Appello in favore della vita dell’episcopato del Portogallo, dove oggi entra in
vigore una legge che depenalizza l’aborto
Entra in vigore, oggi in Portogallo, la legge che depenalizza l’aborto su semplice
richiesta della donna, entro dieci settimane dal concepimento. L’ampliamento del ricorso
gratuito ai servizi sanitari pubblici per interrompere la gravidanza è stato approvato
in un referendum all’inizio del febbraio scorso e sancito in una legge nel mese di
aprile. La Chiesa cattolica portoghese ribadisce l’illegittimità dell’aborto e chiede
al governo politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità. La riflessione di
mons.Carlos Alberto Moreira de Azevedo, vescovo ausiliare di Lisbona
e portavoce della Conferenza episcopale portoghese. L’intervista è di Stefano Leszczynski:
R. –
L’entrata in vigore di questa nuova legge sta muovendo le coscienze di molti cristiani
e di molte persone che esprimono il loro malessere, poiché considerano il valore della
vita un valore essenziale, proprio nel giorno dell’entrata in vigore di questa legge
iniqua.
D. – Eccellenza, un sintomo evidente di
questo malessere è il fatto che molti medici hanno opposto obiezione di coscienza
e non praticheranno, quindi, aborti...
R. – Questo
è stato un appello rivolto dalla Conferenza episcopale: una volta, infatti, che il
referendum ha portato a questo risultato, abbiamo chiesto che i cristiani infermieri
e medici, le donne e gli sposi cattolici applicassero l’obiezione di coscienza. Sono
stati molti i medici che hanno accolto questo appello ed hanno aderito all’obiezione
di coscienza. Questo ha certamente rappresentato una grande sorpresa per il governo
e per lo Stato: in molti ospedali pubblici non sarà infatti possibile praticare l’aborto
poiché sono moltissimi i medici che hanno aderito all’obiezione di coscienza. In Portogallo,
tutti i tipi di interventi chirurgici, compresi quelli relativi a patologie cancerogene,
devono essere pagati. Da domani, invece, gli interventi per l’aborto saranno gratuiti
e interamente a carico dello Stato. Questo ci sembra veramente una cosa incredibile.
D. – Resta tuttavia, in Portogallo, anche la piaga
dell’aborto clandestino. Cosa si può fare in difesa dei nascituri e in particolare
delle donne?
R. – Ci sono diverse istituzioni nelle
diocesi che ricevono, ospitano ed assistono le donne che vogliono avere il bambino,
mettendole, tra l’altro, in condizione di far crescere i propri figli in un ambiente
migliore. Riguardo all’aborto clandestino, poi, crediamo che sia così grande la vergogna
che provano queste donne, da ritenere di non aver altra scelta da fare. Noi cerchiamo
di promuovere una cultura della vita che permetta a queste persone di credere di avere
altre soluzioni. Riteniamo, perciò, che siano anzitutto le condizioni sociali e le
condizioni economiche che devono cambiare per aiutare le donne che aspettano un bambino.