2007-07-17 14:13:35

Prosegue il riposo di Benedetto XVI in Cadore in serata la preghiera a Stabie. Un pensiero di mons. Ravasi sulla spiritualità della montagna


Caratterizzato dalla meditazione, dallo studio ma anche dalle passeggiate serali, negli splendidi sentieri del Cadore, il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago. Oggi è ritornato a Stabie, vicino al passo della Mauria, dov'era stato giovedì scorso, sulla strada del ritorno ha incontrato alcuni villeggianti, ai quali ha augurato ''Buone vacanze''. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Salvatore Mazza inviato di “Avvenire”, raggiunto telefonicamente a Lorenzago: RealAudioMP3


Caratterizzato dalla meditazione, dallo studio e da corroboranti passeggiate negli splendidi sentieri del Cadore, prosegue il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago. Ieri, in serata, il Papa si è recato a Danta nel Comelico. A quanti hanno potuto incontrarlo, ha espresso la sua gioia nel poter ammirare un paesaggio naturale così bello come quello offerto dalle Dolomiti. Si confermano, dunque, i ritmi di queste giornate, come sottolinea l’inviato di “Avvenire” Salvatore Mazza, raggiunto telefonicamente a Lorenzago da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


R. - Si avvicina ormai il “giro di boa” di queste vacanze e il Papa ha impresso un ritmo abbastanza ben determinato alle sue giornate: studio, preghiere e queste uscite serali di non più di due ore e che hanno sempre come destinazione uno dei luoghi di culto popolare che si trovano intorno a Lorenzago. Così è stato pure ieri: è andato a Danta, nel Comelico, dove si è fermato a pregare in una chiesetta antica dedicata a Santa Barbara, accompagnato dal parroco con il quale hanno pregato insieme. Ed è poi tornato a Lorenzago. Per la prima volta, passando attraverso il Paese, il Papa ha fatto rallentare la macchina, ha percorso molto lentamente il corso principale e tutti quanti hanno avuto modo di vederlo e di salutarlo.

 
D. - D’altro canto, Benedetto XVI in queste sue passeggiate non si è mai sottratto ad incontri - ovviamente occasionali e con grande sorpresa della popolazione locale - ed ha anche fatto battute di spirito, soprattutto con i più piccoli…

 
R. - Le sue mete sono sempre stati questi luoghi di culto. Ovviamente, sulla strada capita di incontrare delle persone e il Papa si è sempre fermato, è sceso dalla macchina quando è stato necessario, ha scambiato battute e parole con i bambini. Si è addirittura fermato a casa di una coppia di anziani.

 
D. - Domani arriva a Lorenzago il cardinale Tarcisio Bertone, a conferma che anche in questo periodo di riposo il Papa segue con attenzione la vita della Chiesa, ma anche l’attualità internazionale: pensiamo, ad esempio, a padre Bossi…

 
R. - Certamente, proprio a padre Bossi il Papa ha dedicato il suo primo pensiero appena arrivato. Domani, arriva il cardinale segretario di Stato ed è previsto che vedrà il Papa, anche se non si fermerà qui. Andrà anche a Pieve di Cadore, dove incontrerà i giornalisti. E’ un segno di quello che si diceva prima: la vacanza come un momento, sì, di riposo; sì, privilegiato in qualche modo anche per altre cose - come la scrittura del suo libro che durante l’anno viene un po’ più trascurata - ma certamente non distaccata dalle cose che riguardano la Chiesa.

La presenza del Papa nel Cadore, come dimostrato dai tanti fedeli accorsi a Lorenzago per l’Angelus di domenica, viene vissuto con grande gioia da tutti gli abitanti della zona. Ecco la testimonianza del sindaco di Lorenzago, Mario Tremonti, intervistato da Luca Collodi:RealAudioMP3
 
R. - Naturalmente ci sono dei sentimenti di gioia, felicità. Sapere di avere il Pontefice che si può vedere ogni giorno passare nelle sue escursioni, è una cosa che immagino lo desidererebbero tutti. Noi siamo veramente fortunati.

