà come tema questo suo primo anno da segretario di Stato. E' immaginabile
che verranno toccati un po’ tutti gli argomenti dell’attualità di questi ultimi 12
mesi, tutti temi molto vivi: dal rapporto con l’Islam a quello con la Cina, dal recente
documento della Congregazione della Dottrina della fede al Motu proprio del Papa sulla
Messa in latino.
D. - Il bel tempo di oggi fa pensare, nel pomeriggio,
a nuove possibili escursioni...
R. - Ormai sembra
uno schema quasi fisso che il Papa raggiunga uno dei tantissimi luoghi di culto che
la pietà popolare di questa zona, attraverso i secoli, ha costruito.
D.
- Ieri pomeriggio, poi, il Papa è uscito in macchina dalla villa e ha passeggiato
attraverso i boschi...
R. - E’ tornato dove era già stato giovedì scorso,
nel bosco di Stabie. Benedetto XVI è stato visto passeggiare con la corona del Rosario
in mano. Dopo aver recitato il Rosario, poi, si è fermato di fronte ad un crocifisso
di legno davanti al quale si è fatto il segno della croce. Non ha incontrato nessuno,
nessun turista, nessun abitante del luogo. Solo, sulla strada del ritorno, ha fatto
rallentare la macchina mentre incrociava delle persone che stavano salendo al bosco
perché avevano saputo che c’era il Papa e che avrebbero potuto incontrarlo. Ha fatto
rallentare la macchina e li ha salutati dal finestrino, augurando loro un buon soggiorno
tra le montagne.
Nel Cadore, è previsto poi un importante appuntamento
per Benedetto XVI: infatti, martedì prossimo, il Papa incontrerà il clero delle diocesi
di Treviso e Belluno. E’ quanto conferma, al microfono di Luca Collodi, il
vescovo di Belluno-Feltre, mons. Giuseppe Andrich:
R. -
Noi abbiamo chiesto quest’incontro e il Papa ce lo concede. Si terrà nella chiesa
molto grande del centro vicino a Lorenzago dove si trova il Papa, Auronzo di Cadore.
La chiesa di questa località, dove ci saranno moltissimi sacerdoti, sarà appunto
il luogo dove avverrà questa straordinaria esperienza per noi.
D.
- Mons. Andrich, come vi state organizzando come diocesi Belluno e Treviso per questo
incontro?
R. - Noi ci stiamo organizzando con la
previsione di attendere la parola del Papa. E gli presenteremo anche alcuni interrogativi,
che percepiamo di più nella nostra realtà pastorale del nord-est Italia, del Veneto
in particolare, con i problemi che abbiamo noi della comunità montana.
D.
- Quali sono questi problemi?
R. - Noi vorremmo soprattutto orientarci
su quei problemi che sentiamo forti particolarmente nelle nostre città e anche nei
centri maggiori e che riguardano i giovani, la formazione, l’educazione e tutti quei
rischi che oggi i giovani si trovano ad affrontare. Si parla molto in questi giorni
del problema dell’alcolismo. Da noi, abbiamo un tasso di alcolismo, anche tra i più
giovani, molto alto. Ci sono poi casi di suicidi tra i giovani. Sono problemi che
io, particolarmente, sento in maniera drammatica.
D.
- Ci sono anche altre novità. La festa per la presenza di Benedetto XVI in Cadore
continua perché dopodomani sera è previsto un concerto di cori alpini in onore del
Papa proprio all’interno del Castello di Mirabello dove risiede il Papa per il suo
riposo...
R. - Abbiamo questa possibilità: la diocesi di Belluno-Feltre
offre, con una serie di cori del Cadore, un momento di festa con l’espressione tipica
della nostra cultura che si è sempre tradotta in momenti di canto, di canto polifonico,
ma anche di canto popolare. Abbiamo saputo che il Papa gradisce molto questo tipo
di espressione culturale. Quindi, assicuriamo al Santo Padre una serata che per noi
sarà di grande respiro, perché ci ricollega alla nostra cultura di montagna che in
questi giorni il Papa sta vivendo anche nelle sue quasi quotidiane escursioni a contatto
con le persone. Persone che si commuovono per questa imprevista possibilità di incontrare
il Santo Padre.
E tra gli incontri di questi giorni a Lorenzago di Cadore,
spicca quello avuto da Benedetto XVI con il parroco in attività più anziano d’Italia,
il 96.enne don Armando Durighetto. Durante il colloquio, avvenuto domenica
scorsa dopo l’Angelus, il sacerdote - parroco a Caposile, frazione di Musile di Piave,
in provincia di Venezia - ha scambiato qualche battuta con il Santo Padre. Ascoltiamo
il sacerdote, raggiunto telefonicamente da Amedeo Lomonaco:
R.
- Sono il sacerdote più anziano ancora parroco. Ho 96 anni, compiuti a maggio, ed
è per questo che il vescovo mi ha chiamato. Ho avuto il piacere di ascoltare la parola
e di ricevere la benedizione del Papa. Per me è stato veramente un grande onore, che
porto ora nel mio cuore e che estendo anche a tutti i miei parrocchiani, con lo stesso
entusiasmo e con la stessa fede. Io sono innamorato della figura del Papa: ne ho visti
molti di Pontefici, io sono del 1911… Benedetto XVI, con questo suo sorriso, mi sembra
un angelo.
D. - Cosa le ha detto il Santo Padre?
R.
- Presentandomi, il vescovo ha detto a Benedetto XVI: “Ha 96 anni ed è ancora parroco”.
Il Papa poi mi ha detto: “Che il Signore le dia ancora tanta vita, perché possa fare
ancora tanto bene”. Queste parole, semplici, sono ora impresse nel mio cuore e nelle
mie preghiere. Ancora una volta ho ringraziato il Signore di tutto, dei miei 71 anni
di Messe: ne ho celebrate 36.495. Di questo ringrazio sempre il Signore e posso dire
che non mi sono mai pentito di essere sacerdote.
D.
- Si può anche dire che la fede mantiene giovani?
R.
- Io cerco di esercitare la mia missione di sacerdote sempre con gioia. Ho cercato
di ridere e di far ridere e cerco di farlo anche adesso.
D.
- Lei, padre, non ha mai scritto una predica, perché ha detto che le fa sempre con
il cuore...
R. - Guardo la gente negli occhi, guardo
la loro espressione e il mio cuore parla da solo e dice quello che sento dentro. Penso
che, in realtà, dovrei essere molto più santo e molto più buono, viste tutte le grazie
che mi ha dato il Signore. Quello che posso, lo esprimo e lo diffondo sempre anche
ai miei parrocchiani.