L'affetto verso Benedetto XVI "segno della comunione che ci lega a lui": il vescovo
di Treviso, Bruno Mazzocato, descrive il primo Angelus del Papa da Mirabello
Giornata di sole oggi a Lorenzago di Cadore, sulle Dolomiti, dove Benedetto XVI si
trova da una settimana per un periodo di riposo. Il Papa trascorre per lo più il suo
tempo nella casa che gli è stata messa a disposizione dalla diocesi di Treviso, quindi
nel pomeriggio sceglie dei sentieri lungo i quali, passeggiando, recita la preghiera
del Rosario. Tiziana Campisi ha chiesto a Salvatore Mazza, inviato del
quotidiano ‘Avvenire’ a Lorenzago di Cadore, come ha vissuto questa prima settimana
di riposo il Papa:
In questa
settimana, Benedetto XVI ha già dettato un po’ quello che sarà il ritmo che scandirà
queste sue vacanze: molto studio, molta preghiera, brevi passeggiate all’interno del
bosco che circonda la villetta. Il Papa passeggia mezz’ora, tre quarti d’ora, spesso
in compagnia del suo segretario, don Georg. Si concede una “suonatina” ogni giorno
al pianoforte che gli hanno fatto trovare, che è una cosa che lo rilassa molto, e
la sera queste veloci uscite che hanno avuto finora sempre come meta dei luoghi di
preghiera, una cappellina, un piccolo santuario mariano. Luoghi dove il Papa si ferma
a pregare per un quarto d’ora, venti minuti, e poi rientra. Pochissimi gli incontri
casuali, però ogni volta che questi si sono verificati, Benedetto XVI si è fermato
volentieri, non sono mai stati momenti frettolosi: è stato visto scendere dalla macchina,
fermarsi a parlare, esortare anche la gente a parlare, talvolta intimidita da questi
incontri.
D. - A proposito delle passeggiate di Benedetto XVI e dei
suoi momenti di preghiera lungo i sentieri a Lorenzago di Cadore, qualche giorno fa
il Papa ha scherzato proprio con i giornalisti circa il fatto che riescono a seguirlo
anche nei luoghi più silenziosi. Come hanno accolto i giornalisti queste parole?
R.
- Beh, con un sorriso! Ognuno deve fare il suo lavoro e quando il Papa viene visto
uscire lo si segue, magari sperando che si fermi, che possa scambiare una battuta.
E' in qualche modo una “caccia”, però devo dire che è una caccia molto discreta, si
cerca di rispettare il suo desiderio di privacy.
D.
- Tante le manifestazione di affetto verso il Papa a Lorenzago di Cadore: c’è qualche
episodio particolare da segnalare?
R. - Sono talmente tanti che è difficile
fare un elenco. Da quando il Papa è arrivato, a parte le manifestazioni pubbliche,
arrivano lettere, piccoli regali, disegni dei bambini. Qui arrivano numerose lettere,
anche con gli indirizzi più fantasiosi, come ad esempio "Per il Papa in Cadore", ma
arrivano ugualmente, perché al momento dello smistamento si sa dove mandarli, e ogni
giorno parte un sacco di posta verso la villetta di Lorenzago, con tutte queste cose
per Benedetto XVI.
Grande entusiasmo ieri, da parte dei fedeli, nel Castello
di Mirabello - nei pressi della casa che a Lorenzago di Cadore ospita il Papa - dove
si è svolta la recita dell’Angelus. Ad accogliere Benedetto XVI circa 1.500 persone.
Nel primo dei suoi appuntamenti pubblici, il Santo Padre al termine della preghiera,
ha incontrato il presidente della regione Veneto Giancarlo Galan, che gli ha donato
un crocifisso di cristallo di Murano, ed alcuni rappresentanti della diocesi di Treviso.
E proprio il vescovo del comune veneto, Andrea Bruno Mazzocato, ha rivolto
al Papa l’indirizzo d’omaggio a nome di tutti i fedeli che hanno partecipato all’Angelus.
Al microfono di Tiziana Campisi il presule descrive quale eco abbia avuto la
giornata di ieri:
R.
- Posso dire che gli echi che già sento oggi sono di grande entusiasmo. C’era molta
gente che ha partecipato all’Angelus e la diocesi di Treviso era rappresentata nelle
sue espressioni principali, anche con molti giovani, lì, stretti anche fisicamente
attorno al Santo Padre. Si è creato un clima di caloroso affetto che poi - commentavamo
con il Santo Padre - non è altro che espressione di una comunione di carità intorno
al successore di Pietro, come io stesso avevo sottolineato anche nell’omelia. Quindi
per noi, è stata certamente una giornata straordinaria durante la quale il Santo Padre
si è fatto apprezzare pure per la sua umanità immediata che la gente avverte. Anche
questo ha contribuito a creare questo clima di calore, e direi proprio di forte partecipazione;
però di un entusiasmo non puramente emotivo. C’era un forte entusiasmo, mi pare, proprio
espressione di un’autentica fede, di un’autentica comunione ecclesiale. Questo ci
consola molto e credo di considerarla una grazia per la nostra vita diocesana.
D.
- Tra le parole che ieri il Papa ha pronunciato, quali secondo lei hanno toccato in
particolare i fedeli?
R. - Credo che i fedeli abbiano
seguito particolarmente la breve meditazione che partiva dalla parabola del Buon samaritano,
perché il Santo Padre, anche con questo dono di una comunicazione immediata e sempre
profonda, ha permesso certamente di riflettere meglio sul senso della parabola. Poi,
ha interessato il riferimento alla Giornata mondiale della gioventù, l’annuncio “in
anteprima” del messaggio che verrà reso noto questa settimana, come anche il tema
della Giornata Mondiale della gioventù. Essendoci lì molti giovani, hanno reagito
immediatamente con partecipazione a questo.
D. -
Ci sono delle iniziative delle quali i fedeli si sono fatti portatori proprio in occasione
di questa vacanza del Papa?
R. - L’incontro di ieri,
durante l’Angelus, in tutte le parrocchie della nostra diocesi, è stato accompagnato
da un ricordo particolare nella preghiera per il Santo Padre in tutte le Messe. Diciamo
che ci sono stati tantissimi gesti e segni spontanei di partecipazione: doni, lettere,
varie espressioni che vedo che il Santo Padre gradisce, e dunque abbiamo inoltrato
direttamente tutto quello che i fedeli hanno voluto fargli pervenire.
A
rendere più accogliente la villetta che sta ospitando Benedetto XVI ha pensato la
diocesi di Treviso, che ha fatto ristrutturare l’edificio a spese proprie. La Regione
Veneto ha offerto un contributo provvedendo anche all’arredo urbano di Lorenzago di
Cadore e alla sistemazione dell’area circostante il castello di Mirabello che ridiventerà
un parco. E a quanti si sono prodigati per rendere più confortevole il suo soggiorno,
il Papa ha rivolto, sabato scorso, queste parole: “Eccellenza,
cari amici, non ho preparato un discorso e sono realmente commosso. Posso soltanto
dire grazie, con tutto il mio cuore, per tutto quello che avete fatto con tanta competenza,
professionalità, amore e senso di bellezza. Vedo tutto questo, cominciando dal prato,
da questo posto così bello: lo stemma, il pozzo, e poi, andando alla casa, questo
affascinante affresco dell’Annunciazione che mi saluta entrando in questa casa; la
distribuzione delle camere, l’arredamento, le immagini, fino al pianoforte: tutto
fatto con un amore e con una competenza visibile, in brevissimo tempo. Quindi, solo
il mio grazie di cuore a tutti voi”.