2007-07-17 15:20:51

L'attrattiva del canto gregoriano sui cristiani del ventunesimo secolo. Una riflessione del musicologo, Angelo Rusconi


Il canto liturgico medievale esercita ancora una grande attrattiva sui fedeli della Chiesa cattolica. Questo il pensiero del musicologo, Angelo Rusconi, che la settimana scorsa ha affrontato il tema nell’ambito del Festival milanese “La settimana mediterranea”. Le radici della musica sacra tradizionale, come illustra lo studioso, risalgono all’epoca pre-carolingia e affondano nella cultura ebraica e in quella greco-siriaca. L’intervista di Silvia Gusmano: RealAudioMP3
 
R. - A partire da quando noi possediamo documenti scritti della musica, cioè dalla fine dell’Alto Medioevo, verso l’anno Mille, l’analisi dei repertori musicali delle Chiese latine ci permette di rintracciare alcuni parallelismi sia con le tradizioni delle Chiese orientali, che con le tradizioni musicali e laiche della diaspora, che si sono perpetuate attraverso la tradizione orale. Quindi, con tutta la prudenza che queste comparazioni richiedono, possiamo verificare l’assimilazione di melodie - si trovano infatti melodie comuni fra le tradizioni ebraiche e bizantine, siriache e del canto gregoriano, del canto ambrosiano etc. - ma anche le modalità di composizione e le particolari strutture formali.

 
D. - Il canto liturgico odierno quali elementi ha conservato di quello medievale?

 
R. - Il canto liturgico della Chiesa latina, che continua oggi ad essere il canto gregoriano, conserva gli stessi elementi che aveva assimilato già nella sua prima esistenza, poiché il nucleo fondamentale del repertorio è oggi lo stesso di mille anni fa. Teniamo conto che poi, oltre al canto gregoriano, noi abbiamo un altro tesoro: il canto proprio del rito ambrosiano, che si conserva nella diocesi di Milano, il quale ha parecchie relazioni con l’Oriente greco. Quindi, moltissimi canti di origine greco-siriaca sono presenti in versione latina nel repertorio ambrosiano.

 
D. - La cura della musica all’interno delle celebrazioni liturgiche: un aspetto molto importante sia per Giovanni Paolo II che per Benedetto XVI. Secondo lei, che posto ha la musica nella Chiesa di oggi?

 
R. - Al livello dei documenti ufficiali, a partire da quelli del Concilio Vaticano II, la musica ha un posto importantissimo e il primo posto è proprio del repertorio gregoriano. Poi, purtroppo, sappiamo tutti che nei fatti la situazione è stata più difficile, più complessa, però bisogna anche registrare sia da parte del Magistero che delle realtà locali, da un po’ di tempo, il tentativo di invertire la rotta, di correggere certi eccessi e di recuperare i valori della musica storicamente legata alla tradizione cattolica.







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