 
D. - Mi sembra di capire che lei riceva, un po’ come il parroco di Lorenzago, tutta una serie di richieste...

 
R. - Sì, ci sono richieste di vario tipo. Naturalmente, io puntualmente dico che non è possibile perché a noi interessa che il Papa faccia le sue vacanze e sia lasciato tranquillo.

 
D. - Ed è questo proprio un altro punto sul quale i giornali hanno scritto molto cioè l’accoglienza e la discrezione degli abitanti del Cadore...

 
R. - E’ forse una nostra caratteristica, ma io credo che sia una caratteristica un po’ di tutte le genti che vivono in montagna di rispettare l’ospite e lasciargli godere la bellezza della natura, la tranquillità, e la serenità che può offrire un paesaggio del genere.

 
D. - Un evento del genere, un Consiglio comunale, quindi degli uomini politici, come lo affrontano?

 
R. - Quando ho saputo della notizia che il Papa sarebbe venuto a Lorenzago, la prima cosa che ho fatto è un Consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno proprio questo evento, dove ho invitato tutte le associazioni, oltre che il parroco, a costituire un comitato di buona accoglienza. Quindi, si è lavorato in perfetta sintonia al di là e al di fuori di qualsiasi schieramento di opinione per far ciò e credo che ci siamo riusciti.

Domenica, all’Angelus recitato da Lorenzago, Benedetto XVI ha sottolineato che “l’ammirazione per le bellezze naturali si trasforma facilmente in preghiera”. Un pensiero questo sul quale Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana:RealAudioMP3


 R. - Vorrei partire da una frase di uno scrittore inglese, Chesterton, che in una sua opera diceva: “Il mondo perirà non per mancanza di meraviglie, ma perirà per mancanza di meraviglia”. L’umanità, ad un certo momento, scomparirà quasi nella sua umanità profonda e nella sua identità, quando non avrà più la capacità di stupirsi, di contemplare. Soprattutto nella visione religiosa, ciò che importa è riuscire ad intravedere nell’interno del cosmo - non per nulla lo si chiama cosmo, che è una parola greca che significa "ordinato" - riuscire a trovare un messaggio trascendente, riuscire a trovare i segni del Creatore. In questa luce, è indiscutibile che sia necessario avere questo stupore.

 
D. - Nell’Antico come nel Nuovo Testamento, la montagna è sempre un luogo legato a momenti forti, di preghiera che precedono scelte importanti: pensiamo alla vita di Gesù…

 
R. - Questo è verissimo. Ad un certo momento - io lo ho fatto una volta con un libro intero – si possono ricostruire tutti i monti della Bibbia e sono veramente una sequenza enorme. Cristo stesso, pensiamo al Monte della Beatitudini, presenta quasi in parallelo con il Sinai, la sua legge nuova, piena, perfetta, ma che ha sempre un collegamento con quella che è discesa come voce di Dio, attraverso la parola di Mosé, da quella vetta. Vorrei anche ricordare che esiste poi un monte, che geograficamente è del tutto irrilevante - tanto è vero che è inserito e nascosto ora nell’interno di una basilica, uno sperone roccioso di soli 6-7 metri, il Calvario, in ebraico il Golgota - che è diventato però simbolicamente centrale per la fede cristiana e un po’ anche per tutti coloro che guardano al mistero del dolore e della speranza.

 
D. - Benedetto XVI sta trascorrendo un periodo di riposo, ma ci ricorda che vacanza non vuol dire assenza, perdita di se stessi…

 
R. - Questo è vero. Diciamo subito che la parola vacanza deriva dal latino, dal verbo latino “vacare”, che di per sé come suo significato principale non rimanda al vuoto, al vacuum, ma rimanda piuttosto all’impegno, “al dedicarsi a”. E’ forse in questa luce che dobbiamo riscoprire anche noi quando siamo soprattutto tentati di avere una vacanza che ricalchi nient’altro che la confusione, la fatica e il rumore del tempo del lavoro, del resto dell’anno. Pensiamo, ad esempio, a quelli che vanno in certe città di mare che sono alla fine nient’altro che la riedizione di tutti i rumori, di tutte le tensioni della vita in città. E’ bene ricordare, invece, che - in questa luce la vetta del monte è simbolicamente più rilevante - è necessario ritrovare ancora la capacità di entrare in se stessi.







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